Lunga Marcia 5B, cosa è successo al razzo cinese ricaduto sulla Terra

Il lanciatore pesante negli ultimi giorni ha preoccupato molti governi, allarmati dagli sviluppi del programma spaziale cinese.

Lunga Marcia 5B, cosa è successo al razzo cinese ricaduto sulla Terra
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Lunga marcia 5B, il razzo Cinese che ha preoccupato l'Italia in questi giorni, è rientrato nell'atmosfera verso le 04:20 (ora italiana) di domenica 9 maggio sopra il mare arabico. La maggior parte dei suoi materiali sono bruciati nell'atmosfera e si pensa che il resto (anche se non abbiamo ancora conferme di quanto sia sopravvissuto del razzo) sia precipitato nell'oceano indiano.
Era dunque necessario tutto l'allarmismo suscitato dagli organi di stampa in questi giorni? Probabilmente no, tuttavia molte nazioni si sono lamentate del comportamento irresponsabile del governo cinese nei confronti della gestione dei suoi detriti orbitali, le modalità con cui la Cina ha organizzato la missione sono ora al centro di grandi critiche e probabilmente nei prossimi giorni se ne parlerà ancora, tuttavia, per capire meglio la situazione facciamo un passo indietro.

Il programma spaziale per la costruzione di Tiangong

La Cina nel 2015 ha dichiarato che avrebbe iniziato un programma di lanci spaziali per costruire la sua nuova Stazione Spaziale Cinese, chiamata Tiangong. Vennero dunque costruiti dei razzi definiti lanciatori pesanti "Lunga marcia 5", in grado di trasportare almeno 20.000 Kg in orbita terrestre bassa. Tuttavia, in seguito a diversi tentativi, nell'unico lancio effettuato con successo fu trasportato un satellite di soli 4.000 kg in orbita di trasferimento geostazionaria (ovvero un ordine di altitudine inferiore rispetto a ciò che ci si aspettava). Il razzo Lunga marcia 5 fu pensato per competere con i lanciatori statunitensi del programma EELV e fu chiamato in questo modo in quanto rappresenta la quinta iterazione della famiglia di razzi Marcia Lunga. Questi prendendo il nome dalla Lunga Marcia combattuta negli anni 1934-1935 dell'Armata Rossa, durante la Guerra civile cinese. Il primo lancio avvenne il 3 novembre 2016 dal Centro spaziale di Wenchang e si concluse con successo, mentre un secondo lancio, avvenuto il 2 luglio 2017, fallì a causa di un malfunzionamento del primo stadio.
Dopo un intervallo di quasi due anni e mezzo, il 27 dicembre 2019 avvenne con successo il ritorno in missione del veicolo Lunga Marcia 5 con il lancio e il posizionamento del satellite sperimentale Shijian-20 per le comunicazioni nell'orbita di trasferimento geostazionaria.

Tuttavia, il Lunga Marcia 5 non era all'altezza del trasporto dei moduli necessari per la costruzione della stazione spaziale, dunque furono progettati dei lanciatori pesanti ottimizzati. Nel primo semestre del 2021 la Cina costruì due varianti CZ-5 e CZ-5B. Le capacità di carico massimo di questi nuovi razzi furono portate a circa 25.000 kg nell'orbita terrestre bassa (per CZ-5B) e a circa 14.000 kg nell'orbita di trasferimento geostazionario (per CZ-5). Per ottenere queste migliorie però è stato necessario rinunciare a qualcosa, gli ingegneri decisero dunque di rinunciare agli stadi multipli sul Lunga Marcia 5B, questo Lanciatore pesante infatti non dispone di un secondo stadio.

Avere più stadi in un vettore comporta molti vantaggi, tra cui permettere l'accensione di stadi secondari o terziari svariati minuti dopo il lancio, o addirittura l'accensione durante il rientro per garantire appunto il controllo in fase di discesa. La scelta di avere un singolo stadio su Lunga Marcia 5B elimina dunque la possibilità del rientro controllato, data l'impossibilità di riaccendere i motori del primo stadio. Diverse furono le critiche in seguito a questa scelta, anche perché i razzi moderni, proprio per evitare il rientro incontrollato, ormai non si avvalgono più di questo tipo di progettazione.

A maggio del 2020 avvenne il primo volo di test, durante il quale venne lanciata la nuova capsula cinese per il trasporto di astronauti. Il primo stadio rientrò circa una settimana dopo il lancio, ammarando nell'Oceano Atlantico.

Alcuni pezzi caddero però anche sulle coste occidentali dell'Africa, in vicinanza di un villaggio della Costa d'Avorio. Non vi furono danni a cose o persone. La probabilità che questi detriti facciano danni è infatti molto bassa, innanzitutto perché la maggior parte della superficie terrestre è disabitata, o costituita da oceani, secondariamente perché la quasi totalità del materiale brucia entrando a contatto con la nostra atmosfera. Tuttavia, le critiche aumentarono, sembra infatti che, prima del lancio ufficiale di Lunga Marcia 5B, Wang Jue, comandante in capo del lancio del 29 aprile, rilasciò una dichiarazione contro le contestazioni affermando che alcune migliorie erano state fatte nell'ultimo anno, ma senza dichiarare quali e di che tipo.

Arriviamo ad oggi - fatti e critiche

Il 29 aprile 2021 il Lunga Marcia 5B inizia il suo viaggio verso l'orbita terrestre bassa e raggiunge il suo intento trasportando con successo il modulo della stazione spaziale cinese a destinazione qualche giorno dopo. A questo punto lo stadio del razzo inizia a decelerare e successivamente, attratto dalla gravità, aumenta esponenzialmente la sua velocità rientrando nell'atmosfera.

Il 9 maggio 2021 alle ore 04:20 circa (ora italiana) gli ultimi detriti di Lunga Marcia 5B rientrano nell'atmosfera bruciando in parte e finendo a largo delle Maldive nell'oceano indiano, senza causare alcun tipo di danno. Durante i giorni del lancio l'astrofisico di Harvard Jonathan McDowell individua delle ipotetiche "fasce di ritorno" dei detriti in orbita tra New York, Madrid e Beijing, tra queste traiettorie compare anche l'Italia.
Le contestazioni non mancano, l'astrofisico McDowell dichiara: "tutto ciò fa sembrare i progettisti di missili cinesi delle persone estremamente pigre, come se non si fossero nemmeno posti il problema".

A queste critiche Wang Wenbin, portavoce del ministero degli affari esteri cinese, risponde "è risaputo come pratica comune in tutto il mondo che i razzi brucino al rientro in atmosfera".
In risposta a queste dichiarazioni anche il segretario alla difesa degli Stati Uniti d'America esprime pesanti giudizi affermando che "è chiaro che la Cina non sia in grado di garantire gli standard di sicurezza spaziale". Anche il direttore amministrativo della NASA Clarence William Nelson II si è espresso in merito : "le nazioni di tutto il mondo hanno l'obbligo di minimizzare i rischi per la popolazione e per l'ambiente progettando le proprie missioni in modo responsabile e trasparente". Ricordiamo che per la legge internazionale ogni paese è responsabile delle proprie missioni spaziali e dunque si fa carico delle relative conseguenze delle sue azioni, ciò però non giustifica il comportamento del governo cinese agli occhi delle altre nazioni.

Proprio in questi giorni infatti vediamo come anche il progetto SpaceX stia raggiungendo incredibili traguardi nel campo del rientro in atmosfera ed atterraggio sicuro dei suoi razzi, anche se di tipologia, peso e prestazioni totalmente diverse da quelli dei lanciatori pesanti, è comunque difficile non effettuare un confronto tra i due programmi. Quindi ci si chiede, è giusto che, al giorno d'oggi, pur avendo le tecnologie adatte, alcuni progetti spaziali siano ancora totalmente disinteressati al controllo delle loro azioni? Lunga Marcia 5B avrebbe potuto raggiungere il suo obbiettivo senza rinunciare al controllo in fase di rientro?
La risposta è probabilmente si, a discapito di costi ingenti e ritardi considerevoli sulla tabella di marcia. Ad ogni modo, le probabilità che un detrito del razzo potesse effettivamente colpire un luogo abitato sulla terra causando danno era stata stimata a 1:32000, quindi la possibilità era estremamente remota, l'allarmismo è stato comunque eccessivo.

Tuttavia, non è mai sbagliato iniziare a porci questi tipi di interrogativi, soprattutto perché ricordando le parole di Adrian Fartade (divulgatore scientifico che si occupa di astronomia) "ignorare un problema pensando che fare qualcosa sia troppo difficile non porta al progresso scientifico, è proprio la sfida nel trovare nuovi modi per fare quella cosa che ci permette di trasformarci da Tony Stark ad Ironman".