Ninety Days, la meraviglia prende vita in Unreal Engine 5

Andiamo alla scoperta del progetto "Ninety Days" dei ragazzi di Quixel, che unisce il potenziale di Megascans a quello di Unreal Engine 5.

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Il processo di sviluppo dei videogiochi, e più in generale dei contenuti digitali, ha subito un profondo cambiamento nel corso degli ultimi anni.
L'evoluzione della tecnologia ha consegnato agli sviluppatori strumenti sempre più potenti, tool in grado di dimezzare le tempistiche a fronte di un impiego di forze notevolmente ridotto e che, abbinati agli hardware più recenti, sono capaci di restituire risultati inimmaginabili fino a poco tempo fa.
Non solo tempo ma anche denaro: il risparmio in termini economici ha consentito anche ai team più piccoli di raggiungere livelli qualitativi estremamente elevati, alzando l'asticella nel campo del VFX e in quello videoludico.

Tra i segmenti che hanno maggiormente tratto vantaggio da questo progresso c'è sicuramente quello della modellazione e della grafica tridimensionale in generale: creare mondi sempre più realistici e articolati è oggi un'operazione meno complessa, grazie all'avvento di motori grafici come Unreal Engine 5 di Epic Games e al lavoro svolto da Quixel Megascans.
Il progetto Ninety Days di Quixel basa le sue fondamenta su questi presupposti: creare contenuti 3D di altissima qualità in una frazione del tempo necessario in passato: mettetevi comodi e preparatevi a scoprire un meraviglioso universo fatto di poligoni.

Quixel e l'ambizione del fotorealismo

Quixel è un'azienda svedese specializzata in fotogrammetria diventata celebre grazie al toolset Megascans e alla libreria di asset tridimensionali che in poco tempo ha conquistato il cuore di designer, sviluppatori e artisti nei settori dell'architettura, del cinema e dell'industria videoludica.

Nata nel 2011 dall'intuizione di Teddy Bergsman e Waqar Azim, in pochi anni Quixel ha sviluppato strumenti in grado di scannerizzare ogni tipo di ambiente e di superficie, realizzando texture e modelli 3D che puntano al fotorealismo.
La società ha rapidamente attirato l'attenzione dei colossi del settore e oggi opera sotto l'egida di Epic Games.
Le potenzialità del binomio Quixel - Unreal Engine 5 sono facilmente intuibili: la versatilità del sempre più diffuso motore grafico abbinata alla vastissima libreria di asset fotorealistici ridefiniscono le possibilità nel campo della creazione di mondi digitali.
Per fare un esempio pratico e recente, è impossibile non citare Senua's Saga: Hellblade 2. Chiunque abbia visto i trailer realizzati "in-engine" è rimasto impressionato dalla qualità dei modelli, dai dettagli delle superfici e dal realismo degli ambienti.
Per arrivare a tanto, gli sviluppatori di Ninja Theory si sono avvalsi della collaborazione di Quixel: il team ha infatti scannerizzato le vaste distese islandesi ricreando il tetro ma affascinante territorio che farà da palcoscenico alle avventure della famosa guerriera pitta.

Al netto delle reali fattezze del gioco, di cui sappiamo ancora poco, la qualità e il realismo raggiunti nei filmati tolgono letteralmente il fiato.

Ninety Days: una sfida contro il tempo

Come accennato in apertura, sin dai primordi l'obbiettivo di Quixel è stato quello di velocizzare e rendere accessibile la creazione di contenuti 3D di alta qualità, accorciando i tempi in giorni o addirittura in ore, anziché settimane e mesi. All'inizio del 2022, con l'arrivo di un motore potente come Unreal Engine 5 l'azienda ha deciso di mettersi alla prova, dando i natali a "Ninety Days".

Il progetto si basa su un concetto semplice: creare qualcosa di bello, che girasse in tempo reale su pc, e costruire ogni ambiente in soli tre giorni, facendo affidamento sulle librerie di Quixel Megascans, sulle risorse di Sketchfab e sul marketplace di Unreal Engine.

Partito con soli tre artisti all'attivo, Ninety Days ha presto coinvolto nuove personalità, tutte interne alla stessa Epic e con background completamente diversi.

Il risultato di tale esperimento si è concretizzato in una serie di paesaggi mozzafiato, ispirati ai generi più diversi (dal fantasy al cyber-punk) e agli stili più disparati, spesso accomunati da una caratteristica: l'estremo realismo.
Per arrivare a tanto, i designer si sono avvalsi dei più potenti strumenti portati in dote dall'ecosistema di Unreal Engine 5: il tanto chiacchierato sistema di illuminazione globale Lumen ha permesso l'applicazione di fonti luminose realistiche ed estremamente adattabili, mentre la gestione delle geometrie affidata a Nanite ha sostanzialmente ridotto le preoccupazioni sulla conta dei poligoni, consentendo una migliore ottimizzazione delle risorse.
Quello che fino a qualche anno fa era ad esclusivo appannaggio dei più avanzati film d'animazione è oggi a portata di sviluppo.

Prospettive per il futuro

Al di là dell'operazione di marketing volta a enfatizzare la potenza di Unreal Engine 5 e la qualità delle librerie Quixel, il progetto Ninety Days ci permette di dare un primo sguardo al prossimo futuro della grafica tridimensionale e dei videogiochi.
Non è un caso che sempre più attori dell'industria stiano passando agli strumenti offerti da Epic, in alcuni casi rinunciando a motori grafici proprietari costati milioni di dollari: tra gli esempi più clamorosi merita una menzione CD Projekt RED che, dopo i problemi riscontrati con Cyberpunk 2077 e il RED Engine, ha deciso di virare sul più versatile UE5.

Ciò che più colpisce, però, è il livello di qualità grafica messo in mostra dagli sviluppatori indipendenti e più in generale dai progetti economicamente meno rilevanti: nelle ultime kermesse videoludiche è apparso evidente come il divario tra le produzioni "minori" e i più costosi "tripla A" si sia drasticamente ridotto, tutto questo anche in virtù di tool sempre più potenti.
Dal punto di vista della grafica, i prossimi anni si prospettano a dir poco radiosi e abbiamo appena iniziato a scalfire la superficie delle potenzialità offerte da questi nuovi strumenti.