Anziano ipovedente recupera la vista grazie a una cornea artificiale

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Il mondo della tecnologia spesso si unisce a quello della scienza e medicina nell’intento di aiutare le persone con problemi fisici: se a inizio mese abbiamo visto un uomo controllare un paio di braccia protesiche con il cervello, nelle ultime ore un uomo di 78 anni ipovedente ha recuperato la vista grazie a una nuova cornea artificiale .

L’impianto corneale in questione è la prima volta che si vede in un essere umano: la startup israeliana CorNeat ha infatti inaugurato il prodotto chiamato KPro proprio con questo intervento, in seguito a un lungo periodo di di test e sviluppo. Il settantottenne è il primo di dieci pazienti approvati per le sperimentazioni in Israele, al quale seguiranno altri due cittadini canadesi e sei cittadini tra Francia, Stati Uniti e Paesi Bassi.

Ciò che rende questo impianto particolarmente interessante è che il suo inserimento è una procedura relativamente semplice che richiede punti e tagli minimi, al contrario della tipica operazione per impiantare cornee artificiali a chi soffre di degenerazione corneale che, nella prassi, viene considerata solo come ultima risorsa in caso di inefficienza dei trapianti o degli impianti ad anello. KPro può essere infatti integrato direttamente nella parete dell'occhio per sostituire le cornee sfregiate o deformate senza tessuto donatore.

In seguito all’intervento, in pochi minuti il paziente è riuscito a riconoscere i membri della sua famiglia e leggere una serie di numeri su una mappa oculare, ergo l’intervento è risultato un successo. Il co-fondatore di CorNeat Vision Dr. GIlad Litvin ha dichiarato: “Dopo anni di duro lavoro, vedere un collega impiantare il CorNeat KPro con facilità e vedere un altro essere umano riacquistare la vista il giorno seguente è stato elettrizzante ed emotivamente emozionante, c'erano molte lacrime nella stanza”.

L’azienda ha inoltre spiegato in maniera semplice, anche grazie al video che potete trovare allegato a questo articolo, come funziona KPro: “I fibroblasti e il collagene colonizzano gradualmente la gonna di integrazione e la piena integrazione si ottiene in poche settimane, incorporando permanentemente il dispositivo all'interno dell'occhio del paziente. Ciò consente una migliore acuità visiva e tempi di guarigione eccezionalmente rapidi”. Insomma, un grande passo avanti che potrà migliorare la vita di moltissime persone.

Nel 2019 avevamo parlato di un altro progetto estremamente interessante completamente Made in Italy, ovvero l’impianto della prima mano robotica permanente al mondo.