NVIDIA GeForce GTX Serie 10: le GPU immortali che hanno segnato un'epoca

Un tuffo nel recente passato, un tributo alle icone GTX 1060 e GTX 1080 che hanno dettato i tempi del mercato e sono ancora lì.

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In rete si legge spesso che le GTX Serie 10 sono schede ancora giovani, che è passato poco tempo e che la tecnologia è solo marketing. Ma è davvero così? Certo, dal loro arrivo sul mercato di tempo ne è passato, eppure secondo i sondaggi Steam la GTX 1060 regna ancora incontrastata. Purtroppo, però, non è sempre tutto come sembra. Se gli studi demografici sono piuttosto eloquenti sulle volontà (o necessità) dei giocatori, è anche vero che la tecnologia si sta spostando sempre di più dalla potenza bruta a un'essenza più trasversale. In questo tributo alla leggendaria Serie 10 cercheremo di fare un po' di chiarezza su cosa è stata Pascal e, perché no, condividere un pizzico di nostalgia.

Questione di prospettive

Guardando ai fatti, da quel faraonico lancio delle GTX 1070 e GTX 1080, prime rappresentanti dell'architettura Pascal, di anni ne sono passati sei, praticamente lo stesso periodo intercorso tra l'ottava e la nona generazione di console, per intenderci tra PS4 e Xbox One e le più recenti PS5 e Xbox Series. Tra i due mondi, simili ma paralleli, esiste una galassia di differenze. Il progresso, se guardiamo all'hardware PC, corre veloce, tanto veloce. Una generazione di schede video non richiede sei anni ma appena due e in effetti dopo Pascal del 2016 è arrivato il roboante annuncio delle RTX Serie 20 già nel 2018, prima generazione di GPU consumer dotate di RT Core e Tensor Core, cluster dedicati a task specifici e che hanno aperto le porte a un nuovo concetto di fare gaming.

Tra Ray Tracing e DLSS, l'evoluzione non è mai stata così verticale, con un miglioramento esponenziale non solo dell'impatto visivo ma, paradossalmente, anche delle prestazioni finali. Poco importa se per farlo interviene l'IA, il framerate aumenta, la latenza si riduce e l'esperienza diviene qualitativamente superiore. La gamma Turing non era esente da difetti, poi puntellati con l'arrivo nel 2020 dei primi modelli RTX Serie 30 basati su Ampere, con RT Core di seconda generazione e Tensor di terza, pensati per verticalizzare ancora di più quell'incremento prestazionale mediato non solo dalla potenza bruta di un'architettura incredibile ma anche dal Deep Learning, in cui NVIDIA domina incontrastata in attesa dell'arrivo di Intel con le sue GPU ARC.

AMD in questo non ha inseguito affatto, nonostante l'assenza di Core deputati al ML nelle sue alternative. Così come su PC non ha abbandonato l'architettura monolitica, anche con le Radeon Serie 6000 ha continuato per la sua strada, aggiungendo il Ray Tracing e puntando su scaler prima spaziali (CAS, FSR e RSR) e poi temporali con il tanto chiacchierato FidelityFX Super Resolution 2.0, che sembra colmare il gap con il DLSS 2.0 pur facendo a meno dell'IA, in attesa della terza iterazione dello scaler NVIDIA che potrebbe allungare di nuovo sul team rosso.

Quel che appare ormai certo è che questo cambio di paradigma di NVIDIA ha lasciato molti interrogativi irrisolti. Se si vuole fare a meno del Ray Tracing, le GTX Serie 10 all'atto pratico sono ancora delle schede video validissime. La loro potenza era avanguardia pura, sia come bilanciamento energetico che come prestazioni. La GTX 1060 per esempio, rimane un punto di riferimento assoluto per importanza storica, aprendo le porte a prestazioni se non eccezionali molto più che dignitose anche alla fascia media, grazie a un MSRP di appena 299 dollari.

Ad aumentare ulteriormente la longevità di queste schede ci ha pensato contro ogni pronostico la stessa AMD, estendendo il supporto di FSR 1.0 alle schede video NVIDIA e fino alla GTX 1060. Come se non bastasse, anche FSR 2.0 riserva il medesimo trattamento alla compagine verde, fermandosi però alla GTX 1070. Queste schede possono ancora dire la loro, con mezzi propri e con l'inaspettato aiuto della concorrenza, ma siamo di fronte a un unicum nella storia recente dell'industria dell'hardware consumer.

Il salto gen over gen si è assottigliato perché l'obiettivo di NVIDIA non è più solo quello di primeggiare nel raster tradizionale, bensì di offrire prodotti poliedrici in grado di dominare incontrastati su tutti i fronti, con risultati se non impossibili, quantomeno difficili da raggiungere dai competitor (almeno nel fattore estetico dell'output video) anche a parità di fascia.

Basti pensare all'enorme potenziale che è in grado di offrire una comune RTX 3050 oggi, senza scomodare i rumor sulle avveniristiche Serie 40, che ormai sono prossime al lancio ufficiale. Con schede dal prezzo consigliato a partire da 249 dollari (al netto dell'annoso problema scalping) oggi è possibile giocare in Full HD in Ray Tracing al massimo dettaglio senza scendere a patti con il framerate. L'equivalente di una RX 6600 dirà qualcuno, certo, ma la qualità dell'immagine finale offerta dal DLSS 2.0 vale il prezzo del biglietto. Pur attivando FSR sulla controparte le differenze esistono e non sono certo marginali (qualche spunto di riflessione in tal senso l'abbiamo proposto nella prova di Death Stranding: Director's Cut per PC).

Tornando alle care, vecchie Pascal, definirle obsolete sarebbe precoce e oltretutto irrispettoso, ma bisogna ammettere che, pur resistendo alla prova del tempo, sono sprovviste del corredo tecnico ormai minimo per il gaming di alta qualità. Si può giocare e anche con soddisfazione, ma sarebbe altrettanto ingiusto pretendere di più da schede video che nel giro di qualche mese apparterranno a ben quattro generazioni fa.