Abu Simbel: da oggi sarà possibile visitare il tempio di Ramses II grazie ad una mappa 3D

Abu Simbel: da oggi sarà possibile visitare il tempio di Ramses II grazie ad una mappa 3D
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Una delle attrattive più importanti, che accoglie migliaia di turisti ogni anno in Egitto, è proprio il Tempio di Ramses II ad Abu Simbel. A causa del COVID-19, il settore turistico si è ingegnato per poter continuare ad affascinare persone da tutto il mondo. E' per questo che è nata una mappa tridimensionale ed interattiva del grande sito.

Durante il regno del faraone Ramses II, nel XIII secolo a.C., si ergeva, nell'odierno governatorato di Assuan (nell'Egitto meridionale), un tempio dedicato al dio-falco Horus, una delle più antiche divinità egizie.

Per ordine del sovrano, spinto dal forte desiderio di intimorire i nemici politici, l'edificio venne distrutto e su di esso ne venne costruito uno nuovo e più imponente, detto "Il grande tempio", o "Per-Ramesses-Miamon". Intorno ad esso, successivamente, si andò a costruire l'intero complesso archeologico, che oggi conosciamo come "Abu Simbel" o "Meha".

All'interno del sito si può trovare anche un tempio minore, dedicato a Nefertari (la moglie di Ramses II), alla dea Hathor (spesso associata con la compagna del faraone) e ad altre divinità legate alla sfera della maternità e dell'amore.

Si scoprì, per la prima volta, questo luogo il 22 marzo del 1813, dall'orientalista svizzero Johann Ludwig Burckhardt. La prima cosa trovata sotto la fitta sabbia egiziana fu proprio il "Grande Tempio". 4 anni dopo, l'esploratore italiano Giovanni Belzoni ripulì l'entrata, trovando le quattro principali statue colossali -alte 20 metri ciascuna, per la precisione- e che raffigurano il faraone seduto su un trono.

La bellezza di questo luogo, tuttavia, venne messa a dura prova non tanto i primi anni dalla sua scoperta, bensì intorno agli anni '60 del Novecento.

In quel periodo, infatti, il presidente egiziano Nasser diede il via a dei lavori per costruire la grande Diga di Assuan, un'opera idrologica che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale. Fu proprio questo dettaglio a terrorizzare la comunità internazionale, che osservò come la realizzazione del progetto avrebbe portato la distruzione di centinaia di opere presenti ad Abu Simbel.

Per salvare il complesso, intervennero ben 113 paesi membri dell'UNESCO, che alla fine trovarono una soluzione grazie ad un team svedese. Essa preveda di smontare in blocco l'intera area minacciata, cioè quella dei templi, e poi ricostruirla in una nuova posizione più sicura.

Il tutto costò ben 40 milioni di dollari e furono proprio gli esperti cavatori di marmo italiani, provenienti da Carrara, Mazzano e Chiampo, a fare la differenza.

La spettacolare storia millenaria di Abu Simbel e dei suoi templi viene, tutt'ora, preservata e, grazie al continuo interesse di valorizzarla, il Ministero del Turismo egizio, affiancato da un gruppo di specialisti dell'ente "nav-3D", ha scannerizzato e riprodotto in una mappa tridimensionale e molto dettagliata l'intero Tempio di Ramses II.

Sfortunatamente i blocchi descrittivi si trovano ancora in arabo, ma intanto potrete farvi una piccola e semplice passeggiata virtuale tra le mura dell'edificio. Vi basterà cliccare qui.