"C'è meno fosfina del previsto": gli scienziati hanno rianalizzato i loro dati
A settembre scorso vi abbiamo riportato la sensazionale notizia secondo cui sarebbe stata avvistata della "fosfina" nell'atmosfera di Venere. La cosa non solo ha creato grande scalpore, ma anche diverso scetticismo. Di recente, stesso gli autori della scoperta originale hanno rianalizzato meglio i propri dati.
Molto si è dibattuto sulla veridicità di tale scoperta, soprattutto perché la fosfina è fortemente correlata ad una possibile ciclo vitale microbico. Anche noi sulle nostre pagine abbiamo provato ad analizzare meglio l'origine di tale particella, e qui trovate il nostro speciale sull'origine della fosfina venusiana.
Non tutta la comunità scientifica ha accettato con entusiasmo la scoperta, soprattutto dopo che alcuni ricercatori indipendenti hanno scovato diverse irregolarità nell'analisi dei dati. Si è aperto dunque un forte dibattito, che ha spinto i ricercatori originale ad approfondire la questione. Si tratta comunque di una prassi tipica della ricerca scientifica: "pubblicare" una scoperta significa anche renderla confutabile e alla portata di chiunque, quindi tutti erano preparati ad una revisione del proprio lavoro.
I dati ricavati dall'osservatorio dall'Atacama Millimeter-submillimeter Array (ALMA) in Cile e dal James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) sono stati ripubblicati il 16 novembre e rianalizzati, portando alla luce che un reale errore di calibrazione strumentale aveva inficiato la prima pubblicazione. Questa svista è stata corretta nell'approfondimento successivo, portando comunque alla conclusione che la fosfina è presente, ma in quantità minore.
Nella scoperta di settembre si dava la concentrazione di fosfina con un tasso di circa 7 parti per miliardi (ppb), ora invece si parla di appena una parte per miliardo (quindi un settimo in meno di quanto affermato in precedenza). La revisione però non mette in pericolo la scoperta: sebbene sia stata ridotta la concentrazione, il restante è ancora una quantità considerevole, difficile da spiegare mettendo in gioco soltanto i processi naturali venusiani.
Per ora non ci sono dati sufficienti per fare ulteriori dichiarazioni al riguardo, ma si spera che le missioni dirette verso Venere, munite di speciali palloni "aero-sonda", possano raccogliere molte più informazioni utili per mettere fine a questo affascinante e incredibile mistero. Venere ha ancora moltissimo da svelarci!
FONTE: UniverseToday
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