YouTube Music: prime impressioni sul nuovo servizio musicale di Google

Dal 18 giugno è disponibile in Italia YouTube Music, nuova piattaforma musicale di mamma Google che punta sull'innovazione.

YouTube Music: prime impressioni sul nuovo servizio musicale di Google
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Lo scorso 18 giugno YouTube ci ha sorpresi con una mossa alquanto inaspettata, presentando ufficialmente nel nostro Paese YouTube Premium e YouTube Music. Due servizi distinti ma complementari, in realtà molto simili fra loro, che vanno a migliorare e ad arricchire l'offerta classica della piattaforma, ovvero: tramite un abbonamento da 11.99 euro (attenzione, se vi abbonate tramite iTunes costa la bellezza di 15.99 euro) potete godere di YouTube senza annunci pubblicitari e interruzioni, inoltre tramite app è possibile anche scaricare i video per riprodurli offline e accedere agli iTunes Originals.
Nella quota è incluso anche l'utilizzo di YouTube Music, che in alternativa si può acquistare da solo a 9.99 euro (12.99 tramite iTunes), anche se questo pacchetto "in solitaria" non sembra paticolarmente conveniente. Per tutti i dettagli vi rimandiamo alla nostra notizia, nel frattempo però vediamo in modo più approfondito come si comporta proprio il servizio musicale di YouTube con relativa app.

Tutto e di più

La società di Google ha rilasciato sia su iOS che su Android una nuova applicazione interamente dedicata alla musica, YouTube Music per l'appunto, così da insidiare servizi concorrenti come Spotify e Apple Music.
Sulla carta infatti potrebbe sembrare una piattaforma musicale come tante altre, nella realtà invece tutto è più confuso e nebuloso, almeno per ora. Nei primi giorni di utilizzo, YouTube Music ci è sembrato un servizio ibrido, incentrato sulla musica ma non solo, a disposizione abbiamo infatti anche tutti i video musicali presenti nella sterminata libreria della piattaforma classica. Prodotti ufficiali e non, è facile infatti incappare anche in video caricati dagli utenti, riscattati però dai rispettivi titolari dei diritti - che evidentemente incasseranno anche le royalties degli ascolti.
Riproducendo un brano salta subito all'occhio un tasto inedito, che nessun'altra piattaforma può vantare: uno switch che fa scegliere fra Video o Solo Audio.
Una scelta pensata probabilmente per impensierire soprattutto Apple Music, che offre a catalogo una discreta selezione di video e concerti ufficiali. Ufficiali per l'appunto, YouTube Music invece si appoggia non solo ai canali accreditati dei vari artisti, anche a video caricati dagli utenti, a risoluzione e qualità infima, che spesso e volentieri hanno poco e nulla a che fare con le canzoni. Ben venga l'ibridazione, nonostante l'app classica di YouTube disponibile da anni, ma un'attenzione maggiore al catalogo proposto sarebbe stata gradita, soprattutto al debutto.
Inoltre audio e video sono ancora due mondi scollegati, nel senso: da un servizio che punta a essere innovativo ci aspettiamo di poter switchare da un brano ufficiale a un video ufficiale con un semplice tap, ma (ancora) non è così. Il pulsante serve a isolare l'audio da un video ma non permette il contrario, ovvero richiamare il video da un brano audio ufficiale. I brani audio sono soltanto audio, vedremo in futuro se cambieranno le cose.

Quantità vs Qualità

A proposito di debutti, è possibile che YouTube abbia deciso deliberatamente di gettare nel calderone tutti i video e brani musicali disponibili, in modo da creare un grande "colpo d'occhio". Non a caso, pur essendo l'ultima arrivata, YouTube Music appare subito come una delle piattaforme più fornite, se non la più, in termini di quantità. Siamo riusciti a trovare e ad ascoltare anche album non presenti ufficialmente, grazie a playlist e video caricati dagli utenti (nella foto accanto: siamo riusciti ad ascoltare Painted from Memory di Elvis Costello e Burt Bacharach nonostante l'assenza ufficiale dal catalogo. Come vedete è una normale playlist di video). Con questa soluzione tutto è meno ordinato, con ogni canzone che presenta un tile differente e playlist che non sempre combaciano con le tracklist ufficiali, è però un modo per avere davvero qualsiasi cosa a disposizione.
Certo "quantità" è una parola che in rari casi fa rima con "qualità": attualmente il lato che più ci ha deluso di YouTube Music è proprio la qualità sonora dei brani. Appena scaricata la nuova app, siamo subito andati fra le opzioni per impostare la qualità dello streaming e dei download al suo massimo possibile, rimanendo particolarmente delusi nel non trovare nulla di tutto ciò.
Al momento, e sottolineiamo al momento nella speranza di un aggiornamento prossimo, tutta la libreria di YouTube Music è offerta a 128kbps, come ci hanno confermato i ragazzi di Android Central. Una caratteristica che, almeno per noi, rende il servizio appena sufficiente - e assolutamente inferiore a tutti gli attuali concorrenti del mercato, anche alla luce dell'abbonamento dedicato.

Se provando Tidal HiFi vi abbiamo raccontato di un suono caldo, avvolgente, ricco di dettagli e privo di qualsivoglia artefatto da compressione (parlando appunto di file di alta qualità), con YouTube Music possiamo riferirvi di un suono approssimativo, piatto, con dettagli quasi metallici in alcune frequenze alte e medie. I bassi si fanno notare, ma non eccellono in quanto a profondità e pienezza. Anche all'orecchio meno allenato basta accostare un qualsiasi brano Spotify o Apple Music per comprendere la differenza di compressione (Tidal HiFi teniamolo fuori, è un altro campionato). Siamo sicuri, perché non potrebbe essere altrimenti, che nei piani di YouTube ci sia un aggiornamento nei prossimi mesi, attualmente però la compressione dei file è il più grande handicap del servizio.

Una piattaforma intelligente

You Tube Music è un servizio che può spingere sicuramente su altri punti chiave, come ad esempio l'avanzato motore di ricerca. Anche YouTube Music gode di tutte le funzioni avanzate di Google, ad esempio possiamo risalire a un brano anche senza conoscerne il titolo. Si può anche scrivere "Ultimo singolo Calcutta 2018" per avere una selezione di brani possibili, ed è difficile che fra le soluzioni proposte non vi sia quella giusta; nessun problema neppure partendo da una porzione di testo per risalire alla canzone, insomma possiamo utilizzare in YouTube Music i medesimi comandi di Google, all'interno di un'app dedicata interamente alla musica.
La piattaforma inoltre è molto attenta ai nostri gusti e al nostro stato d'animo. In homepage è facile trovare suggerimenti in base alla musica e agli artisti che ascoltiamo di più o agli interessi scelti al primo avvio dell'app, così come largo spazio è lasciato alle playlist "emotive". Tracklist dedicate allo sport, ai party (di ogni natura), agli anni '80 e '90, ai vari generi musicali e così via - e in questo YouTube ha davvero poco da imparare dagli altri.
Parlando espressamente dell'app, YouTube Music soffre ancora di qualche "peccato di gioventù", con lag sparsi in fase di scrolling e una pessima ottimizzazione grafica - che lascia molti spazi morti e concede poche informazioni di superficie. Su iOS inoltre non viene visualizzata la copertina dell'album nei vari widget dedicati alla musica, cosa che di rimando accade anche su Apple Watch, mentre ha bisogno di essere perfezionata anche la funzione di "condivisione streaming".

Cliccando sulla classica icona "Chromecast", le opzioni per trasferire la nostra musica sono alquanto numerose, da Apple TV alla nuova NowTV Smart Stick, passando per le console di gioco. In pratica qualsiasi dispositivo compatibile con la classica app di YouTube è potenzialmente pronto per lo streaming, con lo schermo che mostra copertina, artista, album e brano in riproduzione, su Apple TV però abbiamo raccolto soltanto un messaggio di errore che ci indica la non compatibilità del servizio - in attesa di un aggiornamento.

YouTube Music Siamo soltanto al debutto, è dunque normale che ci sia qualcosa da correggere e sistemare, tuttavia YouTube Music ci è sembrata una piattaforma ancora troppo acerba per il grandissimo pubblico, poiché offre funzionalità riscontrabili anche nell'app classica - soprattutto dopo l'arrivo della riproduzione in background. La gestione delle playlist e il motore di ricerca interno, fatto da mamma Google, ha ovviamente poco da imparare dalla concorrenza, anzi, peccato però per una qualità audio non ancora all'altezza della competizione. Se passate gran parte della vostra vita su YouTube, guardando video e ascoltando musica, un abbonamento Premium è il vostro paradiso definitivo, se invece avete a cuore soltanto la musica, allo stato attuale è meglio recarsi altrove. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi, con Google sicuramente intenta a migliorare la situazione.