Gli alberi morti sono considerati microcosmi di biodiversità

Gli alberi morti sono considerati microcosmi di biodiversità
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In natura esistono tantissimi ecosistemi diversi che, al loro interno, contengono un numero molto grande di nicchie ecologiche colonizzate da innumerevoli specie diverse.

Spesso, quindi, alla base di un ecosistema più grande ci sono tantissime di queste nicchie diverse di cui, spesso, ignoriamo completamente l’esistenza.

Pensiamo, per esempio, all’interno di un bosco o di una riserva naturale, agli alberi morti che troviamo lungo la strada.

Forse è difficile immaginare che quel legno morto e marcio può essere una nicchia ecologica che garantisce la sopravvivenza di moltissimi funghi e insetti e che questi funghi e insetti sono nutrimento per altri animali e così via.

In Ecologia tutto è collegato, quindi, dall’immenso albero che garantisce riparo agli uccellini, al cappo marcio che è casa per funghi e insetti.

Dunque uno studio dell’Università di Alberta ci dice che aumentare il numero di alberi morti nelle foreste temperate e in quelle boreali potrebbe, a sua volta, ampliare la biodiversità delle foreste stesse.

I tronchi morti, afferma la ricerca, aumentano la popolazione di insetti e di funghi che hanno proprio in quei resti vegetali il loro habitat ideale.

Per gli autori dello studio, per garantire una salute ancora migliore per le foreste ed i parchi è consigliabile aumentare il numero degli alberi morti mediante, per esempio, bruciature controllate.

Lo studio ci dice anche che gli alberi morti non rappresentano un pericolo maggiore legato alla proliferazione degli incendi, al contrario, ad aumentarne il rischio sono proprio i rami ed i materiali più fini lasciati, per esempio, dopo il disboscamento.