Antichi leoncini congelati sono gli animali preistorici meglio conservati della storia
Il leone delle caverne era una creatura preistorica, appartenente al genere Panthera e scomparso circa 14000 anni fa. Rappresenta una delle più grandi specie di leone mai esistite ed era una nota minaccia degli uomini del paleolitico che lo raffiguravano nelle antiche pitture rupestri e nelle sculture.
Un gruppo internazionale di ricercatori dell'Accademia Russa delle Scienze e del Centro di Paleogenetica in Svezia ha rianalizzato due cuccioli di leone delle caverne riportati alla luce in Siberia nel 2018. I cuccioli, risalenti a decine di migliaia di anni fa, sono stati chiamati Boris e Sparta ed entrambi sembra siano deceduti poco tempo dopo la nascita.
A seguito delle prime ricerche effettuate sui reperti, al tempo del ritrovamento, gli esperti hanno deciso di analizzare nuovamente la struttura e l’anatomia dei corpi, grazie al loro ottimo stato di conservazione.
Lo studio, guidato dai ricercatori russi Gennady Boeskorov e Alexey Tikhonov, ha verificato che i cuccioli non appartenevano alla stessa generazione, poiché le datazioni al carbonio hanno riscontrato che l’individuo chiamato Boris risaliva a 43000 anni fa mentre per Sparta il valore è attestato sui 28000. Ciò rivela non solo l'appartenenza a famiglie diverse ma che vissero in epoche diverse.
Le condizioni dei ritrovamenti risultano eccellenti, tanto da permettere di vedere i colori delle rispettive pellicce e dettagli anatomici mai visti prima. Sono così ben conservati che il più giovane, Sparta, grazie alla sua pelliccia integra, sembra potersi attestare come il reperto animale meglio conservato dell'era glaciale.
Le caratteristiche dei reperti hanno permesso ai ricercatori di effettuare delle ipotesi sulla loro morte, basate sui danni riportati dai cuccioli alle ossa craniche e costali, che risultano fratturate in diversi punti. Ciò ha portato i ricercatori ad ipotizzare l’eventualità di frane o smottamenti che li avrebbero sorpresi nelle loro tane, mentre i genitori erano lontani. A seguito di questi eventi i cuccioli sarebbero stati congelati nei ghiacci millenari del permafrost.
Questo tipo di ritrovamenti, in virtù dell’ottimo stato di conservazione permettono agli studiosi di ampliare il panorama di conoscenze sulle antiche specie che hanno popolato il pianeta, permettendoci anche di valutare le interazioni con altre vissute nello stesso periodo e con l’uomo stesso.
FONTE: Iflscience
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