Rimarremo mai a corto di nuova musica da produrre?

La musica ci accompagna nel nostro viaggio sul pianeta da sempre, ma quante combinazioni diverse di melodie esistono? Le finiremo mai?

Rimarremo mai a corto di nuova musica da produrre?
Articolo a cura di

La musica, a pensarci bene, è indubbiamente uno dei più grandi misteri dell'universo. Non secondo a "perchè siamo vivi?", "Dio esiste?", "perchè i cani muoiono se mangiano cioccolato, ma gli piace così tanto?". Per la musica è la stessa cosa. Cosa spinge l'uomo, in ogni epoca in cui è vissuto, a mettere in fila toni e silenzi, parole, suoni di nature e timbri diversi per creare quel che chiamiamo "musica"? Cosa ci appaga, e perchè ci piacciono generi musicali anche molto diversi tra loro?
Il miglior Sanremo era l'edizione del 2018 oppure è quest'ultima edizione del 2020? Oggi non abbiamo risposte a queste domande, se non il celeberrimo 42, risposta universale ad ogni domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto. Ciò che invece possiamo chiederci, riuscendo persino a dare una risposta vagamente accurata per quanto approssimata, è: finiremo mai tutta la musica? Arriveremo cioè al punto in cui date due melodie, una sequenza anche casuale di toni e silenzi, queste non siano la copia esatta di qualcosa che già esiste, di qualcosa che, ad esempio, sia già stato registrato su un cd?

Il problema

La domanda è tutt'altro che banale, perchè il nostro orecchio può riconoscere un numero finito di toni e bastano davvero poche note perchè due brani risultino anche solo vagamente "simili". Al tempo stesso su Spotify (ora nel mirino del fisco italiano) vengono caricati circa 40.000 nuovi brani al giorno, per un totale di 280.000 tracce a settimana, 50 milioni di tracce ogni 3 anni e mezzo (circa).

Sembra quindi, a pensarla in questi termini, un'impresa sufficientemente semplice raggiungere una prematura saturazione dell'immensa industria musicale, dove tutto lo scrivibile è stato scritto e tanti saluti: un mondo pieno di cover di pezzi già esistenti. Ci arriveremo? Quando? Vediamolo.

Partiamo proprio dal digitale, per rendere il calcolo, svolto in principio dal sito Covered in Bees, sufficientemente semplice. La musica digitale è composta infatti da bit (come tutti i dati informatici processabili esistenti), che come tutti sappiamo possono possedere il valore di 0 e di 1. Potenzialmente, per una seguenza infinita di 0 e 1, esistono infinite combinazioni, ma se prendiamo ad esempio un file audio di 5 minuti, il numero di combinazioni possibili di bit, per quanto enorme e non umanamente pensabile, rimane un numero assolutamente finito. Un normalissimo compact disk (un cd) ha infatti bisogno di 211 milioni di bit per riprodurre un file audio di 5 minuti.

In pratica, un qualsiasi file audio di tale durata è composto da questi 211 milioni di bit, QUALSIASI file audio pensabile: una canzone, un gatto che miagola (qualsiasi gatto che miagola e abbia mai miagolato, o che miagolerà mai), l'audio di qualsiasi dialogo abbiate mai avuto (ma anche tutti i dialoghi che non avete mai avuto, con il suono esatto della vostra voce ed il suono della voce di qualsiasi interlocutore possibile, vivo o morto, conosciuto o sconosciuto, in qualsiasi lingua), il rumore di quando sbattete silenziosamente la testa conto il muro perchè troppo affranti dalla vita. Qualsiasi suono pensabile e sperimentabile.
Se vi fermate a riflettere sulle possibilità illimitate (ma, in verità, limitate) di una tale quantità di file audio, vi accorgerete che è sufficientemente mindblowing. E le combinazioni possibili atte a riprodurre tutta questa varietà di suoni e riproduzioni differenti è, semplicemente, 2 elevato a 211 milioni. Ma che numero è? Quanto è grande? Molto grande. Molto davvero. Un numero con la bellezza di 63 cifre, per un file di soli 5 minuti (che poi è una lunghezza ragionevole per una canzone).

Quanto è grande un numero a 63 cifre?

Vi sembrano poche 63 cifre? Alla fine 63 sembra quasi un numero piccolo. Vediamo di metterle in prospettiva. Il corpo umano (prendiamo, ad esempio, una persona di circa 70 chili) ha in media centomila miliardi di cellule.

Centomila miliardi è un numero spaventosamente grande, fa paura anche a dirlo: possiede 15 cifre. Una goccia d'acqua possiede circa 6 triliardi di atomi: un numero a 22 cifre. Molto piccolo se confrontato alla stima di tutti gli atomi di cui sarebbe composto il pianeta terra, un numero a 50 cifre. Eppure nulla in confronto al numero totale (stimato) di tutti gli atomi di idrogeno presenti nell'intero universo, un numero a 80 cifre. Ma la cosa spaventosa, interessante per noi e il nostro conto, è che rimane un numero finito.

In questo numero così lontano da ciò che possiamo sperare di immaginare con il nostro (altrettanto) limitato cervello c'è di tutto, e per questo dobbiamo togliere molto. Infatti non siamo interessati, in questa sede, a miagolii, versi, dialoghi; ma alla musica e a quella soltanto. Ed è qua che il calcolo necessita di forti approssimazioni.

Come riportato da Vsauce (un canale YouTube che vi consiglio e che ha ispirato questo e altri articoli) è possibile fare il conto considerando tutte le possibili combinazioni di sole 8 note suddivise in 12 intervalli. Una forte semplificazione. Si possono variare tempi, intervalli, ottave, aggiungere silenzi. La musica del futuro potrebbe essere molto diversa dalla semplice combinazione di sole 8 note. Tuttavia rimane una buona stima per capire se siamo vicini o lontani dal "finire" le melodie possibili.
Anche perchè, ad esempio, due melodie fatte ad ottave differenti risultano al nostro orecchio la stessa melodia. Ebbene, le combinazioni possibili di melodie diverse di 8 note suddivise in 12 intervalli sono la bellezza di 79 miliardi. Un numero molto più piccolo di quello ottenuto prima, quasi una delusione. Ma in verità è comunque enorme: se venissero prodotte 100 diverse melodie al secondo esauriremmo tutte le possibili combinazioni di 8 note in "soli" 248 anni.

Morale della favola?

Abbiamo ancora molto tempo prima di raggiungere il temuto capolinea, ma se sopravvivremo sufficientemente a lungo, tra un'edizione di Sanremo e l'altra, potremmo effettivamente raggiungere la tanto temuta saturazione completa di tutta la musica e non ci sarà più nessuna nuova melodia disponibile. Ma la verità è che saranno talmente tante, le melodie differenti esistenti, che sarà difficile senza l'ausilio di un super computer rendersi conto che le abbiamo finite, e per un po' continuerà un sano e vicendevole plagio che porterà ad un ulteriore intasamento dei sistemi giudiziari del futuro.