Astrofisici simulano i suoni delle stelle per studiare la loro composizione interna

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"Nello spazio nessuno può sentirti urlare" citava un famosissimo film di Ridley Scott, e lo stesso sembra valere anche per il suono delle stelle, che creano comunque delle forti vibrazioni.

I telescopi possono individuare queste vibrazioni come fluttuazioni della luminosità o della temperatura sulla superficie di una stella. Comprendere queste vibrazioni è molto utile per conoscere in modo più approfondito la struttura interna di una stella.

"Un violoncello suona come un violoncello a causa delle sue dimensioni e forma", afferma Jacqueline Goldstein, una studentessa laureata nel dipartimento di astronomia dell'Università del Wisconsin-Madison. "Le vibrazioni delle stelle dipendono anche dalla loro dimensione e struttura." Nel suo lavoro, Goldstein studia le connessioni tra la struttura della stella e le sue vibrazioni.

Lavorando con i professori di astronomia Rich Townsend ed Ellen Zweibel, Goldstein ha sviluppato un programma chiamato GYRE. In questo programma è possibile simulare queste vibrazioni, che permettono alla scienziata di confrontare poi i dati ottenuti con quelli reali.

Questo programma potrà tornare utile anche nella ricerca dei pianeti, e sarà integrato con il telescopio TESS, lanciato l'anno scorso in orbita per esaminare oltre 200.000 stelle. "Saremo in grado di dire se tutte le stelle che possiamo vedere stiano pulsando o meno. Se lo sono, saremo in grado di studiare le loro pulsazioni per sapere cosa sta accadendo sotto la superficie".