3 aspetti da non sottovalutare nel corso della storia delle rivoluzioni

3 aspetti da non sottovalutare nel corso della storia delle rivoluzioni
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Iniziare una rivoluzione non è mai stato facile. Eppure, nel corso della storia, sembra vi siano stati dei casus belli minori che hanno portato gruppi di uomini a ribellarsi contro lo status quo. Proveremo a vederne alcuni e capire quali sono gli aspetti da tenere in considerazione quando, in passato, scoppiavano dei moti di rivolta.

  • Non sottovalutare un'arma a doppio taglio

Allo scoppio della rivoluzione russa, nel febbraio del 1917, Lenin era bloccato in Svizzera. Tornare in patria sembrava impossibile, per due semplici motivi: prima di tutto, Germania e Russia erano l'uno contro l'altra durante la Prima Guerra Mondiale, quindi era impossibile far passare il leader marxista con un semplice treno intercontinentale.

Secondariamente, Lenin rappresentava per i tedeschi un'arma a doppio taglio, perché poteva, sì, aizzare la popolazione russa contro la loro leadership e distruggere il nemico all'interno. Allo stesso tempo, però, le idee marxiste potevano espandersi a dismisura in una Germania sempre più fragile e povera, al punto da rendere Lenin capo di una rivolta tedesca.

Per questo, alla fine, venne dato l'ordine di inviare il loro "alleato" russo verso la sua madrepatria. Per aggirare i controlli, però, Lenin e il suo entourage vennero costretti a viaggiare in un treno "piombato" per tutta l'Europa settentrionale al fine di evitare qualsiasi controllo di frontiera. Nessuno poteva immaginare cosa quel ritorno avrebbe significato per la storia della Russia.

  • Mai dimenticare gli aspetti culturali dei soldati

Nel 1857 scoppiarono i cosiddetti "Moti indiani", cioè una serie di azioni di ribellione armata contro l'oppressivo potere coloniale britannico in India. Questo evento è stato così importante per la storia indiana, al punto di essere definito come "Prima guerra di liberazione indiana", mentre nei nostri classici manuali di storia spesso lo sentiamo nominare come "Rivolta dei Sepoy".

Molti storici sostengono che una delle tante cause che hanno portato alla nascita di questa ribellione sia accaduta nell'esercito che presiedeva il Bengala, formato sia dai sepoy (i militari indiani) sia inglesi.

Il tutto accadde in occasione dell'arrivo di nuovi fucili ad avancarica, il cui caricamento avveniva strappando l'involucro di carta della cartuccia con un morso ricoperto di grasso animale. Sia i sepoy hindu che musulmani chiesero quale venisse usato, perché quello bovino avrebbe offeso i primi e quello suino i secondi.

Gli ufficiali inglesi non fecero niente in merito e molti soldati indiani decisero, di conseguenza, di ammutinarsi per il mancato rispetto della loro cultura e della loro religione.

  • La musica può muovere gli animi verso la rivolta

Col Congresso di Vienna del 1815, una costola dell'ex-impero francese venne separata e andò a crearsi il Regno Unito dei Paesi Bassi (1815-1839). Esso era formato ufficialmente da terre degli odierni Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e alcuni stati della vecchia Confederazione Germanica.

Le differenze culturali e sociali, tuttavia, in questo regno erano evidenti. Per questo, nel 1830, si diede avvio alla secessione delle province meridionali che, insieme al Granducato del Lussemburgo, formarono il Belgio per come lo conosciamo oggi.

Si sostiene che i primi episodi di rivolta siano partiti nella notte del 25 Agosto del 1830. Quella sera si stava tenendo uno spettacolo musicale di Daniel Auber: l'opera "La Muette de Portici". Nel momento in cui partì il duetto "Amour Sacré de la Patrie", molti spettatori iniziarono a cantare insieme, rigettarsi nelle strade e a incitare gli altri alla rivolta patriottica.

L'esercito della casata degli Orange-Nassau venne fronteggiato con coraggiosa resilienza e il 4 Ottobre dello stesso anno venne dichiarata l'indipendenza del Belgio - anche se verrà riconosciuta ufficialmente solo nel 1839.