Dopo 150 anni sfatata teoria su questo feroce dinosauro carnivoro

Dopo 150 anni sfatata teoria su questo feroce dinosauro carnivoro
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L’Allosauro è uno dei dinosauri carnivori più conosciuti, grazie alle sue doti fisiche e alla lontana somiglianza con uno dei predatori più temibili del Cretaceo, il T.rex. Per questo è stato sempre annoverato tra le specie predatrici. Ma un gruppo di paleontologi, analizzando i resti fossili del predatore, ha sfatato una credenza di 150 anni.

Lo studio, condotto da Cameron Pahl e Luis Ruedas della Portland State University, ha rivalutato la nicchia ecologica occupata dagli Allosauri.

Gli Allosauri erano dinosauri carnivori, dotati di grandi bocche dentate ed una struttura morfologica agile ma robusta, appartenenti al gruppo dei Teropodi, di cui faceva parte anche il T.rex(recentemente noto per essere stato un "buongustaio"). Erano creature bipedi dalle notevoli dimensioni, che potevano raggiungere i 10 metri di lunghezza e le 2 tonnellate di peso. Queste caratteristiche, in concomitanza con le fauci che contraddistinguevano la sua cavità mandibolare, lo hanno sempre attestato come un efficiente predatore.

Dalla datazione del record fossile è noto che il carnivoro convivesse con alcune delle specie di Sauropodi più grandi conosciute. Tra questi i più noti sono il Diplodoco e il Brachiosauro. L’enorme mole di queste creature e le loro attitudini migratorie, tese a percorrere lunghi viaggi in branchi, avrebbero rappresentato una notevole fonte di sostentamento per i carnivori. Ma in modo differente rispetto alle passate credenze.

Rianalizzando le caratteristiche fisiche della specie, considerata un tempo predatoria, i ricercatori hanno appurato che queste non erano sufficienti a permettere una caccia attiva, soprattutto in relazione alle immense specie erbivore, limitando questi carnivori ad un comportamento prevalentemente saprofago.

Questa ipotesi è stata avvalorata dall’esame della struttura morfologica degli animali. Questi, infatti, erano dotati di crani allungati e di una muscolatura insufficientemente sviluppata per poter generare una notevole potenza di morso. A ciò va aggiunta anche la mancanza di visione binoculare, che rappresenta una caratteristica fondamentale di un’attiva ed efficace capacità predatoria.

Come spesso accade studiando antichi reperti di un mondo passato, alla luce di nuove scoperte e tecnologie di analisi, i ricercatori hanno rivalutato l’ennesima credenza passata. In questo caso assistiamo al ridimensionamento del ruolo ecologico di una delle specie entrate nell’immaginario collettivo in qualità di feroce predatore ed ora amaramente relegata all’attività di spazzino di carcasse.