Amazon e Apple hanno fornitori pirata? Le due aziende messe sotto controllo dalle autorità cinesi

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Nella lista dei sorvegliati speciali dell’authority cinese per la protezione del copyright sono da poco finite Amazon e Apple che, come riporta Sina Tech, senza accorgersene, favorirebbero la pirateria del software e i contraffattori. Il mercato illegale cinese, infatti, sembrerebbe utilizzare da tempo il colosso del commercio elettronico come vetrina per i proprio prodotti, consentendo anche ai distributori terzi, come avviene anche in altri paesi, di utilizzare la sua potente piattaforma di e-commerce. Stesso discorso vale per l’Apple Store di Cupertino che, da qualche tempo, sarebbe stato invaso da numerosissimi e-book di dubbia provenienza; il problema alla base di tutto è che gli americani hanno serie difficoltà nell’individuazione dei prodotti illegali.

Il gruppo di Tim Cook, lo scorso anno, perse ben due cause cinesi riguardanti la distribuzione di e-book non rispettosi delle norme sul diritti d'autore, e a breve la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare se la policy non verrà modificata. Dal mese di giugno, il Governo cinese ha dato il via ad una nuova campagna anti-pirateria, e i 36 negozianti di libri pirata su Amazon.cn hanno contribuito a far precipitare ulteriormente la situazione. Al momento sono in molti a chiedersi come mai Amazon sia finita sotto l'occhio delle autorità quando in Cina il suo volume di affari online costituisce un misero 1% del settore: sono in molti ad ipotizzare che possa trattarsi di un'operazione appositamente orchestrate, dal momento che la maggior parte del traffico illegale viene gestito su altri siti cinesi.