Apple, il CEO di Epic Games è sicuro: "ogni politico dovrebbe temerla"

Apple, il CEO di Epic Games è sicuro: 'ogni politico dovrebbe temerla'
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Si scrive un nuovo capitolo nella controversia che vede Epic Games contrapporsi a Apple, sia dentro che fuori dai tribunali americani, per la "liberalizzazione" degli acquisti delle app al di fuori dell'App Store di iOS. Oggi, il CEO di Epic Games Tim Sweeney ha rilasciato delle preoccupanti dichiarazioni alla stampa sul peso politico di Cupertino.

Sweeney, in particolare, avrebbe detto che "ogni politico dovrebbe aver paura" di Apple per via della sua capacità di accettare o rifiutare qualsiasi software richieda il rilascio su iPhone tramite App Store. Le dichiarazioni di Sweeney, riportate da The Verge, sono legate alla recenti "guerra social" che ha visto Elon Musk criticare Apple sia per le elevate commissioni che quest'ultima richiede sugli acquisti in-app sia perché Cupertino avrebbe valutato di rimuovere Twitter dall'App Store dopo l'arrivo del nuovo CEO.

Sweeney ha aggiunto che "credo sia incredibilmente pericoloso permettere alla più grande compagnia del mondo di decidere chi può fare cosa e cosa non può essere fatto". Le posizioni di Sweeney sono dunque pressoché identiche a quelle di Elon Musk, e si focalizzano sulla richiesta di sistemi alternartivi per il download e l'installazione di app su iOS, macOS e iPadOS rispetto al marketplace virtuale di Cupertino.

In realtà, Epic Games ha riportato un successo piuttosto importante negli ultimi mesi su tale fronte, poiché ha ottenuto l'approvazione dell'Open App Markets Act da parte del Senato di Washington: quest'ultimo, di fatto, imporrebbe a Google ed Apple di "liberalizzare" il proprio marketplace di applicazioni, o quantomeno di permettere la coesistenza, accanto a quest'ultimo, di altri negozi virtuali di terze parti, ciascuno con le proprie app e le proprie politiche.

Al momento, però, a minare l'entrata in vigore dell'Open App Markets Act è l'imminente "cambio di casacca" della Camera dei Rappresentanti di Washington, la Camera bassa del Parlamento americano: la maggioranza dei seggi al suo interno è infatti stata conquistata dal Partito Repubblicano durante le elezioni di medio mandato dello scorso novembre, perciò è possibile che l'atto legislativo (una proposta del Partito Democratico) finisca per arenarsi nel passaggio tra il Senato e la House of Representatives.