ASL ancora vittima degli hacker: rubate cartelle cliniche dell'ASL1 de L'Aquila

ASL ancora vittima degli hacker: rubate cartelle cliniche dell'ASL1 de L'Aquila
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Dopo l’attacco hacker che negli scorsi giorni ha colpito l’ASL Abruzzo, ora nel mirino dei malviventi informatici è finita l’ASL1 dell’Aquila, per cui sono stati rubati 522Gb di dati sanitari pubblicati nel darkweb.

A riportare la notizia è il sito web Rehotcyber, secondo cui gli hacker punterebbero anche alla Basilicata e starebbero seminando il panico a Potenza e Matera dove sarebbero in aumento i segnali di incursioni non autorizzate.

Come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, in rete potrebbero finire informazioni sensibili come cartelle cliniche, aborti, diagnosi di HIV, gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili qualora non dovesse essere pagato un riscatto.

L’allarme è stato dato dalla società che si occupa della gestione delle cartelle cliniche in diverse regioni, tra cui figura la Basilicata. Per tale motivo, l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza ha dichiarato lo stato di emergenza.

Lo stesso sito evidenzia come gli attacchi sarebbero iniziati lo scorso 3 Maggio, per poi estendersi anche nel territorio lucano: ma com’è possibile tutto ciò? Una risposta l’ha povata a dare Giuseppe Izzo, responsabile della protezione dei centri e servizi e CEO di UESE Italia, secondo cui “ci sono cattive abitudini all’interno degli enti. Mancano i controlli di gestione, le procedure sono scopiazzate e gli utenti non cambiano mai la password. Manca la cultura della sicurezza informatica. Basta dire che molti uffici pubblici hanno i propri siti internet su hosting da 100 euro l’anno. Quale grado di protezione può garantirti una rete di questo tipo?”.

La questione è però sicuramente da seguire attentamente, anche alla luce delle informazioni sensibili.