Perché dalla Terra non riusciamo a vedere il nono pianeta?

Il Pianeta 9 è stato teorizzato per spiegare il movimento di alcuni oggetti, ma attualmente non riusciamo a vederlo.

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In un recente workshop presso l'università Caltech che si è tenuto a maggio, un gruppo di astronomi si è riunito per discutere delle teorie riguardanti l'esistenza del nono pianeta del sistema solare, nonché della possibilità di avvistare il suddetto corpo celeste, che sarebbe così distante dal Sole da rendere impossibile qualunque sua rilevazione.
Chi ci segue su Everyeye saprà che il fantomatico nono pianeta è stato teorizzato per spiegare la strana orbita di alcuni oggetti nello spazio. La teoria proposta da Mike Brown e Konstantin Batygin non è però l'unica spiegazione possibile: altri ricercatori hanno spiegato l'orbita degli oggetti senza teorizzare l'esistenza di un nuovo pianeta. Riepilogheremo ora, brevemente, perché è stata supposta la presenza di un altro pianeta nel sistema solare, per poi spiegare quali sono i problemi relativi al suo avvistamento che sono emersi durante il workshop presso la Caltech University.

Abbiamo bisogno di un nono pianeta?

Prima di spiegare perché non riusciamo a vedere il fantomatico pianeta 9, è bene identificare le ragioni che hanno portato gli astronomi a supporne l'esistenza. Esistono oggetti, come Sedna, chiamati transnettuniani (TNO, trans-neptunian object), ovvero corpi celesti che hanno un'orbita che per la maggior parte supera quella di Nettuno. Sedna è un oggetto grande quasi quanto Plutone, ma il motivo per cui è famoso è la traiettoria che segue durante il suo viaggio nella parte più interna del sistema solare. Questa infatti risulta allineata a quella di altri TNO, un evento che risulta troppo preciso per essere una semplice coincidenza.

Per Brown e Batygin questi oggetti vengono portati verso il Sole grazie alla presenza di un nono pianeta, estremamente distante dal nostro, che li attirerebbe con la sua forza gravitazionale. Il pianeta 9 dovrebbe avere una massa tra le 5 e le 20 volte maggiore di quella della terra ed un'orbita ellittica che dista 1000 AU dal Sole (AU = astronomical unit), dove 1 AU è la distanza tra la terra e il Sole stesso.

Perché non riusciamo a vedere il pianeta 9?

Sappiamo che il nono pianeta è 1000 volte più lontano dal Sole rispetto alla terra. Un modo per avvistarlo prevede che la luce della stella lo colpisca e torni indietro, riflessa, verso la terra: purtroppo a causa della lontananza risulta difficile vederlo sfruttando lo spettro elettromagnetico visibile, in quanto la luce disperde la sua energia nello spazio man mano che viaggia.
Il Subaru Telescope della Hawaii ha un campo di visione estremamente largo, requisito necessario per avvistare un pianeta che si trova in un'orbita molto estesa. Questo sarebbe adatto all'avvistamento del corpo nascosto, perché non è pensabile che gli astronomi puntino un telescopio ad alta risoluzione (ma con un campo più stretto) in uno spazio così largo, nella speranza che la fortuna giochi a loro favore.Il telescopio Subaru dunque avrebbe le caratteristiche per avvistare la luce debolissima riflessa dal pianeta, ma è probabile che questa si confonda con il resto delle stelle nel cielo o che le giornate di maltempo abbiano impedito agli astronomi di rilevarlo.
Il pianeta potrebbe anche trovarsi nella parte dell'orbita più distante dalla terra, ovvero a 1000 AU: in questo caso potrebbero volerci anche 1.000 anni per poterlo avvistare. Nell'immagine precedente potete osservare la sua orbita rispetto a quella degli altri pianeti per capire quanto sia distante da noi il pianeta 9.

Il calore emesso dal pianeta potrebbe essere una soluzione

Stabilito che è estremamente difficile avvistare il pianeta 9 sfruttando la luce del sole nello spettro visibile, si potrebbe pensare ad identificarlo supponendo che emetta calore dal suo nucleo. Qui entrano in gioco i telescopi che riescono a vedere la radiazione infrarossa, generalmente associata al calore di un corpo. Questa non deve compiere il doppio percorso sole - nono pianeta - terra, ma esattamente la metà. I telescopi che rilevano la radiazione infrarossa sono attualmente molto impegnati ad analizzare la radiazione cosmica di fondo, ovvero la prima luce dopo il Big Bang che si è spostata nell'infrarosso a causa dell'espansione dell'universo.
Esiste la possibilità che questi telescopi possano essere puntati proprio dove si trova il nono pianeta, o che addirittura esista già una rilevazione passata del nuovo oggetto celeste che stia aspettando di essere scoperta.

Al JPL della NASA la teoria non viene accettata

I ricercatori della NASA non sono d'accordo con la teoria di Brown e Batygin sull'esistenza del nuovo pianeta mai avvistato. Per supportare la teoria, oltre alla strana orbita allineata dei TNO, sono state evidenziate le strane fluttuazioni rilevate dal satellite Cassini nell'orbita di Saturno, rispetto alle previsioni basate sull'attuale modello planetario del sistema solare. La presenza del nono pianeta potrebbe aver alterato l'orbita di Saturno ed i dati di Cassini avrebbero evidenziato questo evento.

Tuttavia, gli scienziati del JPL (Jet Propulsion Laboratory) hanno chiarito che i dati di Cassini sono soggetti a incertezza, che dipende dal particolare modello d'errore che si sta considerando. Dunque, per loro sarebbe normale che esistano delle discrepanze tra quello che viene riportato dalla sonda e quello che viene previsto dall'attuale modello orbitale di Saturno.
Per ora è difficile capire se l'esistenza del nono pianeta sia vera o meno, ma è chiaro che esistono i presupposti per pensare che ci sia un altro corpo celeste, più grande della terra, che viaggia indisturbato lontano dai nostri occhi curiosi.