Apple e Intel dicono basta all'utilizzo di materie prime provenienti da paesi in guerra

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L'utilizzo di materie prime provenienti da paesi in guerra o da territori in conflitto su chi e su come debbano essere utilizzate tali risorse è una questione diventata molto cara ai consumatori di mezzo mondo. Mentre il Governo USA non ha mai emesso alcun divieto contro l'utilizzo di materie prime provenienti dal Congo, ha invece approvato una legge che imponga ai produttori di comunicare agli acquirenti quando i nostri gadget sono stati pagati (in parte) con il sangue. Apple e Intel pare che abbiano fiutato già tempo addietro che questo tipo di comunicazione avrebbe influito negativamente sui propri prodotti e soprattutto sull'immagine dell'azienda. Si sarebbero quindi unite all'organizzazione Electronic Industry Citizenship Coalition e al suo programma Smelter. Il programma impone di utilizzare impianti di trattamento dei minerali sicuri o dimostrare che non finanziano le ostilità in corso in Africa centrale o altrove nel mondo. Ciò significa che in quel di Cupertino e Santa Clara dovranno trovare altre fonti per le tre "T" (tungsteno, stagno, e il tantalio) necessari per saziare i nostri appetiti tecnologici. Sicuramente uno sforzo da apprezzare ed incentivare.