Samsung Galaxy Note: la storia del phablet col pennino

Ripercorriamo la storia di Galaxy Note, il phablet di Samsung che tanto successo ha riscosso nelle sue numerose versioni.

Samsung Galaxy Note: la storia del phablet col pennino
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Il primo settembre 2011 Samsung rivoluzionò il settore mobile presentando uno smartphone alquanto singolare. Il dispositivo era infatti dotato di uno speciale pennino estraibile che consentiva agli utenti di prendere appunti in maniera semplice ed immediata, ma questa non fu l'unica feature che destabilizzò il mercato. Il device presentava un ampio display da 5.3 pollici, superando di gran lunga le dimensioni di qualsiasi smartphone commercializzato fino al 2011. Nonostante l'iniziale diffidenza di consumatori e analisti, il dispositivo segnò l'inizio della popolare gamma Galaxy Note e, ancor di più, diede vita ad un trend che spinse i produttori a realizzare smartphone con schermi sempre più grandi e funzionalità inedite. Nonostante la brusca battuta d'arresto subita con il Galaxy Note 7, Samsung è riuscita ad imporre un nuovo standard nel settore con la serie Note, registrando inoltre cifre da record. Andiamo quindi a ripercorrere la storia della gamma Galaxy Note, analizzando i phablet presentati dal 2011 ad oggi.

Samsung Galaxy Note (2011)

Il primo dispositivo appartenente alla serie Note fu accolto con estrema diffidenza dal pubblico, convinto che uno smartphone dalle dimensioni tutt'altro che contenute sarebbe potuto essere solo d'intralcio durante l'utilizzo quotidiano. Tuttavia, queste previsioni furono ben presto smentite. La compagnia sudcoreana riuscì a vendere infatti oltre dieci milioni di Galaxy Note in un anno, confermando le enormi potenzialità di suddetta gamma. Lo smartphone era infatti dotato di un ampio display da 5,3 pollici con una risoluzione pari a 1280 x 800 pixel, un chipset dual-core Exynos da 1,4 GHz, una GPU Mali-400 ed una RAM da 1 GB. La memoria interna, da 16 o 32 GB, poteva essere facilmente ampliata fino a 64 GB tramite l'apposito slot microSD. Il Galaxy Note era inoltre dotato di una fotocamera principale da 8 megapixel, accompagnata da un sensore secondario da 2 megapixel. A completare il quadro una batteria da 2.500 mAh, che garantiva un'ottima autonomia. Tuttavia, questo dispositivo era dotato di un elemento unico nel suo genere, che ha in gran parte contribuito al successo della serie. Ci riferiamo ovviamente alla S-Pen, una speciale stilo estraibile che consentiva agli utenti di utilizzare feature innovative, ottenendo un maggiore controllo dello smartphone. Questo accessorio, presente ancora oggi nei dispositivi della gamma Note, permette infatti di prendere appunti, modificare velocemente una foto o, ancora, di disegnare. Una vera manna dal cielo per uomini d'affari e studenti.

Samsung Galaxy Note 2 (2012)

Nel 2012, Samsung presentò una versione potenziata e migliorata del primo Galaxy Note. Il nuovo dispositivo era infatti dotato di un display Super AMOLED da 5,5 pollici con una risoluzione pari a 1280 x 720 pixel, un processore quad-core Exynos da 1,6 GHz, GPU Mali-400MP4 e ben 2 GB di RAM. La memoria interna, pari a 16, 32 o 64 GB, poteva invece essere facilmente ampliata tramite lo slot microSD fino a 64 GB. Il Galaxy Note 2 era poi dotato di una fotocamera principale da 8 megapixel, accompagnata da un sensore secondario da 2 megapixel. La batteria da 3.100 mAh garantiva infine oltre un giorno pieno di utilizzo. La S-Pen fu completamente rivista e furono inoltre aggiunte inedite funzioni. Questa speciale stilo permetteva infatti di interagire con lo smartphone tramite numerose gesture, che consentivano all'utente di svolgere determinate azioni in modo semplice ed immediato. Venne inoltre introdotta Air View, funzione che permetteva ai consumatori di visualizzare i contenuti in anteprima semplicemente passando la penna sullo schermo. Il Galaxy Note 2 venne accolto favorevolmente da critica e pubblico, vendendo oltre trenta milioni di unità in tutto il mondo. Ciò spinse diversi produttori a realizzare smartphone dai display più ampi, dando il via ad un nuovo trend di mercato.

Samsung Galaxy Note 3 (2013)

Il Galaxy Note 3 arrivò sul mercato nell'autunno del 2013, portando con sé diverse novità ed un design migliorato rispetto al suo predecessore. Il phablet era infatti dotato di un ampio display Full HD da 5,7 pollici, un processore quad-core Qualcomm Snapdragon 800 da 2,3 GHz, GPU Adreno 330 e 2 GB di RAM. La memoria interna, pari a 16, 32 o 64 GB, poteva invece essere facilmente ampliata tramite lo slot microSD fino a 64 GB. La fotocamera principale era invece dotata di un sensore da 13 megapixel, accompagnato da un flash LED, autofocus e stabilizzatore digitale. La batteria da 3.200 mAh garantiva un'ottima autonomia, beneficiando inoltre della tecnologia di ricarica rapida. Samsung prestò grande attenzione alle linee del dispositivo, migliorandone l'armonia e diminuendo ulteriormente lo spessore del phablet. Il retro era poi impreziosito da una cover in similpelle, che donava al Note 3 un aspetto elegante e raffinato nonostante il corpo in policarbonato. Furono infine introdotte nuove funzioni legate alla S-Pen, tra cui Air Command che permetteva di accedere ad un menu rapido e la possibilità di ricevere una notifica ogni qualvolta la stilo si trovasse in un luogo troppo lontano rispetto allo smartphone. Il successo di Galaxy Note 3 fu tale che, nei primi due mesi dalla commercializzazione, furono vendute oltre dieci milioni di unità.

Samsung Galaxy Note 3 Neo (2014)

Nel gennaio del 2014 Samsung presentò una versione depotenziata del Galaxy Note 3, chiamata Note 3 Neo. Questo dispositivo presentava un costo ovviamente inferiore rispetto al fratello maggiore; Samsung puntava infatti ad attrarre una diversa fascia d'utenti, interessata alle funzionalità esclusive della serie Note ma, al contempo, tutt'altro che incline a spendere oltre 600 euro per acquistare uno smartphone. Il Note 3 Neo era dotato di un display HD da 5,5 pollici, processore hexa-core Exynos 5260 e 2 GB di RAM. La memoria interna, pari a 16 GB, era poi espandibile fino a 64 GB tramite l'apposito slot microSD. La risoluzione della fotocamera principale venne diminuita ad 8 megapixel, mentre la batteria 3.100 mAh fu piuttosto apprezzata dai consumatori. Questa versione del dispositivo conservò intatte tutte le funzionalità legate all'utilizzo della S-Pen, ma l'hardware limitato non giovò certo alle vendite. Ad oggi, Galaxy Note 3 Neo rimane infatti l'unica versione depotenziata della serie Note mai prodotta da Samsung.

Samsung Galaxy Note 4 (2014)

La strategia adottata da Samsung era ormai ben chiara: la compagnia occupava la prima metà dell'anno con la presentazione e la commercializzazione dell'ultimo Galaxy S, mentre il secondo semestre era prettamente dedicato alla gamma Note. Ovviamente, non mancavano ulteriori modelli, e tra questi si distinse nel 2014 il Galaxy Alpha, primo smartphone del colosso sudcoreano costruito con materiali premium. Questo deciso cambio di rotta fu ampiamente apprezzato dai consumatori e tale soluzione venne adottata nuovamente, seppur in minima parte, con Note 4. Il phablet presentava infatti un profilo in metallo, che avvolgeva il corpo in policarbonato. Il dispositivo era inoltre dotato di un ampio display da 5,7 pollici con una risoluzione pari a 1440 x 2560 pixel, processore quad-core Qualcomm Snapdragon 805 da 2,7 GHz, GPU Adreno 420 e 3 GB di RAM. La memoria interna da 32 GB era poi espandibile tramite microSD fino a 128 GB. La fotocamera principale era dotata di un sensore da 16 megapixel con apertura f/2.2, flash LED e stabilizzatore ottico. La batteria da 3.220 mAh garantiva infine il supporto alla ricarica rapida Quick Charge di Qualcomm. Il dispositivo fu inoltre tra i primi a montare un lettore d'impronte digitali sul tasto Home, e gli acquirenti furono letteralmente catturati da questa funzione.

Samsung Galaxy Note Edge (2014)

Nello stesso anno Samsung presentò un ulteriore dispositivo, che prese il nome di Galaxy Note Edge. Il phablet era infatti dotato di uno schermo curvo, ma solo su di un lato. Ciò permetteva agli utenti di avere accesso a nuove ed innovative funzioni, quali l'accesso rapido alle applicazioni preferite o la possibilità di inviare un messaggio ai contatti preselezionati tramite un semplice swipe. Le caratteristiche tecniche non si distanziavano molto da quelle del Galaxy Note 4: le uniche differenze riguardavano le dimensioni del display, pari a 5,6 pollici, e la capienza della batteria, ridotta a 3.000 mah. Il Galaxy Note Edge fu accolto positivamente dal pubblico e, in particolare, dalla critica, che lodò il design futuristico del dispositivo e le nuove funzionalità introdotte con il display curvo. Ovviamente, anche qui la S-Pen consentiva agli utenti di sfruttare al massimo lo smartphone, prendendo appunti in tutta libertà ed introducendo nuove gesture.

Samsung Galaxy Note 5 (2015)

Sulla scia del successo del Galaxy S7, dotato di linee eleganti e di un design premium, Samsung decise di rinnovare l'aspetto della gamma Note, presentando un dispositivo in metallo. Tale scelta fu molto apprezzata dal pubblico ma, d'altro canto, venne ampiamente criticata la decisione di rimuovere lo slot dedicato all'espansione della memoria pur di preservare le raffinate linee del phablet. Ciò portò inoltre all'introduzione di una batteria non removibile ma, nonostante ciò, il Galaxy Note 5 fece registrare un elevato numero di vendite in Asia ed in America. Il dispositivo non venne mai commercializzato ufficialmente in Europa, Italia compresa, poiché Samsung decise di puntare sul Galaxy S6 Edge Plus nel Vecchio Continente. Ciò creò forti malumori tra gli utenti europei, delusi dalla controversa strategia di mercato adottata dal colosso sudcoreano. Il phablet era infatti uno tra i device più performanti dello scorso anno, dotato di un ampio display da 5,7 pollici con una risoluzione pari a 1440 x 2560 pixel, processore octa-core Exynos 7420, GPU Mali-T760 e 4 GB di RAM. Come accennato in precedenza, la memoria dello smartphone non era espandibile ed il taglio massimo disponibile sul mercato era pari a 64 GB. La fotocamera principale era dotata di un sensore da 16 megapixel con apertura f/1.9, autofocus, stabilizzatore ottico e flash LED. La batteria da 3.000 mAh offriva il supporto alla ricarica rapida di Samsung, che permetteva di ricaricare completamente il telefono in soli 90 minuti. Per la prima volta nella storia della gamma Note, il phablet consentiva agli utenti di prendere appunti a schermo spento tramite la S-Pen: questi venivano poi automaticamente salvati nella memoria del dispositivo.

Samsung Galaxy Note 7 (2016)

Ad agosto di quest'anno Samsung ha presentato l'ultimo modello della gamma Note, il Galaxy Note 7. La scelta del numero 7 è dipesa dalla volontà di Samsung di uniformare la numerazione della serie Galaxy S a quella della gamma Note, saltando perciò il numero 6. Il nuovo phablet era dotato di un ampio display QHD da 5,7 pollici, processore octa-core Exynos 8890, GPU Mali-T880MP12 e 4 GB di RAM. Nonostante il design premium, la memoria interna del Note 7 poteva essere ampliata fino a 256 GB tramite uno slot microSD. La fotocamera principale era inoltre dotata di un sensore da 12 megapixel con apertura f/1.7, stabilizzatore ottico, autofocus e flash dual-LED. La batteria non rimovibile da 3.500 mAh offriva infine il supporto alla tecnologia di ricarica rapida sviluppata da Samsung.
Il dispositivo aveva quindi tutte le carte in regola per entrare nella lista dei migliori smartphone del 2016 ma, purtroppo, qualcosa non ha funzionato a dovere. E quel qualcosa è proprio la batteria del Note 7, da mesi al centro di aspre polemiche. Dalla prima commercializzazione negli Stati Uniti, avvenuta nel mese di settembre, sono stati registrati numerosi casi di esemplari esplosi.Il problema, dovuto ad uno sviluppo fin troppo affrettato, ha portato il colosso coreano a richiamare lo smartphone dal mercato, sostituendolo con esemplari apparentemente sicuri. Tuttavia gli incidenti causati dal Note 7 non si sono arrestati, e Samsung si è vista costretta a ritirare definitivamente il dispositivo, interrompendo la produzione. Che sia la fine della gamma Note? È ancora presto per dirlo, ma il danno d'immagine subito dalla compagnia coreana è tutt'altro che trascurabile.