VirtualLink: la realtà virtuale oltre gli 8K con un singolo cavo

Un consorzio formato dai pezzi grossi del mondo VR ha certificato un nuovo standard che permetterà di ridurre il numero di cavi utilizzati dai visori.

VirtualLink: la realtà virtuale oltre gli 8K con un singolo cavo
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Nonostante la spinta potente del mondo industriale tecnologico, i visori virtuali stentano ancora a diffondersi alle masse. Se si escludono le soluzioni legate al mondo mobile, basta guardarsi intorno per capire che la rivoluzione VR è ancora lontana a venire. I motivi sono diversi, dal costo degli headset, comunque calato rispetto all'inizio, fino alle richieste computazionali necessarie per gestirli al meglio. Altro elemento che ha contribuito a frenare l'ascesa della realtà virtuale sono certamente i cavi, utilizzati per l'alimentazione e la trasmissione dei dati, che rendono poco pratico l'utilizzo di questa tecnologia. Due USB 3.0 e una HDMI non sono certo pochi, ecco perché lo standard VirtualLink potrebbe essere un tassello importante per migliorare l'esperienza d'uso con la VR.

Uno standard condiviso

Allo stato attuale, le strade intraprese dalle aziende per la connessione dei visori virtuali al PC sono tre. La prima è quella originaria, che come abbiamo detto utilizza una porta HDMI e due USB 3.0. Una soluzione semplice ma non molto funzionale, e che limita sia la mobilità che la praticità d'uso degli headset. La seconda vede invece in primo piano lo standard Wi-Fi ad, utilizzato già da alcuni router, come il Netgear X10, che permette la trasmissione dei dati ad alta velocità senza l'utilizzo di alcun cavo. La soluzione perfetta, almeno in teoria, ma che deve fare i conti con i consumi dei visori, che necessitano quindi di una batteria per funzionare. Un problema non di poco conto, ecco perché lo standard VirtualLink sarà fondamentale in futuro. Standard che sembra partire con il piede giusto, sia per i nomi dietro al sua arrivo, sia per come è stato pensato. Il consorzio che ha promosso la creazione di VirtualLink comprende infatti NVIDIA, Oculus, Valve, AMD e Microsoft. Tutti i principali attori della VR Consumer quindi, nessuno escluso. Questo significa che dalla prossima generazione di headset, l'utilizzo di VirtualLink diventerà davvero uno standard di settore, senza pericolose derive autarchiche che creerebbero solo confusione.
Se guardiamo invece alle caratteristiche, non possiamo che accogliere positivamente la scelta di puntare a uno standard aperto e all'utilizzo di un connettore già utilizzato in molti altri campi, l'USB Type C 3.1 Gen 2. In realtà, si parla di una versione leggermente modificata rispetto a quella tradizionale, che mantiene la forma dello standard ma ne amplifica le potenzialità. Attraverso questo singolo cavo possono passare quattro linee DisplayPort HBR3, oltre a 27 Watt di potenza. Grazie a tecniche di compressione dei dati, ognuna di queste linee può supportare segnali fino all'8K, rendendo possibile la creazione di headset con schermi ultra definiti.

Non solo praticità quindi, ma anche attenzione per il futuro e per display dalla risoluzione elevata, che necessitano di una banda passante molto alta per ricevere le immagini alla massima velocità. VirtualLink inizierà a diffondersi con la prossima generazione di visori probabilmente, e diventerà un elemento centrale dell'ecosistema virtuale, che nonostante la diffusione ancora bassa continua a cresce e a migliorare.