Premium e Sky: I dettagli di un accordo ormai prossimo

Novembre potrebbe essere ricordato come il mese in cui andrà definitivamente in porto lo storico accordo tra Sky e Mediaset.

Premium e Sky: I dettagli di un accordo ormai prossimo
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Mediaset Premium e Sky diventeranno una cosa sola? Più o meno. Siamo giunti all'atto finale dell''accordo tra le due società sottoscritto lo scorso 30 Marzo. Quell'intesa, che aveva portato i canali Premium sulla piattaforma Sky e permesso all'azienda di Murdoch di sbarcare sul digitale, arriverà ora alla sua ultima fase, operativa dal 1 novembre: la piattaforma digitale del biscione dovrebbe essere venduta e passare sotto il controllo di Sky.
Il contratto, messo nero su bianco ormai quasi 7 mesi fa, pone Mediaset nella posizione di decidere il da farsi. Se l'azienda milanese vorrà vendere i suoi asset tecnologici, Sky sarà obbligata a comprarli. Vediamo nel dettaglio cosa succederà.

Un processo lungo

L'accordo è cosa nota ormai da qualche tempo. Era un lungo e articolato contratto che prevedeva, e prevede ancora, più fasi di sviluppo. La prima è quella che abbiamo visto tempo fa, quella che ha segnato la pace totale tra le due aziende, con l'offerta di intrattenimento Premium inclusa su Sky e l'arrivo della piattaforma satellitare sul digitale con un'offerta ad hoc. La seconda fase inizierà nel mese di novembre. Premium venderà la sua infrastruttura tecnologica a Sky: si tratta di un asset complesso che comprende 130 contratti di lavoro e un accordo tecnologico sottoscritto da Mediaset con un'azienda che fornisce software e hardware per la sua piattaforma.
Si tratta di tutte quelle tecnologie che permettono a Mediaset di svolgere la sua attività: smart card, cam, decoder e software vari. A questo andranno aggiunti tutti i settori dell'azienda che si occupano di fatture, marketing e customer care. Sarà comunque Premium a essere padrona totale del suo destino: per tutto il mese di novembre avrà possibilità di esercitare la sua opzione di vendita.
Se lo farà, Sky sarà obbligata a comprare. Il tutto, naturalmente, previo via libera dell'Antitrust, che dovrà valutare ogni aspetto di un contratto complesso e di non facile lettura.

I dettagli

La decisione di Mediaset, secondo il Sole 24 Ore, è quella di vendere per liberarsi di un peso ormai troppo grande e non più redditizio. L'azienda milanese ha da tempo lasciato andare il settore pay, decisa a dedicare tutti i suoi sforzi all'offerta in chiaro. A livello tecnico, avverrà un vero e proprio ribaltamento dei ruoli ora in essere.
Se a oggi è Mediaset a ospitare sulla propria piattaforma l'offerta digitale di Sky, una volta che la vendita sarà finita sarà a Sky a ospitare Mediaset sulla sua infrastruttura. L'accordo sembra caldeggiato in toto dalle due società: da una parte, Sky ha già aumentato la sua offerta di contenuti integrando quelli di Premium; dall'altra, Mediaset ha portato i suoi canali sulla piattaforma Sky e ora si libererà di una struttura di costo e di un ramo dell'azienda, quello della pay tv, diventato insostenibile dal punto di vista finanziario.
Da sottolineare, comunque, che la vendita non riguarda Premium in quanto tale, ma solo il suo impianto tecnologico. In questo senso, Berlusconi e i suoi resteranno editori dei loro contenuti e dei loro canali e continueranno ad avere pieno controllo sui loro abbonati. Sky invece si occuperà solo della parte tecnologica e gestionale.

Intesa vincente

Il processo di cambiamento di Mediaset va avanti ormai da due anni, più o meno da quando i diritti della Champions League si erano dimostrati meno vantaggiosi del previsto. Nel 2016 era arrivato l'accordo con Vivendi, che doveva acquistare il 100% dell'azienda e salvarla dal tracollo. Saltato il tutto, Mediaset ha dovuto correre ai ripari e ripensare a tutta la sua offerta, decidendo di rinunciare al calcio, prima con la fine dell'esclusiva sulla Champions e poi con la rinuncia totale alla gara dei diritti per la Serie A di quest'anno. L'accordo con Sky è nato proprio dall'esigenza di Cologno Monzese di liberarsi del peso della pay tv, una sfida persa più o meno su tutta la linea e che, almeno per ora, verrà comunque conservata, seppur libera da costi di attività che rappresentavano una zavorra troppo grande per poter essere mantenuta.
Così facendo Premium potrebbe avere tutte le carte in regola per mantenere attivo il suo servizio e liberarlo dai costi troppo grandi che aveva accumulato nel corso degli anni. D'altro canto, Sky, diventando in tutto e per tutto anche un soggetto attivo nel digitale terrestre, potrebbe gestire in maniera diretta e ben più efficace la sua offerta; il tutto con l'aggiunta di una proposta sul satellite piuttosto ampia, arricchita da mesi di film e serie tv di Mediaset e che, dal 2019, dovrebbe essere ulteriormente integrata anche da tutti i canali free dell'azienda milanese.

Cosa cambierà?

Nei prossimi mesi e, a rigor di logica, fino alla fine della prossima estate, l'offerta Sky e Premium per gli utenti dovrebbe rimanere sostanzialmente invariata. I cambiamenti che avverranno saranno tutti in prospettiva futura e, naturalmente, solo previo parere positivo da parte dell'Antitrust: se questo non dovesse arrivare si arriverebbe a un recesso di quanto avvenuto a marzo, con conseguenze che potrebbero essere piuttosto radicali, soprattutto nella sinergia ritrovata tra le due aziende. Se invece l'accordo dovesse andare in porto, potremmo vedere "sulla nostra pelle" i cambiamenti intorno a settembre 2019, con Sky che potrebbe ulteriormente potenziare la sua offerta sul digitale terrestre, rendendola più ricca e appetibile.
Premium, invece, avrà dalla sua la possibilità di rimanere editore dei suoi canali, di decidere tutto sui contenuti da trasmettere, portando magari avanti un'offerta light e a basso costo in perfetta linea con quanto visto quest'anno: incredibilmente, infatti, i canali di intrattenimento Premium associati con il pacchetto Dazn hanno permesso a Mediaset di tenere intorno al milione il numero di abbonati, una cifra che potrebbe spingere il Biscione a non rinunciare alla sua fetta pay e, magari, ad arricchirla ulteriormente, visti i costi di gestione totalmente azzerati. Staremo a vedere.