Apple Car sul mercato come servizio su abbonamento: ecco perché non è impossibile

Apple Car sul mercato come servizio su abbonamento: ecco perché non è impossibile
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Se il futuro di Apple TV è lo sport in streaming, nel settore automotive, invece, siamo ancora nel campo delle ipotesi. Da mesi ormai tengono banco le indiscrezioni sulla cosiddetta Apple Car, vettura elettrica a guida autonoma in cantiere a Cupertino.

Proprio su questo interessante e avveniristico progetto hanno posato gli occhi i consulenti di Morgan Stanley e Loup Ventures.

Gene Munster di Loup Ventures, in particolare, in una recente intervista ai microfoni di CNBC, ha parlato in proposito dello stato di sviluppo e di implementazione delle tecnologie basate sull'IA nell'autoveicolo a guida autonoma targato Apple. L'analista ha affermato che "se vogliamo fare un paragone tra lo stato di sviluppo in casa Apple e Tesla, penso che molto probabilmente i primi siano incredibilmente vicini ai secondi", sostenendo, dunque, che Apple e Tesla in realtà potrebbero avere una potenza di fuoco in materia tecnologica molto allineata, nonostante il colosso di Elon Musk sia nel settore automotive ormai da tempo.

Quanto a Morgan Stanley, a parlare sono stati Katy Huberty e Adam Jonas. La prima, parlando delle possibilità di investimento, ha affermato che l'ingresso di Apple nel settore della guida autonoma attirerebbe inevitabilmente l'interesse delle masse. Allo stesso modo, questo potrebbe rappresentare un nuovo sbocco di investimenti nel settore dei servizi.

A parlare di ciò è stato poi Jones, il quale ha spiegato come una Apple Car completamente autonoma potrebbe arrivare sul mercato solo a determinate condizioni. Secondo l'analista, infatti, "un'auto senza volante o pedali dovrebbe far parte di un servizio di sharing, sottoscrizione o servizio di trasporto e non costituire un bene di proprietà". Jonas ha poi continuato affermando che l'ipotesi di un lancio per il 2025 sia estremamente ottimistico in quanto si prevede che la guida autonomia di livello 5 possa arrivare a 2% del mercato solo nel 2030, per via di una serie di risvolti di tipo morale, sociale e normativo che dovranno necessariamente essere affrontati in maniera graduale.