
Aggiornamenti sulla nave vichinga scoperta a Gjellestad, Norvegia

INFORMAZIONI SCHEDA
Nella rivista Antiquity è stato pubblicato uno studio per aggiornare l'opinione pubblica e il mondo accademico riguardo la nave sepolta a Gjellestad, Norvegia. Trovata nel 2018, a quanto pare la maestosa imbarcazione non era la sola a riposare sottoterra.
Le navi sono una preziosa fonte di ricerca per gli studiosi che decidono di intraprendere percorsi di specializzazione sull'età vichinga. Come spiegato in altre notizie, esse sono un po' come le mummie per gli egittologi: testimonianze dei costumi, condizioni sociali e culti nella società norrena.
Tuttavia, alcune volte queste non bastano. Per questo la ricerca continua a muoversi dalla città più grande del Nord Europa fino alle piccole fattorie dell'entroterra scandinavo pur di trovare qualche dato in più.
Nel caso riportato nella rivista, gli archeologi non si sono allontanati di tanto rispetto al primo luogo di ritrovamento. Grazie ad un sofisticato georadar sono riusciti ad identificare a più di 30 metri di profondità, vicino all'imbarcazione di Gjellestad, i resti di quelli che una volta dovevano essere una sala per le cerimonie e un templio.
Questo sito archeologico, che si estende per decine di chilometri, si sta dimostrando essere una culla di reperti storici, delle più diverse epoche, da poter analizzare. Per esempio, già nel 2017 erano stati trovati degli oggetti in oro nella zona nord del sito, risalenti all'Età del Ferro. Fu proprio questo ritrovamento, all'epoca, che portò gli archeologi a continuare a studiare il sito - convinti che fosse un luogo veramente speciale.
La nave trovata è stata probabilmente sepolta intorno al IX secolo d.C., ma i resti degli edifici intorno ad essa sembrano risalire ad un passato ancora più remoto. Uno degli autori dello studio, Lars Gustavsen, ha precisato che il sito era già un "cimitero preesistente, usato, probabilmente, dall'élite vichinga per associare se stessa con una precedente struttura di potere".
Gli scavi stanno proseguendo, ma ancora rimane insoluta una domanda: perché i vichinghi seppellivano le navi?
Sono tante le ipotesi e, fino a dati ulteriori, rimangono tali. Gustavsen, per esempio, sostiene che la pratica di seppellire le imbarcazioni, soprattutto vicino dei luoghi importanti come edifici sacri o luoghi di festa (dove si celebravano, solitamente, gli ultimi momenti dei rituali religiosi), era legata all'identità che la società vichinga si attribuiva. I Vichinghi si definivano come individui che vivevano nel e per il mare, persino dopo la morte
Altre ipotesi sostengono che la pratica di seppellire le navi era un semplice gesto di convenzione che le persone di alto rango dovevano seguire per confermare la loro posizione sociale e politica - considerando quanto costoso era, all'epoca, costruire questi giganteschi mezzi di trasporto e commercio.
I lavori di scavo e di ricerca continueranno nel sito di Gjellestad fino a Dicembre 2020, ma con quello che è già stato raccolto si è riusciti ad aggiungere tasselli in più alla narrazione delle tradizioni vichinghe.
Quello che, in questo momento, rimarrà l'obiettivo principale dei ricercatori, alla fine del progetto, sarà preservare ciò che è stato trovato - come la grande "longship", che si trova in uno stato di completa decomposizione per via del clima in cui si è conservata per così tanti anni.
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