Le montagne di ghiaccio su Plutone: Acqua? No, Metano

In questo articolo scopriamo le modalità con cui si formano le montagne di ghiaccio su Plutone, e cosa hanno di diverso rispetto a quelle terrestri.

Le montagne di ghiaccio su Plutone: Acqua? No, Metano
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Utilizzando i dati forniti dalla sonda New Horizon, di cui vi abbiamo parlato frequentemente in passato, un team internazionale di scienziati è riuscito ad ottenere una grande quantità di informazioni sulle calotte glaciali che spontaneamente si formano su Plutone, il pianeta più chiacchierato del nostro sistema solare. Come mai queste calotte hanno destato l'interesse dei ricercatori?

La montagna terrestre

Sulla Terra le temperature atmosferiche diminuiscono all'aumentare dell'altitudine, in virtù della rarefazione dell'aria e di un ciclo continuo di movimenti discendenti dell'aria fredda e dell'aria calda (movimenti dovuti principalmente alla maggiore densità che l'aria a bassa temperatura possiede rispetto a quella a temperatura maggiore).

L'atmosfera "fredda" che interagisce con la superficie di una montagna ne fa diminuire le temperature e quando un vento particolarmente umido si scontra con la superficie montuosa, il vapore acqueo raffredda e si condensa, formando nuvole e verosimilmente altri fenomeni atmosferici come nevicate abbondanti. Ma su Plutone accade invece l'esatto contrario.

Mondo alla rovescia

L'atmosfera di Plutone diventa infatti più calda all'aumentare dell'altitudine, perché il gas metano da cui è composta è più concentrato ad alte altitudini, ed è quindi più esposto alla radiazione solare che viaggia lungo tutto il nostro sistema solare. Tuttavia, l'atmosfera di Plutone è troppo sottile per influire sui suoi strati più interni: la temperatura degli strati atmosferici più prossimi alla superficie di Plutone rimane dunque sorprendentemente costante.

E' chiaro che per analizzare in maniera corretta quanto avviene su Plutone, il team di scienziati si è affidato a dei software di analisi e di simulazione dell'ambiente, dell'atmosfera e del comportamento chimico degli elementi che caratterizzano la superficie e l'atmosfera di Plutone.

Un modello per tutto

Per analizzare dunque le diverse combinazioni di condizioni atmosferiche e superficiali, i ricercatori hanno sviluppato un modello 3D del clima di Plutone, presso il Laboratoire de Météorologie di Parigi, simulando il comportamento dell'atmosfera e della superficie allo scorrere del tempo e delle stagioni.

Hanno quindi scoperto che l'atmosfera di Plutone possiede più metano gassoso alle sue altitudini più elevate, caratteristica che rende al metano più agevole saturarsi, condensarsi e quindi congelarsi direttamente sulle cime delle montagne, saltando di fatto la fase della formazione di nuvole. A quote più basse invece, il metano non riesce a congelarsi per via della sua scarsa concentrazione, rendendo impossibile la formazione di condensa. Questa situazione permette dunque il formarsi calotte di ghiaccio di metano esclusivamente sulle cime montuose di Plutone.

Graffi su Plutone

Il "terreno laminare" che si può trovare nella regione del Tartaro Dorsa intorno all'equatore di Plutone è una conseguenza di questo fenomeno. Queste strutture sono coperte quasi interamente di ghiaccio di metano e probabilmente si sono formate a seguito di forti erosioni, lasciando creste e spaccature nette. Conformazioni frastagliate di questo tipo si trovano vicino all'equatore di Plutone, e possono arrivare ad altezze simili a quelle di un grattacielo di Manhattan.

Le parole di Tanguy Bertrand, ricercatore post-dottorato presso Ames e autore principale dell'articolo che descrive questi risultati, ha affermato: "È straordinario vedere che due paesaggi molto simili (cime montuose imbiancate) possano essere creati da due processi molto differenti tra loro". Interessante anche la sua osservazione: "Anche se in teoria oggetti come la luna di Nettuno (Tritone) potrebbero ospitare processi simili, oltre alla Terra nessun altro posto nel nostro sistema solare possiede montagne ricoperte di ghiaccio come quelle su Plutone ". Insomma, un corpo celeste davvero incredibile, un po' come altri che possiamo trovare nel nostro Sistema Solare.