Perché cani, moscerini e topi hanno conquistato lo spazio prima di noi?

Gli animali, e i loro viaggi spaziali, hanno garantito l'incolumità degli astronauti. Ma perché continuiamo a mandare meduse e ragni nello spazio?

Perché cani, moscerini e topi hanno conquistato lo spazio prima di noi?
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Nei giorni scorsi un cargo di Space X è partito dalla Terra con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale, trasportando, tra le altre cose, tardigradi e piccoli calamari.
Questa è solo l'ultima delle spedizioni spaziali dedicate allo studio di animali e del loro comportamento nello spazio, ma quali sono le ragioni per cui continuiamo a mandarli, nonostante i viaggi spaziali abbiano raggiunto un relativo livello di sicurezza? Inoltre, quali animali sono stati mandati in orbita in passato e quali risultati hanno portato tali studi?

Animali pionieri dello spazio

Forse non molti sanno che i primi animali lanciati dall'uomo nello spazio , volontariamente, furono dei comuni moscerini della frutta. Nel 1947 infatti un razzo lanciato dal New Mexico riuscì a superare la linea di Karman, e quindi a varcare ufficialmente la frontiera dello spazio, trasportando all'interno alcuni esemplari di Drosophila Melanogaster, moscerini della frutta appunto. Senza dubbio il trasporto di tali animali era molto semplice e li rendeva passeggeri ideali, viste le loro ridotte dimensioni e quindi l'irrilevante consumo aggiuntivo di carburante, ma per quale ragione degli insetti all'apparenza così insignificanti sono stati portati nello spazio?
Il motivo è che i moscerini della frutta sono sorprendentemente simili dal punto di vista genetico agli esseri umani, ad esempio è noto che il 75% dei geni che causano malattie negli esseri umani possono essere trovati anche nei moscerini. Per quanto riguarda lo scopo della pioneristica missione spaziale con a bordo moscerini, gli scienziati volevano scoprire se l'esposizione degli insetti alle radiazioni che un viaggio di tale tipo comporta avrebbe modificato in maniera rilevante la loro struttura genetica.
I moscerini vennero però recuperati in perfetta forma e senza alcuna mutazione, gettando le basi per missioni spaziali con a bordo esseri umani, o altri animali.

Il primo viaggio spaziale dei moscerini e quello degli uomini sono separati da ben quattordici anni; in questo periodo di tempo, gli animali furono gli unici "esploratori" della volta celeste. Tre scimmie, numerosi topi e una dozzina di cani, tra cui la celebre Laika, furono molti gli animali a raggiungere lo spazio prima di Yuri Gagarin.

Il lancio di forme di vita più complesse dei moscerini era ritenuto necessario per analizzare da vicino gli stress fisici a cui eventuali astronauti sarebbero stati sottoposti: molti degli animali venivano infatti sedati alla partenza e monitorati durante il viaggio, tramite l'uso di sensori che ne rilevavano i parametri vitali.
Il noto lancio di Laika ad esempio, sebbene prevedesse la morte del cane, fu effettuato per verificare se un passeggero vivente potesse sopravvivere in condizioni di microgravità. Il progresso scientifico, che anche questi lanci corroborarono, fu fondamentale per garantire l'incolumità dei primi astronauti, ma i viaggi con animali a bordo non si fermarono con l'arrivo dell'uomo nello spazio, anzi.

Meduse, scarafaggi e molto altro

Ad oggi sette programmi spaziali nazionali hanno lanciato animali nello spazio, e molti di essi sono stati lanciati successivamente alla corsa per lo spazio. Nonostante si fosse raggiunto un buon livello di incolumità per gli astronauti, lo spazio restava ancora imperscrutabile, così come il comportamento di animali in condizioni di microgravità o comunque al di fuori dell'atmosfera terrestre. Per esempio, dei ragni vennero inviati nello spazio per scoprire se fossero in grado di tessere ragnatele in microgravità. La risposta? Sì.
Oppure, negli anni '90 la NASA spedì uno shuttle contenente 2478 polipi, piccoli di medusa, in sacchetti con all'interno acqua di mare artificiale. Le meduse si riprodussero, arrivando ad essere 60000, e al loro ritorno gli scienziati testarono la loro capacità di orientamento. Sebbene profondamente diverse da noi, le meduse condividono una caratteristica essenziale con l'essere umano: sono in grado di percepire l'alto e il basso sfruttando la forza di gravità.
Infatti, quando un polipo cresce, sviluppa dei cristalli di solfato di calcio intorno all'ombrella (la parte superiore a campana) che rispondono alla gravità, segnalando alle meduse quale sia l'alto e quale il basso.

I risultati dello studio indicarono che effettivamente le loro capacità di movimento fossero compromesse, nonostante risultassero morfologicamente speculari a comuni meduse, indicando che forse i vertebrati nati nello spazio, umani compresi, potrebbero avere le stesse difficoltà. D'altro canto, sappiamo che il concepimento spaziale non sembra influenzare molto i nati, se vengono alla luce sulla Terra, almeno stando a quello che è successo nel 2007 con uno scarafaggio. Nadezhda, questo il nome dello scarafaggio, venne lanciato nello spazio da alcuni scienziati russi e concepì, sotto stretto controllo dei ricercatori, su uno shuttle, per poi dare alla luce a 33 piccoli una volta tornato sulla Terra.
Un'anomalia che venne riscontrata nei nati fu l'inscurimento molto più rapido del carapace, che di solito si scurisce con tempi maggiori, ma per il resto risultavano comuni scarafaggi.

Molti altri animali tra cui tartarughe, farfalle, formiche, vermi, topi, gechi, formiche sono stati spediti nello spazio per effettuare ricerche che possano aiutarci a comprendere meglio ciò che ci circonda. Purtroppo, alcuni animali sono deceduti in queste missioni, ma la maggior parte delle morti è avvenuta negli anni '50, quando ancora i viaggi nello spazio erano vere e proprie scommesse.
Oggi le cose sono sensibilmente cambiate: gli esperimenti vengono effettuati con maggiore coscienza, cercando in tutti i modi di evitare sofferenze agli animali, e da ormai 30 anni non vengono più lanciati razzi con a bordo forme di vita complesse come cani o scimmie . Non saremmo mai potuti arrivare al punto da poter ritenere i viaggi turistici nello spazio un'ipotesi concreta senza i numerosi viaggi che cani, moscerini e molti altri animali hanno effettuato prima di noi, però ancora oggi abbiamo bisogno di "altre Laika".
Siamo infatti solo agli albori dell'esplorazione spaziale e gli animali potrebbero rivestire un ruolo fondamentale per conoscere di più sulla risposta degli organismi a lunghe missioni spaziali, destinate a diventare sempre più frequenti nell'immediato futuro.