Lo streaming illegale e le IPTV sono sempre più utilizzate per guardare il campionato di Serie A. I dati diffusi dalla Lega Serie A, e ripresi dal Sole 24 Ore, mostrano uno spaccato preoccupante sul fenomeno della pirateria in Italia, che va a legarsi in modo indissolubile al mondo del calcio. Non è un segreto che proprio lo sport, Serie A e Formula 1 davanti a tutti, è il genere preferito dagli utenti IPTV italiani, un dato messo in mostra da una ricerca condotta da Ipsos, qualche mese fa, per conto di Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Nonostante le pene severe, anche per gli spettatori, e una maggiore attenzione al fenomeno da parte del governo e della Lega Calcio, la pirateria nel calcio non sembra conoscere freni, tanto che il numero di violazioni individuate finora, al termine del girone di andata, si avvicina molto a quello totale riscontrato lo scorso anno, per un trend di crescita destinato ad aumentare.
Calcio e pirateria
I dati diffusi dalla Lega Serie A indicano un aumento delle violazioni individuate del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella stagione 2017-2018 erano state individuate violazioni riguardanti 64mila eventi live, un numero già quattro volte superiore rispetto al campionato 2011-2012. Per quanto riguarda invece il campionato attuale, alla diciannovesima giornata sono state riscontrate ben 43.167 violazioni: di questo passo, tra poche settimane, si raggiungerà il totale raggiunto nella passata stagione. Un dato che mostra come gli attuali metodi repressivi non sono sufficienti ad arginare un fenomeno in piena espansione, nonostante leggi piuttosto dure e una maggiore attenzione verso queste tematiche. L'articolo 473 del codice penale prevede infatti dai 2.500 ai 25.000 euro di multa, insieme alla reclusione da 6 mesi a 3 anni, per chi guarda contenuti illegali attraverso una IPTV. Una pena decisamente dura ma che non viene percepita come tale dagli utilizzatori, spesso non a conoscenza dei rischi legali a cui vanno incontro. Tuttavia non c'è una statistica ufficiale che permetta di comprendere il numero di spettatori condannati, agli onori delle cronache balzano quasi sempre i fornitori del servizio, spesso legati al crimine organizzato.
Quest'anno però qualcosa potrebbe cambiare, almeno a livello di attenzione al problema. La Lega Serie A ha infatti inserito la pirateria tra le tematiche di maggiore interesse nella sua agenda, la perdita economica sarebbe infatti ingente, almeno a livello potenziale, e meritevole di maggiore cura e considerazione. La Legge di Bilancio 2019 prevede inoltre nuove misure per combattere il fenomeno, tra cui quello che è stato definito il "Daspo Online", che impedisce a siti e server pirata di tornare operativi una volta scoperti. Misure che, tuttavia, non sembrano molto efficaci contro servizi ormai abituati a scomparire nell'ombra per poi tornare online in tutta semplicità, a pochi giorni dal blocco imposto dalle autorità.
Vito Crimi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, è intervenuto più volte sul tema nell'ultimo periodo, spiegando quali sono le conseguenze per il mercato derivate dall'utilizzo delle IPTV: "Nel momento in cui non ci sono introiti sufficienti, automaticamente i produttori possono avere minori risorse per produrre nuovi prodotti, quindi, di fatto andiamo ad uccidere un mercato che è virtuoso, è un mercato in sviluppo, sempre. Le Iptv colpiscono le dirette televisive, in particolare gli eventi sportivi. Quando c'è un evento sportivo e un'azienda lo ha acquistato pagando i diritti, se viene diffuso illegalmente si vanno a ledere dei diritti, a minare l'economia di aziende e di conseguenza di tutto un mercato". Sempre Crimi è stato di recente protagonista di un fatto piuttosto particolare: attraverso un messaggio, sponsorizzato per altro, su Telegram, gli è stato offerto l'acquisto di una IPTV illegale. Che si tratti di una truffa o di un servizio funzionante poco importa, quello che appare chiaro è che accedere alle IPTV illegali è sempre più semplice e conveniente dal punto di vista economico, un mix molto pericoloso e che non potrà che portare a una ulteriore diffusione del fenomeno.
Serie A: boom per lo streaming illegale e per le IPTV, +50% in un anno
La Lega Serie A ha diffuso i primi dati sulla pirateria legata al calcio per la stagione 2018-2019, mostrando numeri in forte crescita.
Lo streaming illegale e le IPTV sono sempre più utilizzate per guardare il campionato di Serie A. I dati diffusi dalla Lega Serie A, e ripresi dal Sole 24 Ore, mostrano uno spaccato preoccupante sul fenomeno della pirateria in Italia, che va a legarsi in modo indissolubile al mondo del calcio. Non è un segreto che proprio lo sport, Serie A e Formula 1 davanti a tutti, è il genere preferito dagli utenti IPTV italiani, un dato messo in mostra da una ricerca condotta da Ipsos, qualche mese fa, per conto di Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali).
Nonostante le pene severe, anche per gli spettatori, e una maggiore attenzione al fenomeno da parte del governo e della Lega Calcio, la pirateria nel calcio non sembra conoscere freni, tanto che il numero di violazioni individuate finora, al termine del girone di andata, si avvicina molto a quello totale riscontrato lo scorso anno, per un trend di crescita destinato ad aumentare.
Calcio e pirateria
I dati diffusi dalla Lega Serie A indicano un aumento delle violazioni individuate del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella stagione 2017-2018 erano state individuate violazioni riguardanti 64mila eventi live, un numero già quattro volte superiore rispetto al campionato 2011-2012. Per quanto riguarda invece il campionato attuale, alla diciannovesima giornata sono state riscontrate ben 43.167 violazioni: di questo passo, tra poche settimane, si raggiungerà il totale raggiunto nella passata stagione. Un dato che mostra come gli attuali metodi repressivi non sono sufficienti ad arginare un fenomeno in piena espansione, nonostante leggi piuttosto dure e una maggiore attenzione verso queste tematiche.
L'articolo 473 del codice penale prevede infatti dai 2.500 ai 25.000 euro di multa, insieme alla reclusione da 6 mesi a 3 anni, per chi guarda contenuti illegali attraverso una IPTV. Una pena decisamente dura ma che non viene percepita come tale dagli utilizzatori, spesso non a conoscenza dei rischi legali a cui vanno incontro. Tuttavia non c'è una statistica ufficiale che permetta di comprendere il numero di spettatori condannati, agli onori delle cronache balzano quasi sempre i fornitori del servizio, spesso legati al crimine organizzato.
Quest'anno però qualcosa potrebbe cambiare, almeno a livello di attenzione al problema. La Lega Serie A ha infatti inserito la pirateria tra le tematiche di maggiore interesse nella sua agenda, la perdita economica sarebbe infatti ingente, almeno a livello potenziale, e meritevole di maggiore cura e considerazione. La Legge di Bilancio 2019 prevede inoltre nuove misure per combattere il fenomeno, tra cui quello che è stato definito il "Daspo Online", che impedisce a siti e server pirata di tornare operativi una volta scoperti.
Misure che, tuttavia, non sembrano molto efficaci contro servizi ormai abituati a scomparire nell'ombra per poi tornare online in tutta semplicità, a pochi giorni dal blocco imposto dalle autorità.
Vito Crimi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, è intervenuto più volte sul tema nell'ultimo periodo, spiegando quali sono le conseguenze per il mercato derivate dall'utilizzo delle IPTV: "Nel momento in cui non ci sono introiti sufficienti, automaticamente i produttori possono avere minori risorse per produrre nuovi prodotti, quindi, di fatto andiamo ad uccidere un mercato che è virtuoso, è un mercato in sviluppo, sempre. Le Iptv colpiscono le dirette televisive, in particolare gli eventi sportivi. Quando c'è un evento sportivo e un'azienda lo ha acquistato pagando i diritti, se viene diffuso illegalmente si vanno a ledere dei diritti, a minare l'economia di aziende e di conseguenza di tutto un mercato".
Sempre Crimi è stato di recente protagonista di un fatto piuttosto particolare: attraverso un messaggio, sponsorizzato per altro, su Telegram, gli è stato offerto l'acquisto di una IPTV illegale. Che si tratti di una truffa o di un servizio funzionante poco importa, quello che appare chiaro è che accedere alle IPTV illegali è sempre più semplice e conveniente dal punto di vista economico, un mix molto pericoloso e che non potrà che portare a una ulteriore diffusione del fenomeno.
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