Degli astronomi russi hanno studiato una ULX molto luminosa
Ci sono dei segnali nell'universo di cui ancora sappiamo poco. Non sappiamo come si generino o perchè si generino, ma d'altronde questa situazione non è nuova. Come quella volta che abbiamo pensato di aver scoperto gli alieni, mentre invece avevamo "osservato" la prima stella di neutroni.
Stavolta gli alieni non c'entrano nulla però! Gli astronomi russi hanno effettuato uno studio dettagliato per approfondire la natura di una delle sorgenti di raggi X ultraluminose (ULX) presenti nella galassia UGC 6456, a una distanza di circa 14,8 milioni di anni luce. Dai risultati, la sorgente (denominata UGC 6456 ULX) sembra essere una delle più brillanti ULX conosciute. Ma cosa sono le ULX? Sono appunto sorgenti ultraluminose di raggi X. Generalmente è presente circa una ULX per ciascuna delle galassie che le ospitano, ma alcune galassie ne contengono di più (o anche nessuna, come La Via Lattea). L'interesse principale per le ULX deriva dalla loro luminosità che supera la luminosità di Eddington delle stelle di neutroni e persino dei buchi neri stellari, ma ad oggi non è noto ciò che alimenta le ULX. In particolare emettono raggi X con una tale potenza che ognuna di esse emette più di 1 milione volte ciò che il Sole emette a tutte le lunghezze d'onda. Sono meno luminosi dei nuclei galattici attivi (AGN), ma più consistenti.
Alexander Vinokurov, dell'Osservatorio Astrofisico Speciale di Nizhnij Arkhyz, Russia, ha lavorato assieme ad un team di astronomi per studiare UGC 6456 ULX. La ricerca, come spesso avviene in questi casi, è basata principalmente sull'analisi delle immagini d'archivio di UGC 6456 ULX ottenute grazie all'Osservatorio Chandra X-Ray Observatory e al caro telescopio spaziale Hubble (HST). Secondo lo studio, l'UGC 6456 ULX varia la sua luminosità di più di due ordini di grandezza, con un valore di picco di 17x1039 erg/s nella gamma di energia 0.3-8 keV. Uno sproposito, che lo randono degli ULX più brillanti nel campo ottico finora identificato.
La ricerca ha rilevato che l'UGC 6456 ULX presenta un'elevata variabilità ottica e a raggi X, anche se la causa di questo comportamento è incerta e richiede ulteriori studi. Gli astronomi hanno osservato che la variabilità di questa sorgente ha un'ampiezza simile a quella osservata in NGC 7793 P13, un ULX che conosciamo sufficientemente bene.
Inoltre, lo studio riporta la possibilità che l'emissione ottica di questa sorgente sia prodotta dalla rielaborazione dei raggi X nelle parti esterne di un vento otticamente spesso (optically-thick wind) generato da un eventuale disco di accrescimento supercritico (un disco di accrescimento è una struttura formata da materiale che cade in una sorgente di campo gravitazionale), come confermato dal rilevamento di linee di emissione di idrogeno e di elio, come confermato dai ricercatori, che affermano in conclusione: "L'esistenza di un tale vento è confermata dalla presenza di ampie linee di emissione di idrogeno ed elio negli spettri ottici, che sono tipiche degli ULX studiati spettroscopicamente".
FONTE: Phys.org
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