
Assegnato il Nobel per la fisica per la scoperta delle onde gravitazionali
Rainer Weiss del MIT, Barry Barish e Kip Thorne del California Institute of Technology hanno vinto il premio Nobel per la fisica del 2017 per aver scoperto le piccole increspature dello spazio-tempo associate alle onde gravitazionali, confermando quello che Einstein aveva predetto nella teoria della relatività generale.
La prima osservazione delle onde gravitazionali risale a settembre 2015, mentre è solo di pochi giorni fa l'annuncio della quarta onda gravitazionale rilevata, stavolta non solo presso i due osservatori LIGO in America, ma anche nell'osservatorio VIRGO in Italia, vicino Pisa.
Per il fisico Thorne "è una vittoria per l'intera razza umana. Queste onde gravitazionali saranno potenti mezzi per l'esplorazione dell'universo", mentre Barish attribuisce il risultato ad Einstein, il primo fisico a teorizzare queste distorsioni dello spazio-tempo. Dei 1,1 milioni di dollari una metà spetta a Weiss, mentre Thorne e Barish divideranno la restante metà.
Le onde gravitazionali sono un fenomeno fisico difficile da rilevare e le uniche prove certe sono associate ad eventi estremamente violenti come la fusione di due buchi neri: quella del 2015 proveniva da 1,3 miliardi di anni luce di distanza.
Per Einstein, che teorizzò la presenza di queste onde, era impossibile la misura di un fenomeno così impercettibile, migliaia di volte più piccolo del nucleo atomico. Invece la prima onda passò nei due osservatori americani LIGO costruiti per l'evenzienza: prima a Livingston e 7 millisecondi dopo a Hanford, rispettando la velocità della luce.
Come è chiaro dal disegno in fondo alla news, nei due bracci del rilevatore vengono inviate due onde elettromagnetiche che si riflettono alle estremità e tornano indietro, andando a terminare la loro corsa su uno specchio finale. Se questi due fasci di elidono significa che non c'è alcun disturbo esterno e non verrà rilevato nulla sullo specchio.
In presenza di un'onda gravitazionale lo spazio-tempo viene deformato e i bracci dell'interferometro sono costruiti in modo che uno si allunga e l'altro si contrae (di un valore così piccolo da essere visibile all'occhio umano): in questo caso le onde elettromagnetiche che devono percorrerli affronteranno un tragitto di lunghezza diversa e colpiranno lo specchio finale, permettendo agli scienziati di misurare l'evento.
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