Ecco 3 divinità minori dell'antico Egitto che potreste non conoscere

Ecco 3 divinità minori dell'antico Egitto che potreste non conoscere
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Sappiamo che nell'antico Egitto si venerava un pantheon composto da almeno 1500 divinità, sia maschili che femminili. Grazie alla cultura pop, i nomi di alcune di queste oggi ci risultano familiari - soprattutto quelle legate alla sfera della morte. Eppure, vi sono miti intorno certe figure divine che vale la pena conoscere.

  • Tueret

La dea Tueret, o Taweret, era una dea egizia particolare. In varie sue rappresentazioni è facile riconoscerla grazie al peculiare corpo dalle fattezze di una femmina di ippopotamo gravida - oltre ad altri elementi che visivamente potrebbero indurci a credere che fosse una sorta di coccodrillo con le gambe umane.

Questa divinità era la protettrice delle donne incinte e dei bambini, i quali venivano vegliati soprattutto nelle ore del riposo. Nel rito funerario, invece, veniva invocata in quanto madre del sole, invogliandolo a rinascere quotidianamente e condurre il morto verso l'aldilà.

E' raro trovarla raffigurata in dei templi a lei dedicati, ma questo non le sottraeva importanza nel pantheon egizio. Si preferiva, invece, venerarla in tutti quegli oggetti legati, in qualche modo, al focolaio domestico - come le mura di una stanza, i letti o i vasi per cosmetici.

  • Bes

Bes è un dio che veniva venerato sin dal periodo arcaico (3150-2686 a.C.). Era sempre raffigurato come un demone nano, con un'apparenza a tratti quasi comica. Infatti, è facile riconoscerlo per le sue espressioni facciali buffe, le sue smorfie o linguacce.

Al contrario della nostra moderna figura dei demoni, Bes non era per niente un'entità negativa. Al contrario, egli assunse svariate funzioni positive nel corso della storia dell'Egitto.

Per esempio, nel periodo arcaico aveva il compito di scongiurare le sciagure; nel Medio Regno (2055-1650 a.C.), invece, assunse più ruoli, come quello di proteggere dal malocchio, ma anche la casa. Inoltre, venne spesso associato alla musica, alle danze, alla fertilità e al sonno. Si dice anche che le cosce delle ballerine venissero, in questo periodo storico, tatuate con questo personaggio.

  • Neith

Patrona di Sais, nel Delta occidentale, dove venne trovata la Stele di Rosetta nel 1796, Neith (o Nit) era, sin dalle origini, una divinità femminile molto affascinante - considerando i numerosi significati a lei attribuiti.

Alle origini, era una semplice dea della caccia e della guerra, alle quali tutte le armi venivano consacrate. Si credeva, inoltre, che fosse la guardiana dei morti in battaglia.

Col passare del tempo, il curioso copricapo posto nella sua classica iconografia ha portato la sua figura ad essere associata alla tessitura, divenendo, così, anche dea delle arti domestiche e protettrice delle donne.

A questo significato se ne aggiunse un altro, legato, questa volta, alla sfera funebre. Neith, infatti, iniziò ad essere affiancata alla morte e al processo di imbalsamazione. Si credeva che ella stessa avvolgesse i corpi dei morti nelle bende e che fosse la made di Duamutef, la figura divina associata al canopo dove veniva inserito lo stomaco.

La fama di questa dea divenne tale che Platone, nell'opera "Timeo", affermò che i cittadini di Sais accomunassero Neith alla dea greca Atena.

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