Vodafone torna alla fatturazione mensile: cosa faranno gli altri operatori?

Vodafone torna sui suoi passi in merito alla fatturazione a 28 giorni, ma cosa faranno gli altri operatori telefonici?

Vodafone torna alla fatturazione mensile: cosa faranno gli altri operatori?
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La fatturazione a 28 giorni ha i mesi contati. Il cambiamento non avverrà subito, ma il ritorno alla classica bolletta mensile si farà, se non per volontà delle telco per espressa decisione del governo italiano. Dopo i pareri negativi di AGCOM sulla vicenda, la proposta di legge lanciata dal PD e le dichiarazioni di Carlo Calenda, Ministro per lo sviluppo economico, il vento del cambiamento era nell'aria, così Vodafone ha deciso di anticipare tutti, annunciando la rinuncia alla tredicesima mensilità. Una rinuncia che non vuole essere solo un'astuta mossa di marketing, ma anche una parziale ammissione di colpa, come emerge dalle parole di Aldo Bisio, AD di Vodafone Italia.

Una scelta azzeccata, ma cosa accadrà ora?

"Nell'aprile del 2016 abbiamo ridotto il ciclo di fatturazione e nei fatti aumentato i prezzi. Era un'operazione legittima in un sistema di mercato liberalizzato, dove i prezzi sono tra i piu' più competitivi d'Europa. Alla luce dell'attenzione posta dal Governo e dalle Autorità, ci siamo resi conto che abbiamo sottovalutato un elemento importante che ci lega ai clienti, la trasparenza. Abbiamo dunque deciso che ritorneremo al ciclo di fatturazione precedente. Sono investimenti ingenti, abbiamo avviato i lavori, e lo faremo rapidamente".
Come si evince dalle parole dell'amministratore delegato di Vodafone Italia, il messaggio che la compagnia vuole far passare è chiaro. Da un lato, Vodafone conferma la piena legittimità delle scelte fatte in passato, affermando che il passaggio alla fatturazione ogni 28 giorni non violava alcuna legge, essendo il mercato libero, mercato che per altro, in riferimento alla situazione italiana, presenta prezzi per gli utenti finali inferiori rispetto a quelli di molti altri paesi Europei. Dall'altro però, Bisio ammette che la trasparenza dell'operazione non è stata curata a puntino. Una sorta di ammissione di colpa postuma insomma, che conferma le tesi di AGCOM, che proprio sulla trasparenza ha basato la sua battaglia contro il cambio nel regime tariffario nazionale. Un cambiamento che non ha visto protagoniste solo le compagnie telefoniche, ma anche Sky, per un'operazione che ha causato molto scontento tra gli abbonati, costretti a versare un mese in più di abbonamento.
La mossa di Vodafone ha certamente spiazzato i concorrenti, che non hanno ancora preso provvedimenti in merito, ma certamente si tratta di una scelta che porterà benefici a livello di immagine, anche se richiederà del tempo per essere applicata, necessario per aggiornare pratiche e procedure amministrative. Se pensiamo che con molta probabilità il ritorno alla fatturazione mensile sarebbe comunque arrivato, per mano del governo, allora la strategia di Vodafone appare più chiara: anticipando tutti, proprio Vodafone sarà la compagnia che uscirà più pulita dopo l'azione del governo.
Ma cosa faranno adesso TIM, WindTre e Fastweb? Allo stato attuale è difficile a dirsi, in un contesto teorico gli utenti dovrebbero essere ora invogliati a passare in massa a Vodafone, causando l'abbandono della tariffazione mensile in tutti gli altri operatori per rimanere competitivi sul mercato.

Ma la teoria e la pratica sono molto lontani in certi casi e dubitiamo fortemente che gli utenti italiani decidano di abbandonare le proprie compagnie, anche solo per il tempo che un'operazione del genere richiede. Molto probabile invece che nei prossimi giorni altri operatori dichiareranno l'abbandono della tariffazione mensile, con tempi ancora da definire. Questo almeno fino all'intervento definitivo del governo, che metterà la parola fine a questa spinosa vicenda.