Questi sono i resti scoperti di un antico tempio della dea Afrodite in Turchia
INFORMAZIONI SCHEDA
A soli pochi giorni dall'inizio del nuovo anno, un gruppo di archeologi ha annunciato il ritrovamento di alcuni resti risalenti ad un antico tempio dedicato alla dea Afrodite nella provincia turca di Izmir. Costruito, probabilmente, più di 2500 anni fa, questa struttura rappresenta un punto di svolta nella ricerca archeologica in quest'area.
Tra la città di Urla e Çeşme, negli ultimi anni sono stati portati avanti svariati scavi al fine di comprendere meglio le civiltà che vi vissero. Analizzando più di 1600 metri quadri di terra, si è risaliti, fino ad adesso, a circa 35 insediamenti umani, di cui 16 solo risalenti al Tardo Neolitico (un'era storica che si concluse intorno al 4500 a.C).
La recente scoperta del tempio dedicato alla dea dell'amore, oltre al dare inizio ad un nuovo anno di future e straordinarie scoperte archeologiche, è stata d'estrema importanza per i ricercatori, perché ha fornito maggiori informazioni sulle comunicazioni culturali che avvenivano tra gli abitanti indigeni turchi e i greci.
Passati studi dimostrano come vi fosse una fitta rete sociale ed economica tra la provincia di Izmir con tutte le altre popolazioni adiacenti all'Egeo, compresa la Grecia. Era proprio il mare ad unire queste due civiltà, che le portava a scambiarsi continuamente mercanti, con le loro ricchezze, esploratori o semplici migranti. E' possibile che furono proprio quest'ultimi a desiderare di importare parte delle proprie tradizioni, religiose e non, nel territorio turco - spiegando, quindi, la presenza dei resti del templio.
Bisogna considerare che stiamo parlando di un'epoca storica in cui la civiltà micenea aveva perso la sua egemonia in tutto il mar Egeo, costringendo centinaia di individui a cercare migliori condizioni di vita al di fuori delle proprie terre natie. Si stima che i primi flussi migratori greci verso l'Asia Minore iniziarono nell'VIII secolo a.C. e proseguirono per oltre due secoli.
La presenza di un tempio non solo suggerisce l'esistenza effettiva di una qualche comunità di origini greche, ma anche la sua alta percentuale demografica. La dea Afrodite, o Venere (come la chiamavano gli antichi romani), era, sì, il simbolo dell'amore e della bellezza, ma anche della fertilità. E' possibile che con la costruzione di un tempio in suo onore si auspicasse alla nascita rigogliosa di nuovi eredi che potessero rendere saldo il valore della tribù.
Va precisato che questo non è il primo caso in cui nell'ex-Anatolia vengano trovati reperti dedicati, in maniera specifica, proprio a questa divinità. Basti pensare ad Afrodisia, un'antica città turca nata, probabilmente, in onore della dea accadica Astarte e poi identificata dalle nuove comunità greche con Afrodite.
Afrodisia, oltre ad essere stato un rigoglioso centro artistico e commerciale, veniva riconosciuto come il luogo dove avvenivano i più importanti riti dedicati alla dea. Sarà con l'invasione Romana della Turchia, intorno al I secolo d.C., che tutti i templi in onore di Afrodite verranno convertiti per celebrare la sua corrispettiva romana, Venere. Con l'arrivo del cristianesimo, invece, le grandi statue celebrative e i templi verranno sostituiti con una chiesa, per ricordare, comunque, il valore sacro della città.
Il problema di questo ritrovamento, adesso, diventa la catalogazione dei reperti e il ricevere maggiori fondi per proseguire le analisi prima che si danneggino irrimediabilmente. Sfortunatamente, su questo fronte, in Turchia, vi sono dei problemi. Ad ogni modo, però, la comunità locale si è dimostrata disposta ad aiutare gli archeologi a riscoprire il patrimonio della loro terra, nei limiti della sua disponibilità.
FONTE: Ancient Origins
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