Nelle ultime generazioni di hardware, le componenti di fascia medio-bassa hanno subito un drastico calo in termini di diffusione dando vita a un nuovo settore mainstream composto principalmente da soluzioni di fascia media o medio-alta. Non a caso, ormai da anni i sondaggi di Steam sono dominati dall'intramontabile GTX 1060.
Allo stesso modo, in un altro binario, il panorama videoludico si sta spostando fortemente verso il gaming competitivo in cui i titoli sono sempre più numerosi e gli appassionati che provano a scalare le classifiche ancora di più.
In questo contesto, acquista sempre più senso l'idea di voler abbattere la latenza del sistema e ridurre al minimo il suo impatto sul gioco, soprattutto nei cosiddetti scenari GPU-binded, evitando al contempo di andare a congestionare la coda di rendering. Per questo motivo NVIDIA ha sviluppato una serie di tecnologie mirate all'abbattimento della latenza, in un primo momento mediante la modalità a bassa latenza e successivamente con l'arrivo di NVIDIA Reflex e del relativo SDK.
Cos'è la latenza
Come abbiamo già raccontato nel nostro speciale su NVIDIA Reflex, spesso si associa la latenza a due periferiche in particolare, il monitor e il mouse. Sono senza dubbio due componenti fondamentali per gestire l'input lag ma gran parte del ritardo espresso a schermo dipende in realtà da tutto il percorso della catena di elaborazione del segnale video.
L'input lag si genera partendo dal click del mouse e cresce fino alla manifestazione dell'input sul display: tutto il sistema che gestisce il gioco e le interazioni all'interno dello stesso ha un impatto sulla latenza, generando delle conseguenze sulle nostre azioni e, se online, anche su quelle dei nostri avversari o amici.

Per comprendere appieno come funziona la latenza del sistema, occorre necessariamente fare un passo indietro e capire alcuni concetti fondamentali, a partire dalla pipeline di rendering, ovvero tutti gli step che concorrono alla creazione della schermata di gioco molteplici volte al secondo. Prima parlavamo di scenari particolarmente legati alla GPU. Ebbene, il motivo di questa affermazione viene dal fatto che spesso parte della latenza è dovuta alla pressione esercitata sulla CPU da una scheda video che, in determinati titoli, è in grado di elaborare le istruzioni del processore più lentamente di quanto il processore stesso non sia in grado di mettere in coda.
Se la CPU elabora i fotogrammi più rapidamente della scheda video, va a generarsi quella che in gergo viene definita Backpressure, ovvero un sovraccarico che andrà ad aumentare la latenza.
NVIDIA Reflex e il modulo Latency Analyzer
NVIDIA Reflex agisce sulla latenza del sistema impattando principalmente sulla pressione esercitata sulla CPU, sulla coda di rendering indirizzata al framebuffer della scheda video e infine sulla GPU stessa, attraverso il boost delle frequenze.
Abbiamo già avuto modo di apprezzare appieno l'efficacia di NVIDIA Reflex, soprattutto negli scenari a risoluzione elevata, attraverso alcuni esperimenti e misurazioni effettuati con NVIDIA LDAT v2, un dispositivo progettato da NVIDIA in grado di fornire l'input del mouse e di analizzare a schermo il tempo di risposta attraverso un sensore da applicare al monitor.
Nel frattempo NVIDIA ha progettato un nuovo sistema di monitoraggio e valutazione della latenza che sfrutta il modulo G-SYNC dei monitor certificati e alcuni mouse compatibili. La tecnologia ora integrata all'interno dei monitor certificati si chiama NVIDIA Reflex Latency Analyzer e rientra, appunto, nella grande famiglia di tecnologie G-SYNC. Per i nostri test, NVIDIA ci ha permesso di effettuare qualche prova con un setup brandizzato Asus ROG completamente compatibile con NVIDIA RLA. Il set proposto si compone di:
• Monitor: Asus ROG Swift PG259QNR 360Hz
• Mouse: Asus ROG Gladius III Wireless
• GPU: Asus ROG Strix RTX 3060
La tecnologia NVIDIA Reflex, a differenza dalla semplice modalità Low Latency, non viene distribuita tramite driver ma necessita della sua implementazione all'interno dei singoli titoli. Per questo motivo, NVIDIA ha rilasciato l'SDK agli sviluppatori per consentire il suo inserimento all'interno della pipeline.
Questo approccio, per quanto di meno facile distribuzione, consente di ottenere risultati migliori andando ad agire direttamente nella sequenza di rendering del singolo gioco e non soltanto sulle prestazioni della scheda video all'interno del sistema.
Il monitor Asus ROG Swift PG259QNR ha una risoluzione FullHD con frequenza di aggiornamento a 360Hz. Bastano questi dati a farci comprendere che si tratta di una soluzione pensata specificatamente per contesti competitivi, in cui la qualità visiva ha un peso relativo. Chiaramente la qualità del pannello e la fedeltà di riproduzione restano elevati, com'è lecito aspettarsi da un prodotto di fascia alta, mentre la risoluzione in questo campo non è una vera priorità, poiché all'aumentare di questa aumenta esponenzialmente anche la latenza, per via del maggiore coinvolgimento della scheda video. In ogni caso, la configurazione fornita ha una risoluzione target a 1080p anche per via della RTX 3060 Strix.
Quanto è preciso il nuovo sistema NVIDIA Reflex Latency Analyzer
Avendo ancora a disposizione il modulo LDAT v2, effettuare dei test incrociati fra le due metodiche di misurazione è stato più semplice del previsto. Naturalmente, in alcuni titoli l'impossibilità di trovarsi da soli all'interno di un mondo di gioco rende molto più complessa la standardizzazione delle misurazioni, pertanto non in tutti i casi sarà possibile dare un giudizio obiettivo benché certamente orientativo della qualità dei nuovi mezzi e della bontà del sistema di riduzione della latenza NVIDIA Reflex.

Uno dei titoli più gestibili dal punto di vista della standardizzazione è senza dubbio Fortnite, che ci consente di utilizzare modalità in cui si è totalmente da soli all'interno dell'area di gioco.
Sfruttando il pannello di Asus siamo riusciti a massimizzare anche il framerate a 360 fps, condizione in cui, ovviamente, la latenza sarà in partenza particolarmente ridotta. Anche senza Reflex attivo, infatti, riusciamo a ottenere una media di 20 millisecondi ma il livello di deterioramento visivo è talmente elevato da non consentire una buona esperienza complessiva.
Cosa succede aumentando la qualità complessiva sino a livello elevato? Il framerate ovviamente cala sino a una media di 110 FPS e in termini di latenza si parte da una base rilevata di 33ms con NVIDIA LDAT, mentre il sistema integrato nel monitor rileva 34ms nello stesso contesto.
Attivando NVIDIA Reflex si riesce a scendere rispettivamente a 26 e 27 millisecondi, andando a confermare lo stesso margine di differenza. In modalità Reflex On + Boost è possibile scendere ulteriormente a 21 e 22, a ulteriore riconferma dell'omogeneità di misurazione. Oltre all'incredibile precisione del sistema che, in tutta onestà, non era così scontata, possiamo esprimere e riconfermare la performance di NVIDIA Reflex che, nella migliore configurazione possibile, riesce a tagliare di netto 11 millisecondi, spingendo la latenza a livelli raggiungibili solo con preset grafici di gran lunga inferiori.
Un'inezia, per qualcuno, in termini assoluti. In realtà però siamo di fronte a una riduzione complessiva del 35% della latenza e di un ritardo definitivo di 22ms di media, valori incredibili, raggiungibili anche e soprattutto grazie all'hardware dedicato integrato all'interno del monitor ma non solo.
L'enorme lavoro di ottimizzazione della pipeline di rendering offerto da NVIDIA riesce a ribaltare completamente la situazione, consentendo di fornire un vantaggio concreto nel gaming competitivo.

Anche su Call of Duty Warzone abbiamo osservato risultati molto simili. Per ovvie ragioni, il titolo di Activision presenta un sistema più dispendioso in termini di risorse, pertanto rappresenta un ottimo banco di prova per la tecnologia.
Com'era lecito aspettarsi, con una RTX 3060 a settaggi elevati e Ray Tracing attivo senza l'ausilio del DLSS la latenza si attesta su una media di 91 millisecondi, con un calo fino a 76 grazie alla modalità NVIDIA Reflex + Boost.
In questo caso appare ancora più evidente l'apporto cruciale di questa tecnologia che, giocando con le impostazioni grafiche e aumentando di conseguenza il framerate, riesce a scendere sino a 37 ms di media con Boost attivo e senza illuminazione in tempo reale. Anche in questo caso, la differenza tra l'ottimo sensore LDAT e la tecnologia RLA si è sempre mantenuta costante intorno ai 2 millisecondi.

Una nota di merito va data senza dubbio a NVIDIA, non solo per aver sviluppato un sistema cos efficace nel gestire la latenza del sistema. Quello apportato da NVIDIA nel panorama videoludico negli ultimi anni in termini di ottimizzazione è stato un contributo elevatissimo. Basti pensare alle prime unità in grado di utilizzare il Ray Tracing o ancora di più il DLSS e le reti neurali.
Ciò che spesso invece passa inosservato è il software messo a disposizione degli utenti NVIDIA GeForce Experience, profondamente mutato e maturato nelle sue ultime versioni e che oggi consente anche di avere un completo overlay di gioco con il quadro della latenza di sistema, sempre a patto di avere un monitor compatibile.