L'acqua di Fukushima è sicura: nessun problema se viene gettata in mare
Vi abbiamo già parlato in più occasioni del discorso "acqua di Fukushima", ovvero la decisione del Giappone di rilasciare in mare più di un milione di tonnellate di acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima. Ovviamente, l'argomento ha suscitato molte polemiche ed è giusto, quindi, cercare di fare un po' di chiarezza.
- Da dove proviene l'acqua trattata? L'acqua fa parte del sistema di raffreddamento della centrale. L'operatore dell'impianto TEPCO ha costruito più di 1.000 serbatoi per contenere circa 1,25 milioni di tonnellate di acqua nel sito, ma saranno pieni entro la seconda metà del 2022. C'è un processo chiamato Advanced Liquid Processing System che filtra la maggior parte degli elementi radioattivi, ma non riesce a rimuovere il trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno dannoso per l'uomo solo in dosi molto elevate;
- Come verrà rilasciata l'acqua? Il milione di litri d'acqua sarà ulteriormente diluito con altra acqua e solo successivamente rilasciata in mare. "Il rilascio nell'oceano è già fatto altrove. Non è qualcosa di nuovo. Non c'è scandalo qui", ha dichiarato il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) Rafael Mariano Grossi. Il rilascio dell'acqua richiederà, quindi, decenni;
- Rilasciare l'acqua è sicuro? Gli elementi radioattivi nell'acqua sono molto al di sotto degli standard internazionali. Ad esempio, il rilascio di tutta l'acqua immagazzinata in un solo anno produrrebbe "non più di un millesimo dell'impatto dell'esposizione alle radiazioni naturali in Giappone", secondo il ministero degli Esteri in una risposta a un rapporto delle Nazioni Unite;
- Cosa dicono gli esperti? "C'è consenso tra gli scienziati sul fatto che l'impatto sulla salute sia minuscolo", ha dichiarato Michiaki Kai, esperto di valutazione del rischio di radiazioni presso l'Università del Giappone. Il trizio, inoltre, "non rappresenta affatto un rischio per la salute - e in particolare quando si tiene conto del fattore di diluizione dell'Oceano Pacifico", aggiunge Geraldine Thomas dell'Imperial College. "Non avrei alcuna esitazione mangiando i frutti di mare di Fukushima".
FONTE: sciencealert
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