Apple e la sicurezza al primo posto: così si certificano i dispositivi HomeKit

INFORMAZIONI SCHEDA
di

Le nostre case, ce ne accorgiamo sempre più giorno dopo giorno, sono sempre più connesse: si moltiplicano esponenzialmente i dispositivi sul mercato in grado di supportare HomeKit ed essere comandati da remoto da iPhone o iPad, così come altre soluzioni sul mercato.

Lo conferma l’agenzia Reuters, che ha annunciato l’esistenza di almeno cento dispositivi diversi perfettamente funzionanti con il sistema di domotica di Apple (approvati nel giro di due anni). Non è molto, basti pensare che Alexa di Amazon ne conta circa 250, anche se le modalità di certificazione sono molto diverse. Apple infatti richiede parametri specifici per rilasciare il bollino Works With Apple HomeKit, sono molti i dispositivi che per un motivo o per un altro vengono scartati dal gigante di Cupertino. Amazon invece, in pieno stile Android, lascia più spazio di manovra ai produttori di terze parti.

“Il numero di accessori compatibili con HomeKit aumenta di giorno in giorno ed è in costante ascesa, abbiamo annunciato molte nuove soluzioni proprio questo mese” ha detto un portavoce di Apple. La casa californiana, per l’utilizzo del prestigioso bollino che abbiamo citato sopra, richiede l’acquisto di una particolare licenza e l’utilizzo di un co-processore cifrato per salvaguardare i dati sensibili degli utenti. Questo significa maggior sicurezza per i clienti, ma anche costi superiori dal lato produttivo, motivo per cui magari i prodotti HomeKit Compatible arrivano sul mercato a prezzi superiori alla concorrenza. Apple obbliga gli sviluppatori ad usare anche dei particolari chip per la trasmissione via Bluetooth e WiFi, sempre in nome della sicurezza solenne degli utenti.

Tutto questo però non basta, prima di avere il via libera per il mercato i dispositivi vanno spediti e fatti testare da Apple stessa, un processo che può prendere dai tre ai cinque mesi, ecco spiegato l’esiguo numero di dispositivi certificati. Durante tutto questo periodo di prova, i produttori non hanno la facoltà di sponsorizzare la certificazione con HomeKit, devono attendere che la società dia l’ok definitivo. Tutti questi complessi passaggi, votati fondamentalmente alla sicurezza degli utenti finali, non esiste minimamente con la concorrenza, con Amazon in primis. Nulla di sorprendente, è il classico stile Apple, che piaccia o meno.