4 cose che potreste non conoscere sullo storico discorso di Martin Luther King

4 cose che potreste non conoscere sullo storico discorso di Martin Luther King
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Era il 28 Agosto del 1963, quando, davanti ad una folla di 250 mila persone, l'attivista per i diritti civili Martin Luther King pronunciò il suo celebre discorso, passato alla storia col titolo "I have a dream". Quel testo segnò un evento fondamentale nella storia americana, eppure vi sono dei dettagli spesso non raccontati su quella giornata.

  • Inizialmente nessuna donna doveva parlare alla folla durante la Marcia pacifica verso Washington

Come abbiamo già raccontato, le donne ebbero un ruolo fondamentale nella battaglia dei diritti civili. Tuttavia, tutti coloro che avrebbero dovuto parlare durante una delle manifestazioni pacifiche più emblematiche nella storia del XX secolo erano unicamente uomini.

Sarà solo l'iniziativa di Anna Hedgeman, l'unica donna coinvolta nell'organizzazione dell'evento, a richiedere tenacemente un punto nel programma dedicato anche alle donne coinvolte nella battaglia contro la segregazione razziale.

  • Tra i rappresentanti che avrebbero dovuto tenere un discorso vi erano anche un operaio bianco e un rabbino

Martin Luther King chiuse con grandiosità l'evento della marcia su Washington, ma prima venne preceduto da altri nove personaggi di un certo spessore nella battaglia per i diritti civili. Fra questi vi fu Walter Reuther, direttore di un sindacato per i lavoratori delle fabbriche automobilistiche, la United Automobile Workers (UAW). Reuther e i suoi colleghi credevano fortemente nella causa e spinsero dei modesti finanziamenti a favore del gruppo di King e di tutti gli attivisti organizzatori.

Tra i rappresentanti che avrebbero dovuto parlare vi era anche Joachim Prinz, presidente dell'American Jewish Congress (il Congresso Americano degli Ebrei), che fu il penultimo a proclamare un discorso - prima di Martin Luther King. Sicuramente la sua presenza fu fondamentale per simboleggiare una lotta contro il razzismo che accomunava tutti i presenti in quel fatidico 28 Agosto, senza distinzione di etnia, religione, genere o status sociale. Questo perché Prinz era stato un rabbino a Berlino quando iniziarono ad essere applicate in Germania le leggi razziali volute da Hitler.

  • L'amministrazione Kennedy rimaste impressionata dal discorso di King

Le tre grandi reti televisive dell'epoca (la ABC, la CBS e la NBC) avevano trasmesso in diretta le storiche parole dell'attivista e persino il presidente John F. Kennedy riuscì ad ascoltarle e rimanerne impressionato. Sfortunatamente, come la storia ci insegna, il capo di Stato rimase coinvolto in un attentato solo tre mesi dopo la marcia su Washington e non poté mettere sul tavolo, nell'atto pratico, alcuna iniziativa che garantisse maggiori diritti a chi ne richiedeva a gran voce.

Sarà il suo successore, Lyndon Johnson, a marcare l'atto più decisivo nella battaglia dei movimenti dei diritti civili del XX secolo. Egli promulgò l'Atto dei Diritti Civili del 1964 e il l'Atto di diritto di voto nel 1965.

  • L'FBI, dopo il discorso, cominciò ad indagare su Martin Luther King

Le autorità federali, che avevano monitorato per tutto il tempola marcia su Washington, sospettavano che King e i suoi sostenitori potessero usare la violenza una volta entrati nella capitale del paese. Per questo vennero poste 19 mila truppe per tutta Washigton D.C.

Quando si tenne il discorso "I have a dream", l'ufficiale dell'FBI William Sullivan dichiarò: "Le potenti e demagogiche parole di King lo hanno marcato, da questo momento in poi, come il più pericoloso afroamericano nel futuro di questa nazione".

Iniziarono, quindi, le intercettazioni alle telefonate dell'attivista fino all'osservare, giorno dopo giorno, le sue attività organizzative con altri gruppi di protesta. Questa costante sorveglianza durò fino al 1968, quando Martin Luther King venne assassinato.