"Buon anno, India!": un particolare augurio da parte della Compagnia delle Indie orientali

'Buon anno, India!': un particolare augurio da parte della Compagnia delle Indie orientali
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Era il 1613, quando un vascello particolare delle compagnia britannica partì dall'Inghilterra con un'unica destinazione: l'India. Ma perché, fra tutte le imbarcazioni commerciali, quella venne considerata d'estrema importanza quell'anno? La risposta è presto detta: l'intera nave era un dono di Capodanno per l'imperatore Moghul Jahangir.

Prima di procedere con la narrazione che vide coinvolta quest'imbarcazione, è giusto riassumere in maniera coincisa cosa fosse l'impero Moghul in India e la sua importanza nel colonialismo europeo.

Esso fiorì tra il 1526 e il 1707, grazie al sovrano Babur il Conquistatore, un discendente del grande combattente turco-mongolo Tamerlano. Inizialmente, i primi domini si concentravano nell'odierno Uzbekistan, ma lentamente i nomadi Uzbeki presero il controllo di quelle terre e Babur si vide costretto a spostare i suoi fedeli in un'altra area: l'India che, nel XVI secolo, era sotto il domino del Sultanato di Delhi.

Il discendente di Tamerlano e il sultano Ibrahim Lodi si scontrarono nel 1526 e il primo ne uscì vincitore, fondando un nuovo regno in India ed estendendo la sua egemonia anche in altre aree dell'Asia Centrale, come l'Afghanistan e il Bengala.

Con il nascente impero Moghul si rafforzò, di conseguenza, anche l'influenza della religione islamica sia in India sia in tutti i domini della dinastia. Sarà solo col terzo imperatore, Akbar, che si cercherà di creare una sintesi tra Induismo ed Islam.

Ad ogni modo, l'India dei Moghul visse un periodo che è possibile definire come un vero e proprio "Rinascimento" artistico e culturale. Tuttavia, non tutto dura per sempre.

Con l'ultimo sovrano, Aurangzeb (1658-1707), le tensioni con i principi indù -soprattutto nell'area meridionale indiana- accrebbero e la famiglia imperiale obbligò l'intera popolazione a predicare solo la religione islamica. Questo, ovviamente, provocò degli accesi scontri interni, persino tra la popolazione più umile.

E' proprio in questo momento di fragilità che i britannici intervennero, approfittando della morte dell'ultimo sovrano islamico e la disgregazione del secolare impero costruito dal suo antenato. Questo fu possibile proprio con la prima guerra d'indipendenza indiana, di cui vi abbiamo parlato in questa notizia.

I Moghul furono gli ultimi a provare a tenere l'India unita, prima dell'invasione europea. Fu proprio la loro debolezza politica a portare, all'interno delle terre indiane, gli inglesi come qualcosa in più di semplici partner commerciali.

Conoscendo questo destino, potrete capire il perché i britannici, in particolare la Compagnia delle Indie orientali, tenessero particolarmente all'apparire, agli occhi dei sovrani indiani, come alleati in tutti i campi, soprattutto economico.

La nave spedita nel 1613 era solo una delle tante che servivano agli inglesi per poter garantire parte del loro monopolio commerciale in tutta l'Asia. Ovviamente, quella per l'imperatore indiano doveva essere la più ricca di doni preziosi, come tessuti con metalli e pietre pregiate o, addirittura, quadri europei.

Quest'ultimi, sulla base di quello che si può leggere nel blog della Biblioteca britannica, ritraevano lo stesso re Giacomo I d'Inghilterra, sua moglie, il governatore della Compagnia delle Indie Orientali (Sir Thomas Smythe) e Tamerlano.

La gran cura prestata alla gestione dei quadri in condizioni così delicate in pieno oceano di certo non si ebbe per i membri dell'equipaggio. Molti furono gli uomini, presenti nella nave, che perirono ne "Il dono di Capodanno" (il nome letterale della nave) e i cui oggetti personali vennero venduti nei vari porti asiatici o restituiti alle famiglie.