Pokemon Go: la situazione dell'app a un anno dal lancio

A un anno dal lancio ufficiale Pokemon Go si è evoluto tanto ma continua ad essere afflitto da critiche e problemi.

Pokemon Go: la situazione dell'app a un anno dal lancio
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Il 15 luglio 2016 anche l'Italia veniva travolta dal fenomeno Pokemon Go, il gioco dedicato ai piccoli animaletti giapponesi "patrocinato" da Nintendo e sviluppato da Niantic. Per gli utenti fu un colpo di fulmine: la popolarità delle piccole creature e il sistema di gioco semplice e innovativo regalarono al gioco un successo di portata mondiale, con numeri da record e una moda che presto si trasformò in mania e dopo in fissazione. Il gioco fu però sin da subito afflitto da problemi che ne limitarono le potenzialità e che snervarono fortemente gran parte degli appassionati. Oggi, a poco più di un anno di distanza dal lancio, il gioco sembra finito nel dimenticatoio, assoggettato al destino che colpisce tutte le app di successo. Dodici mesi di fuoco per un gioco molto diverso da quello di un anno fa ma ancora afflitto da parecchi problemi.

Dal boom al declino

Dal primo trailer ufficiale, lanciato nel settembre 2015, si capì di avere a che fare con un prodotto che avrebbe in parte rivoluzionato il modo di giocare, attirando intorno a se un numero di appassionati mai visto prima. Ad oggi l'applicazione conta ben 750 milioni di download, di cui ben 500 solo nei primi due mesi. Già questo dato serve per comprendere la natura del fenomeno: la moda si diffuse rapidamente, a macchia d'olio. Tutti scoprirono in poco tempo il gioco, i media se ne occuparono su larga scala, trasformandolo nella moda del momento. Per tutta l'estate 2016 non si parlò di altro, con il gioco analizzato in ogni suo più piccolo particolare, utenti di tutti i tipi che si riversarono in massa per scoprirlo e approfondirlo. Come tutti i fenomeni del web la tempesta fu passeggera, la moda passò e presto molti si dimenticarono di avere sul proprio telefono l'applicazione. Visti anche i numeri iniziali la parabola discendente fu tra le più ripide. Non esistono dei dati ufficiali rilasciati da Niantic ma sono numerose le stime che parlano di quasi 28 milioni di giocatori al giorno a luglio 2016, con punte stimate di 100 milioni di accessi contemporanei nel mondo e quasi 1 miliardo di accessi mensili. In poco tempo i numeri sono calati di circa l'80%, per una perdita di passione mai vista prima. Oggi si parla di circa 10 milioni di utenti giornalieri; dati di tutto rispetto ma probabilmente lontani da un successo che si sperava fosse più duraturo. Giochi free to play di successo hanno registrato il medesimo calo, ma con una curva che è andata a decrescere in tempi ben più lunghi, dai 3 a 5 anni. Pokemon Go ha visto erodersi la passione intorno a se in pochi mesi.

Troppi problemi

Sin dalla sua genesi il gioco è stato afflitto da una sequela di problemi che ne hanno gravemente minato la stabilità e l'esperienza d'uso. Inizialmente i troppi accessi contemporanei hanno portato a crolli totali dei server. Per giorni numerosi utenti non sono riusciti ad accedere ai propri account, con il gioco in down di punto in bianco e inaccessibile per ore intere. Il calo di utenti e le contromisure prese dai creatori portarono ad una situazione via via sempre più stabile, ma il gioco, soprattutto nelle sue prime versioni, ha sempre vissuto in balia di bug e problemi. Anche la giocabilità è diventata presto un fattore capace di minare le potenzialità del gioco: la rivoluzionaria idea iniziale, con la realtà aumentata come concetto base attirò subito numerosi consensi. Andare in giro per la propria città a giocare era un'esperienza profonda che in molti non avevano mai sperimentato. Il concetto è stato però abbandonato a se stesso, immobilizzato nelle sue meccaniche di base. In breve tempo l'esperienza si è rivelata ripetitiva, piatta, semplice e spesso noiosa. I combattimenti, tanto amati dai fan, ridotti ad un semplice tap sullo schermo, creature mai troppo varie, evoluzioni lente e miglioramenti scarni hanno fatto il resto, spingendo molti ad abbandonare il tutto in pochissimo tempo. Per lungo tempo Niantic, troppo occupata a risolvere i problemi tecnici, a corregge i bug e ad allontanare bot e giocatori scorretti, non si è preoccupata di migliorare il suo gioco. Numeri e altissimi ritorni economici hanno nascosto per lungo tempo la verità: gli utenti si erano stancati e l'attrattiva del marchio non bastava più.

Una tardiva corsa ai ripari?

Le critiche ricevute hanno spinto i vertici a cambiare registro e a provare a dare una scossa al sistema per renderlo più appetibile. Il 2017 è stato l'anno delle novità, con l'arrivo di nuovi Pokemon - quelli di seconda generazione - e qualche miglioria al sistema. Un piccolo passo che ha portato nuova linfa vitale agli stanchi videogiocatori, cui ha fatto seguito un aggiornamento ben più corposo arrivato lo scorso luglio. Il sistema di combattimento e di gestione delle palestre, tanto odiato e criticato, è stato cambiato in modo da spingere con maggiore forza sulla componente social del gioco, con giocatori dello stesso team "obbligati" a coalizzarsi per combattere insieme mostri rari e ottenere importanti ricompense. Una modifica accolta con favore dai fan e una variazione sul tema capace di avere buone ripercussioni. Niantic ha probabilmente capito di dover spingere forte sulla passione dei giocatori più assidui, sulla loro voglia di trovare creature leggendarie e rare e di diventare allenatori anche nel mondo reale. Tutto questo, insieme a eventi e premi speciali, ha portato un'ondata di aria fresca e dimostrato che il gioco, nonostante non sia più la moda del momento, può continuare a regalare soddisfazioni a chi non l'ha mai abbandonato. Eppure i problemi continuano ad esserci e, guardandoli più da vicino, rimangono sempre quelli degli esordi. Pokemon Go non è ancora il gioco che era stato promesso e nemmeno quello che i fan volevano.

Il fallimento della Pokemon Fest

A far arrabbiare i fan di vecchia data ci ha pensato, qualche settimana fa, il tanto atteso evento mondiale per festeggiare la nascita del gioco. Il 22 luglio si è infatti svolto un evento pubblico a Chicago, davanti alla sede della Niantic, cui hanno partecipato oltre 20 mila persone, giunte più o meno da tutto il mondo con l'obiettivo di catturare, in una grande lotta di gruppo, alcuni dei Pokemon più rari di sempre, i cosiddetti leggendari. Manco a dirlo, l'evento che doveva sancire la pace definitiva tra allenatori e creatori del gioco si è trasformato in un fallimento totale che ha fatto imbufalire tutti e che ora, probabilmente, si risolverà in tribunale. I fatti sono più che noti. Al costo di circa 20 dollari è stato permesso agli utenti di radunarsi in una grande piazza e di dare vita ad un evento collettivo a tema Pokemon. Grazie ad un codice fornito all'ingresso ai presenti veniva data la possibilità di sbloccare una serie di eventi all'interno di gioco, da battaglie speciali sino all'opportunità di ottenere creature esclusive e gadget dedicati. Tutto bene se non che i troppi accessi contemporanei hanno mandato presto in tilt ogni tipo di connessione.

Pare infatti che Niantic non si sia preoccupata di premunirsi con i provider del luogo per far fronte ad un collegamento contemporaneo di così tante persone. Quasi nessuno dei presenti è riuscito ad accedere al gioco o a ottenere quello che voleva e la festa si è trasformata in un incubo di malumori e proteste, soprattutto da parte di chi aveva speso parecchi soldi per poter essere presente. Numerose le ripercussioni, con una class action portata avanti da alcuni utenti e tesa ad un rimborso delle spese sostenute per partecipare alla festa. Visti i problemi logistici si è deciso di annullare tutti gli altri eventi pubblici che erano stati programmati, alcuni dei quali anche in Europa. Una beffa che ha così coinvolto i giocatori di tutto il mondo.

La fine è vicina?

Dodici mesi non sono bastati per rendere Pokemon Go un'applicazione degna del suo nome. I passi avanti sono stati fatti, ma non sembrano abbastanza per regalare all'utente quell'applicazione che era stata promessa agli albori e che, alla luce dei fatti, è stata costruita solo in parte. Questo quasi certamente non porterà alla morte del simpatico giochino; troppo forte la passione dei fan verso queste creature, troppo esorbitante la loro forza per far si che nessuno giochi più ad un'incarnazione così particolare di questo altrettanto particolare mondo di fantasia. L'idea di base c'è ed è potentissima, basterebbe dare ai giocatori quello che chiedono da tempo. Dare la possibilità a utenti diversi di scontrarsi tra di loro o di scambiarsi i propri Pokemon come accadeva nei giochi originali sarebbe una spinta decisiva per rilanciare il tutto. Una maggiore coerenza nelle scelte e una più oculata organizzazione che eviti disguidi tecnici, bug e problemi, già comunque notevolmente ridotti rispetto al passato, sarebbe il secondo passo da fare. Pokemon Go ha inoltre avuto il merito di diffondere e mostrare a tutti la potenza rivoluzionaria del concetto di realtà aumentata. Molti colossi dell'high tech hanno fiutato l'affare e capito che sarà su questo campo che si giocheranno molte sfide future. Niantic e Nintendo sono riusciti a rendere ben chiaro e condiviso questo concetto che, se migliorato ulteriormente e reso ancora più performante, potrebbe far spiccare nuovamente il volo ad un gioco che doveva essere il più grande di sempre sul tema, ma che lo è stato, per ora, solo sulla carta. Perché è chiaro che il regno dei Pokemon andrà avanti ancora per parecchio tempo, ma non è detto che lo faccia con il gioco mobile su cui tutti riponevano - e in parte ripongono ancora - grandi speranze.