Amazon: disponibili sul sito USA 60.000 articoli pericolosi, intervengono le autorità
Amazon sembra essere nei guai: la Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo degli Stati Uniti (CPSC) nella giornata odierna ha presentato un reclamo contro il colosso dell’e-commerce in quanto nel portale statunitense sono disponibili migliaia di prodotti potenzialmente pericolosi o non conformi alla legge.
La denuncia dell’autorità in questione, leggibile integralmente sul sito della CPSC, ha contestato nello specifico la rivendita dei seguenti prodotti: 24.000 rilevatori di monossido di carbonio difettosi, pigiami per bambini infiammabili e 40.000 asciugacapelli venduti senza protezioni contro gli urti e l'elettrocuzione, dunque non conformi alle norme di sicurezza poste per legge. Di conseguenza, la CPSC ha affermato che Amazon è legalmente responsabile del richiamo di tali prodotti; inoltre, la Commissione ha invitato la società a collaborare con essa per informare i clienti e offrire rimborsi.
Amazon ha risposto al CPSC come segue, come riportato da Gizmodo: “Come riconosce lo stesso reclamo del CPSC, per la stragrande maggioranza dei prodotti in questione, Amazon ha già immediatamente rimosso i prodotti dal nostro negozio, ha informato i clienti di potenziali problemi di sicurezza, ha consigliato ai clienti di distruggere i prodotti e ha fornito ai clienti rimborsi completi. Per i pochi prodotti rimanenti in questione, CPSC non ha fornito ad Amazon informazioni sufficienti per consentirci di agire e, nonostante le nostre richieste, CPSC non ha risposto”.
In altre parole, la multinazionale di Andy Jassy (nuovo CEO dal 5 luglio 2021) avrebbe già contattato la CPSC per procedere con i richiami. Solo dopo, l’autorità ha inviato un comunicato stampa nel quale affermava che “Amazon ha intrapreso determinate azioni, ma sono insufficienti”. Il presidente della CPSC Robert Adler ha dunque spiegato che l'attuale modello CPSC per i richiami di prodotti è insostenibile e per questo sembrerebbero esserci alcuni punti chiave complessi da risolvere per avviare adeguate collaborazioni con piattaforme di terze parti; Amazon si è poi detta d’accordo con Adler, rendendosi disponibile per risolvere questa vicenda in cui, tra l’altro, Amazon stessa alla fine non è legalmente responsabile delle criticità dei prodotti citati in quanto venduti e spediti da terzi.
A proposito di Amazon, l’azienda ha assunto un team di dipendenti di Facebook per lavorare su Project Kuiper.
FONTE: Gizmodo
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