Gli astronomi sono riusciti finalmente a far tornare un segnale dalla Luna

Gli astronomi sono riusciti finalmente a far tornare un segnale dalla Luna
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Nel 2009 il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA arrivò in orbita attorno alla Luna e, tra le tante cose, avevano un piccolo obiettivo da realizzare: "sparare" dei raggi laser su dei piccoli riflettori, grandi quanto un libro tascabile, cercando di far rimbalzare la luce sulla Terra. Finalmente, dopo quasi 10 anni, ci sono riusciti.

È la prima volta che i fotoni vengono riflessi con successo sulla Terra da un orbiter lunare. Questa impresa ci offrirà un nuovo metodo per effettuare misurazioni del nostro satellite e potrà aiutarci a comprendere le condizioni sulla superficie lunare che potrebbero degradare gli strumenti collocati lì oltre 50 anni fa.

Inoltre, si potrà anche calcolare lo spostamento - con precisione millimetrica - dell'allontanamento della Luna (di circa 3,8 centimetri all'anno). C'è però un problema: la quantità di luce restituita da quei riflettori lunari si è attenuata, fino al 10% di quella che dovrebbe realmente essere, senza un chiaro motivo.

La luce restituita era minima: solo pochi fotoni. Non è ancora abbastanza per essere in grado di capire cosa stia bloccando i riflettori sulla superficie lunare. Nel tempo, tuttavia, anche pochi fotoni potranno creare un'immagine sufficiente per dirci di più. Il lavoro del team dimostra i miglioramenti che possono essere apportati utilizzando il laser a infrarossi anziché ottico, penetrando più lontano e potenzialmente consentendo l'uso di riflettori molto più piccoli.

"Questo esperimento fornisce un nuovo metodo per verificare le teorie sull'accumulo di polvere nel corso di decenni sulla superficie lunare", hanno scritto i ricercatori nel loro articolo pubblicato su Earth, Planets and Space. "Ha anche dimostrato che l'uso di array simili a bordo di futuri lander e orbiter lunari può supportare gli obiettivi della scienza lunare."