Netflix sbarca in Francia, nel 2015 arrivo in Italia?

Il popolare servizio di streaming approda oggi in Francia, aprendo le porte per un possibile sbarco nel 2015 in Italia.

Netflix sbarca in Francia, nel 2015 arrivo in Italia?
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Nel 1997 nasce negli Stati Uniti Netflix, una start-up che offriva un servizio di noleggio film via Internet. I prodotti noleggiati venivano spediti tramite posta, dopodiché il cliente poteva tenere il disco, o la videocassetta, per un tempo prestabilito.
Da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti: Blockbuster è finito nel dimenticatoio, mentre Netflix continua la sua lunga marcia verso la gloria, costellata da profitti stratosferici e da grandi successi. Dal 2008 la società offre un servizio di streaming online on-demand, usufruibile grazie ad un abbonamento mensile del costo pari a 7.99$.
Il noleggio però non sembra bastare all'azienda californiana, che da qualche anno ha iniziato a produrre contenuti originali di grande successo, come la serie "House of Cards", mentre attualmente è impegnata nella produzione di "Orange is the new black" che sembra riscuotere un buon successo di pubblico negli Stati Uniti. Passare da distributore a produttore di contenuti ha consentito a Netflix di aumentare a dismisura la sua popolarità, portando l'azienda agli onori delle cronache globali.

Finalmente in Europa

Dopo il successo sul suolo americano, Netflix ha espanso la sua offerta anche in Europa, ed è già presente in Irlanda, Regno Unito, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Paesi Bassi. Il servizio sarà disponibile anche in Francia a partire dal 15 settembre, mentre in Germania, Austria, Svizzera, Lussemburgo e Belgio arriverà entro fine mese.
Nel vecchio continente, il paese che registra il maggior numero di abbonati è rappresentato dai Paesi Bassi, che secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux contano ben 500 mila abbonati. Sicuramente, questi dati forniscono a Netflix maggiore fiducia nell'affrontare il mercato internazionale, necessaria per estendere i propri servizi in tutto il globo.
Per quanto riguarda la Francia, i prezzi del servizio sono appena stati diffusi e ammontano a 7.99€ mensili per l'abbonamento standard con un solo dispositivo, mentre si arriva a 8.99€ per aggiungere l'alta definizione e un ulteriore dispositivo sfruttabile. A 11.99€ è possibile sfruttare quattro dispositivi, qualità video HD e anche l'Ultra HD, dove disponibile.
I limiti imposti dalle leggi dei singoli stati però sembrano dare qualche grattacapo all'azienda californiana, che dovrà studiare bene le sue prossime mosse. In Francia Netflix dovrà fare i conti con le rigide leggi che non permettono la diffusione di un film prima che siano passati tre anni dalla sua uscita al cinema.
Per quanto riguarda la Germania, il tedesco der Spiegel sottolinea che la società statunitense dovrà destreggiarsi tra le varie offerte locali già presenti e affermate, tra cui Maxdome, Watchever e soprattutto Amazon Prime Instant video. Il colosso statunitense Amazon è infatti l'avversario principale di Netflix, ma per ora è disponibile solo nel Regno Unito e in Germania.
Attualmente il mercato più proficuo per la società è rappresentato dagli Stati Uniti (su un totale di 48,4 milioni di abbonati, 35,6 milioni sono residenti negli USA) ma sicuramente Netflix non si fermerà qui e cercherà di espandere il più possibile la propria influenza: il CEO Reed Hastings ha annunciato che l'obbiettivo per il futuro sarà quello di arrivare a raggiungere il 70-80% delle entrate provenienti dall'utenza internazionale.

... E IN ITALIA?

Quando Netflix annunciò il suo sbarco in Europa, in molti esultarono, sperando che finalmente il servizio sarebbe stato reso disponibile anche nel nostro Paese, ma purtroppo si è andati incontro ad una grossa delusione poiché la società ha ritenuto prematuro il suo arrivo in Italia.
La scelta di Netflix non dovrebbe in realtà sorprendere, dal momento che nel nostro paese la connessione a banda larga non è molto diffusa: i dati ISTAT rivelano che la presenza di banda larga interessa solo il 59,7% della popolazione ed è limitata soprattutto ai grandi centri urbani.
Vi è anche una problematica di tipo "culturale": nei nostri confini, le smartTV non sono ancora entrate nella routine quotidiana degli italiani, e spesso la maggioranza della popolazione non ne conosce nemmeno i meccanismi (e non è interessata a farlo), rimanendo legata al concetto tradizionale di TV.
Nonostante questo, si sta preparando il terreno per un cambio di rotta, infatti iniziano ad affacciarsi sul mercato nazionale i primi servizi che offrono questa nuova modalità di fruizione dei contenuti: Sky e Mediaset hanno fatto da apripista ma il tutto è ancora ad uno stadio embrionale, anche se rappresenta l'inizio di qualcosa di nuovo, che permetterà allo streaming di insinuarsi nei salotti degli italiani, divenendo piano piano un servizio ben integrato nella quotidianità di ognuno.
Non bisogna dimenticare poi che Netflix sembra essere molto abile nel trovare buoni alleati, come dimostrato dagli accordi presi con i principali operatori di telecomunicazioni internazionali, che forniscono le infrastrutture necessarie alle fruizione dei contenuti, realizzando pacchetti ad hoc che includono il servizio di streaming all'interno delle offerte adsl. Non è un caso che negli ultimi giorni si sia diffusa la notizia di un possibile incontro all'FT-ETNO Summit 2014 di Bruxelles tra Reed Hastings, CEO di Netflix, e Marco Patuano, AD di Telecom Italia, che potrebbe dare inizio a una partnership per portare Netflix in Italia.

A questo punto, il 2015 potrebbe rappresentare l'anno giusto per l'arrivo del servizio nel nostro paese. I problemi però non sono però finiti, poiché se anche venissero risolte le questioni citate sopra, rimarrebbe l'inconveniente che Netflix in Italia non avrebbe modo di costruire un catalogo molto vasto, potendo utilizzare solamente i contenuti con licenza SVOD (Subscription Video on Demand) o le autoproduzioni; in questo caso la library sarebbe costituita da massimo 2000 titoli. Con il sistema di licenze attuale, Netflix difficilmente riuscirebbe a tenere testa ad Infinity di Mediaset, che conta un catalogo di ben 6000 film. La diffusione dell'azienda americana nel nostro Paese è perciò ostacolata nella creazione di un catalogo ricco e completo di contenuti; è necessario aspettare i risultati delle piattaforme emergenti sul nostro territorio, e nel caso la loro offerta non attirasse abbastanza pubblico, sarebbero costretti a rivedere la politica che riguarda la distribuzione dei diritti, aprendoli così anche alla concorrenza, in modo da aumentare i guadagni. Si creerebbe in questo modo un sistema simile a quello che esiste per il mondo della musica, nel quale le diverse piattaforme hanno library complete e non troppo eterogenee.
Per il momento, esistono metodi alternativi per usufruire del servizio offerto da Netflix, che permettono di abbonarsi sfruttando i canali esteri. Questi sono procedimenti non ufficiali, che "imbrogliano" il sistema, e per di più non si possono visionare i contenuti in lingua italiana ma solamente in quella originale.

UN'ARMA ANTI-PIRATERIA

In Italia la pirateria audiovisiva provoca perdite per oltre 500 milioni di euro all'industria cinematografica e televisiva. Se un tempo le copie illegali venivano vendute su supporto fisico, oggi il tutto si svolge tra le mura domestiche, grazie a piattaforme di file-sharing come Torrent ed Emule.
Negli Stati Uniti e nei paesi in cui è presente, Netflix ha inferto importanti danni alla pirateria. A questo punto, i vantaggi sarebbero molteplici: da un lato il pubblico nostrano avrebbe un'alternativa al download illegale, mentre i produttori italiani avrebbero una nuova piattaforma a cui fornire i loro prodotti, ampliando le possibilità di guadagno.
In conclusione possiamo dire che la questione "Netflix in Italia" non si limita solo alle problematiche inerenti la banda larga o alla diffusione delle smartTV: in realtà, esiste tutta una rete di nodi ben più complessi e più difficili da sciogliere, poiché vengono coinvolti i colossi mediatici nazionali e l'attuale regolamentazione sui diritti televisivi.