Le piattaforme di streaming si prendono la musica: crescita record!

Il nuovo rapporto pubblicato dall'IFPI mostra ancora una volta il cambiamento profondo dell'industria musicale. Lo streaming si prende tutto.

Le piattaforme di streaming si prendono la musica: crescita record!
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L'International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) ha diffuso l'annuale rapporto sullo stato della musica a livello mondiale, il Global Music Report. Un rapporto che, mai come questa volta, mostra come rispetto a qualche anno fa la situazione dell'industria sia radicalmente cambiata, e con essa anche i modi attraverso cui gli utenti fruiscono delle tracce e degli album. È innegabile che, come più volte detto su queste pagine, a farla da padrone sono sempre più le piattaforme di streaming, che ormai hanno preso il posto dei supporti fisici classici come CD, vinili e musicassette, ma anche dei download. La gente, e questo è chiaro non solo dai numeri ma è tangibile anche dagli umori, ormai preferisce ascoltare la musica in streaming piuttosto che tenerla memorizzata.

Lo streaming prende tutto

Partiamo con un dato che sicuramente farà felici produttori ma anche appassionati. Nel 2017, l'industria musicale ha registrato una crescita dell'8,1 per cento per il terzo anno consecutivo. Nello specifico, le entrate generate dal digitale rappresentano ora più della metà della musica presente a livello mondiale, per la precisione il 54 per cento.
Crescono anche i ricavi dello streaming, del 41,1 per cento, ma non è l'unica novità, perché per la prima volta in assoluto questo settore rappresenta la fonte principale di guadagno dell'intera industria. Il dato che vi proponiamo in calce è quanto mai indicativo e mostra la composizione complessiva del mercato e la sua evoluzione dal 1999 a oggi, anno in cui esistevano praticamente solo supporti fisici.
Proprio a riguardo, nel grafico che vi proponiamo poco sotto possiamo vedere come la trasformazione sia cominciata solo nel 2010, quando lo streaming generava solo pochi milioni di dollari di entrate, prima di diventare oggi la prima fonte di guadagno, dietro ai supporti fisici e il digitale.
Alla fine del 2017, si legge nel rapporto, a livello mondiale gli analisti hanno riportato 176 milioni di account abbonati a servizi di streaming a livello globale, ma non è questo l'unico dato che fa riflettere, quanto il fatto che 64 milioni di questi si siano abbonati proprio durante l'anno, a dimostrazione di come il 2017 sia a tutti gli effetti stato l'anno dello streaming, con una crescita del 45,5 per cento.
I ricavi però continuano a non crescere e, complessivamente, per il settore sono ancora fermi e ben lontani dal picco del 1999.

Il ritorno del vintage non si fa sentire, soffrono i download

Veniamo quindi ora alla composizione complessiva del mercato, snocciolando anche qualche dato dal punto di vista economico.
Nel 2017, le entrate complessive del mercato musicale sono state pari a 17,3 miliardi di dollari, ma ciò che ci fa maggiormente riflettere è come, nonostante un ritorno in grande stile, la moda del vintage e delle musicassette abbia avuto una rilevanza marginale nella composizione complessiva.
Le entrate generate dai supporti fisici, infatti, rappresentano solo il 5,4 per cento, in leggerissimo aumento rispetto al 4,4 per cento dell'anno precedente. Il consumo dei formati fisici è diminuito sostanzialmente nella maggior parte dei mercati, ma le "entrate fisiche rappresentano ancora il 30 per cento del mercato globale e una percentuale più elevata in paesi come il Giappone (72%) e Germania (43%)". Chiaramente nel rapporto non si poteva non citare i ricavi generati dalle vendite di vinili, che sono cresciuti del 22,3 per cento e hanno rappresentato il 3,7 per cento del mercato musicale complessivo.
Sono invece cresciute del 19,1 per cento a 9,4 miliardi di dollari le entrate del digitale, che per la prima volta in assoluto nella storia dell'industria hanno rappresentato oltre la metà (il 54 per cento, per la precisione) dei ricavi totali a livello mondiale. A guidare questo trend è stato lo streaming, che ha riportato un aumento del 41,1 per cento, con le sottoscrizioni a servizi in abbonamento aumentate del 45,5 per cento.
Continua a essere schiacciato dalla morsa dello streaming anche il mercato dei download che, dopo un calo del 20,5 per cento delle entrate, queste hanno rappresentato solo il 20 per cento delle entrate digitali globali a livello mondiale.

YouTube però resta il preferito

È innegabile che l'industria musicale, a differenza di altre, abbia avuto l'abilità di trasformarsi. Se oggi parliamo di streaming lo dobbiamo infatti all'apertura delle case discografiche nei confronti delle nuove tecnologie, che con il passare del tempo si sono prese il predominio del mercato.
A tal proposito, nel rapporto si parla anche della composizione del settore dello streaming, ed è senza dubbio interessante capire quali siano le piattaforme preferite dagli utenti per ascoltare musica.

Da uno studio effettuato in Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Spagna, Corea del Sud, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti, è emerso che il 55 per cento di coloro che ascoltano musica su internet continuano a preferire i siti che offrono lo streaming di video. Ovviamente, come abbastanza prevedibile, il servizio preferito resta YouTube, con il 46 per cento, ma siamo sicuri che anche in questo mercato nei prossimi anni ne vedremo delle belle: Facebook è dietro l'angolo e sta puntando sempre più sui filmati. Le parti restanti invece sono rappresentate dai servizi in abbonamento (23 per cento) e quelli gratis (22 per cento).