30 aprile del 1945: Adolf Hitler si suicida nel suo bunker

30 aprile del 1945: Adolf Hitler si suicida nel suo bunker
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La morte di Adolf Hitler, che si suicida ingoiando una capsula di cianuro e si spara dopo alla testa, decreta la resa della Germania alle forze alleate. Finisce così l'assurdo e disturbante sogno di Hitler di mantenere il Reich per mille anni.

Da qualche anno potremmo dire si sentisse nell'aria che la Germania avrebbe presto ceduto e perso la Seconda Guerra Mondiale, di cui è stato localizzato un incrociatore del periodo.

Nel 1943 l'armata tedesca era stata annientata nella battaglia di Stalingrado dall'Unione Sovietica. L'anno successivo, a giugno, avvenne il celebre sbarco in Normandia. Nel luglio del '44 furono gli stessi militari tedeschi a voler spodestare Hitler, consapevoli dell'imminente sconfitta a cui sarebbero andati in contro, in modo da poter pattuire una pace più favorevole.

Hitler riuscì a sventare ognuno dei tentativi di assassinio e giustiziò più di quattromila connazionali per punirli. Nel '45 quando i sovietici assediarono Berlino, Hitler scappò nel suo bunker a 16 metri sotto la cancelleria. C'erano 18 diverse stanze e il bunker - di cui abbiamo scritto in dettaglio - era completamente fornito e autosufficiente, lì, Adolf Hitler incontrava i suoi subordinati e ad un solo giorno del suo suicidio, sposò Eva Braun, la sua amante.

Hitler e la donna avvelenarono i loro cani prima di suicidarsi e successivamente ingerirono le capsule di cianuro, l'uomo si sparò anche in testa. I loro corpi, così come indicò lo stesso Hitler, vennero trascinati su per una via del bunker, cremati e successivamente seppelliti in un punto specifico del giardino della cancelleria.

Quando i sovietici arrivarono, rimossero le ceneri di Hitler e cambiarono continuamente la loro posizione. In questo modo avrebbero impedito ai devoti del dittatore di creare un memoriale, fu tuttavia dopo ancora 8 giorni giorni che le forze armate tedesche emanarono una resa incondizionata.