Streaming libero in Europa: l'UE affossa il provvedimento, vincono i broadcaster

Lo streaming libero in Europa non si farà più, niente Netflix, Sky Go e Amazon video per i cittadini europei all'estero.

Streaming libero in Europa: l'UE affossa il provvedimento, vincono i broadcaster
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Lo streaming libero in Europa sembrava cosa fatta. Ad inizio anno, la Commissione Europea aveva proposto nuove norme che avrebbero permesso di utilizzare i propri abbonamenti a piattaforme di streaming all'estero, purché all'interno dei confini dell'UE. Una notizia che sembrava ormai consolidata e data per certa, soprattutto dopo l'arrivo del roaming libero in campo mobile, che consente oggi di utilizzare la propria tariffa telefonica all'interno dei confini europei. Si tratta di un compromesso giusto, che permette a tutti di risparmiare sul roaming internazionale senza rovinare il business locale delle compagnie telefoniche. Un approccio simile sembrava perfetto anche nel caso dello streaming, ma la Commissione ha deciso invece di ribaltare quanto detto negli ultimi mesi, sancendo, di fatto, la vittoria dei broadcaster europei.

Una norma di cui non si sentiva il bisogno

La soluzione trovata nella telefonia è molto semplice. Quando un cittadino europeo si trova al di fuori del proprio paese, e all'interno dei confini dell'UE, può utilizzare il suo piano tariffario. Ci sono dei vincoli, messi per evitare che i cittadini di uno stato si abbonino a servizi, più economici, di un altro paese, come il limite di utilizzo temporale del roaming libero. La norma però funziona e ha avuto un riflesso marcato sull'utilizzo dello smartphone all'estero, consentendo un risparmio ragguardevole a chi viaggia spesso nei paesi membri. Fino ad oggi, si pensava che anche per lo streaming lo sviluppo della legge avrebbe seguito una strada simile, del tutto logica e che accontenta tutti, utenti e broadcaster, con i primi che possono portare con sé i contenuti che pagano e i secondi che non vedono snaturato il proprio mercato di riferimento.
Invece, con 344 voti favorevoli, 256 contrari e 36 astenuti è passata una norma largamente rimaneggiata rispetto al testo originale, che di fatto permette di vedere all'estero solo telegiornali e contenuti di informazione. Una vera rivoluzione rispetto a quanto proposto nella prima apparizione del testo di legge, che guardava invece a tutti i contenuti trasmessi in streaming, da Netflix a SkyGo. Nella pratica, la nuova norma darà una spinta alla diffusione delle notizie nel mercato europeo, senza andare a toccare la componente, quella dei servizi a pagamento che trasmettono film e serie TV, che interessava maggiormente i cittadini.

Difficile spiegare oggi il motivo per cui un abbonato a Netflix Italia non possa vedere il servizio che paga mensilmente appena varca il confine. Anzi, peggio ancora, lo può vedere ma non nella propria lingua, se non utilizzando una VPN. Non va bene nemmeno agli abbonati Sky, con SkyGo che diventa totalmente inutile all'estero. Insomma, si tratta di una netta vittoria dei grandi broadcaster europei, che non vedevano certo di buon occhio la nuova normativa. Il geoblocking quindi rimane attivo in tutta l'UE, con buona pace dei sostenitori dello streaming libero, ma soprattutto di un'Europa con meno confini e limiti territoriali.