Pixelbook: addio al grande sogno di Google

Google ha deciso di non produrre più nuovi modelli del Pixelbook, mettendo fine a un progetto che sembrava avere enormi potenzialità.

Pixelbook: addio al grande sogno di Google
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Con gran sorpresa e anche un po' di rammarico Google ha deciso di dire addio al suo Pixelbook. Stando alle informazioni riportate da The Verge, Mountain View avrebbe sciolto il team responsabile della sua realizzazione, ponendo fine a un progetto partito con grandi speranze e baciato da un discreto successo, ma tagliato per questioni di budget e per una riduzione dei costi necessaria all'interno dell'azienda.
Il progetto, probabilmente, non era più considerato fondamentale, vista la sempre più forte contrazione del mercato notebook e PC e la voglia di concentrarsi su tablet, smartphone e smartwatch.

Un grande sogno?

La linea Pixelbook era stata lanciata con energia nel 2017, quando Google aveva deciso di entrare in diretta competizione con Apple e i suoi Macbook.
Il primo modello lanciato sul mercato, se vogliamo, offriva anche molto di più rispetto a un semplice notebook. Oltre a distinguersi per le alte prestazioni e l'elevata qualità produttiva, era un oggetto utile e molto bello da vedere, un portatile convertibile che poteva essere utilizzato anche come tablet, a cui era poi stata abbinata una penna per poterlo utilizzare al meglio.

In un solo colpo Mountain View entrava in competizione con Macbook Air e iPad, visto che offriva perfetta integrazione con Google Assistant e tutta la galassia Android, muovendosi all'unisono con gli smartphone della gamma Pixel. Google aveva investito grandi risorse e sembrava davvero credere tanto nel progetto di un suo ecosistema integrato e tecnologicamente avanzato. Qualcosa però, negli anni successivi, non è andato come sperato e l'aura di grandezza espressa da quel primo modello non si è poi ripetuta in egual misura con le uscite successive.

Da Pixel a Chrome

Il Pixel Slate era un tablet con tastiera collegabile, molto simile ai Surface di Microsoft. Con il lancio di Pixelbook Go, poi, abbiamo dato il benvenuto a una versione più piccola ed economica del primo Pixelbook, ma incapace di rivaleggiare con la concorrenza e passato quasi de tutto in sordina, con alcuni mercati, come il nostro, che non lo hanno nemmeno mai visto.
Google, a quel punto, ha quasi messo da parte ogni velleità e ha deciso di concentrarsi sull'anima pulsante dei suoi dispositivi, quel Chrome OS che tanto bene aveva fatto parlare di sé.

Sono così arrivati i Chromebook, prodotti da aziende leader nel settore dei pc portatili ma con all'interno il leggero, malleabile e prestazionale sistema sviluppato dalla grande G.
La pandemia, con lo smartworking e la didattica a distanza, ha portato questi prodotti alla ribalta: costavano relativamente poco e offrivano tutto quello che serviva a studenti e lavoratori per svolgere al meglio compiti e mansioni. Con poco si offriva tanto, con buone prestazioni e tanta stabilità. Il successo sembrava decretato e tutto faceva presagire all'arrivo di un nuovo Pixelbook, spinto dalle ali di questo rinnovato entusiasmo.

Un sogno finito troppo presto?

Poi però la pandemia è finita, gli studenti sono tornati a scuola e i lavoratori hanno ripreso a non stare più a casa. Le vendite sono così drasticamente diminuite, riportando le tendenze ai momenti che avevano preceduto il Covid e che mostravano un mercato PC in forte difficoltà.
Ora che si è quasi del tutto tornati alla normalità, con anche una crisi economica in atto a livello globale, Google ha deciso di non perseguire la strada del Pixelbook, non più conveniente dal punto di vista economico e produttivo.

Ci ha provato, forse non credendoci davvero fino in fondo, per poi comprendere di non essere nel periodo storico giusto per proseguire con testardaggine su questa strada. Questo, naturalmente, non porterà alla morte della galassia Chromebook, che continuerà ad esistere grazie alla convenienza che molti produttori hanno riscontrato nell'inserirlo all'interno dei loro device. Google continuerà a sviluppare il suo sistema ma non si occuperà più di produrre in prima persona i dispositivi che lo fanno girare.

Cosa resta?

Allo stesso tempo, la divisione dei Pixelbook sarà probabilmente riassegnata verso altre produzioni in settori economicamente più rilevanti. Parliamo dell'arrivo di nuovi smartphone della linea Pixel, del probabile lancio di un nuovo tablet nel 2023 e di uno smartwatch ormai di prossima uscita.
Si tratta di settori dal successo ben più sicuro, con beni di ben più alto consumo e molto più sulla cresta dell'onda rispetto ai computer portatili. Un peccato, vista la passione che era stata riversata sul progetto e le grandi potenzialità che questi notebook sembravano avere, per non parlare della grande forza che avrebbero potuto sprigionare viaggiando insieme a versioni sempre migliori e performanti di Chrome OS.

Google ha provato a fare ciò che Apple fa da anni, costruendosi il sistema e tutti i prodotti tecnologici che vi gravitano intorno. Ci ha provato, ma si è scontrata con un mercato reticente e nel quale, da nuovi arrivati, è davvero impossibile inserirsi con immediato profitto. Peccato, perché avere sul mercato un concorrente valido di Microsoft e Apple, con un ecosistema integrato e ben sviluppato, avrebbe portato nuova linfa vitale all'intero settore.

Pixelbook tornerà?

L'unica speranza risiede nella tendenza continua di Mountain View di cambiare spesso idea e tornare sui suoi passi, se la situazione lo richiede.
Magari oggi il progetto è stato dismesso e abbandonato, ma chissà che un successo dell'ecosistema Google sugli altri dispositivi della gamma Pixel non porti l'azienda a rivedere le sue priorità e a rimettere in piedi il team che stava costruendo e realizzando il nuovo Pixelbook. Le potenzialità di quel primo arrivato nel 2017 erano enormi ed è un vero peccato averle buttate via, ora che poteva essere realizzato un prodotto nettamente migliore e di maggior pregio.

Non ci resta che sperare in una continua crescita dei Chromebook e, magari, nella sempre più stretta collaborazione di Google con qualche grande produttore che possa in futuro dare vita a un nuovo notebook, magari non prodotto direttamente da Mountain View ma che recuperi quello spirito pionieristico che la linea Pixelbook sembrava voler portare avanti.
Staremo a vedere: sembra sempre sul punto di abbandonarci per sempre, ma il mercato PC è davvero molto duro a morire. Sentiremo ancora parlare di Pixelbook, statene certi.