Questi 5 sistemi stellari potrebbero essere in grado di supportare la vita

Questi 5 sistemi stellari potrebbero essere in grado di supportare la vita
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Gli astronomi sognano di trovare la vita sugli altri pianeti: da semplici batteri a forme di vita complesse. Purtroppo fino ad oggi non abbiamo nessuna certezza di questa esistenza, anche se le prove certamente non mancano. Abbiamo ancora tantissimo da esplorare e abbiamo solo iniziato a grattare appena la superficie.

Alcuni anni fa, l'astrofisico Siegfried Eggl ideò un quadro analitico per determinare l'esistenza delle zone abitabili delle stelle binarie (un sistema stellare formato da due stelle che orbitano intorno a un comune centro di massa). Oggi, un nuovo studio pubblicato recentemente su Frontiers in Astronomy and Space Sciences (condotto sempre da Eggl e colleghi) ha applicato questi calcoli matematici a noti sistemi binari.

Sono stati analizzati nove sistemi tutti identificati dalla missione Kepler della NASA. Questi sistemi sono stati tutti esaminati dal team utilizzando equazioni; una pratica che richiede sicuramente molto più tempo delle classiche simulazioni. "Il vantaggio del nostro approccio è che chiunque può prendere le nostre equazioni e applicarle ad altri sistemi per determinare dove cercare al meglio mondi simili alla Terra", afferma Eggl.

Di questi nove pianeti, due sono stati identificati come particolarmente pericolosi: Kepler-16 e Kepler-1647 poiché ospitano pianeti giganti posizionati troppo male per creare una zona abitabile stabile; mentre Kepler-34, Kepler-35, Kepler-38, Kepler-64 e Kepler-413 hanno una zona abitabile promettente, con Kepler-38 particolarmente promettente.

Ovviamente trovarsi nella zona abitabile non basta: "una volta confermato che un pianeta potenzialmente abitabile si trova su un'orbita stabile, possiamo procedere a indagare sulla quantità di radiazione che riceve dalle due stelle nel tempo. Modellando l'evoluzione delle stelle e delle orbite planetarie possiamo stimare la quantità o la radiazione effettiva che il pianeta riceve". Insomma, occorrono ancora altre osservazioni, molte altre per l'esattezza.