Attila potrebbe aver messo in ginocchio Roma per mitigare gli effetti della siccità

Attila potrebbe aver messo in ginocchio Roma per mitigare gli effetti della siccità
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Tra i grandi signori della guerra c’è un personaggio che tradizionalmente viene riconosciuto come un barbaro assetato di sangue e bramoso d’oro; tuttavia, una nuova ricerca suggerisce che la “violenza” dimostrata da Attila, ai danni dell’Impero Romano d’Occidente, sarebbe stata giustificata da un fattore climatico.

Gli scienziati sono arrivati a questa ipotesi dopo aver analizzato 2000 anni di informazioni custodite negli anelli degli alberi: molte delle incursioni più epiche del condottiero unno si sono verificate durante anni caratterizzati da estrema siccità; il popolo orientale avrebbe tentato di mitigare gli effetti del clima instabile spingendosi verso ovest.

Fonti storiche ci dicono che la diplomazia romana e unna era estremamente complessa”, ha spiegato l'autrice dello studio, la dott.ssa Susanne Hakenbeck, in una dichiarazione. “Inizialmente prevedeva accordi reciprocamente vantaggiosi, con il risultato che le élite unne ottenevano l'accesso a grandi quantità di oro. Questo sistema di collaborazione si è rotto negli anni 440, portando a regolari incursioni delle terre romane e crescenti richieste di oro”.

Ma bastano queste motivazioni diplomatiche a giustificare le spedizioni militari di Attila? È questo il quesito che ha mosso i ricercatori che hanno preso parte allo studio. Utilizzando i dati sugli isotopi di carbonio e ossigeno ricavati dagli anelli delle querce, gli esperti hanno ricostruito l’idroclima dell’Europa centrale e hanno potuto affermare che le incursioni più devastanti degli Unni coincidono con gli anni di siccità di metà V secolo d.C.

I dati sugli anelli degli alberi ci offrono una straordinaria opportunità di collegare le condizioni climatiche all'attività umana su base annua”, così ha affermato il professor Ulf Büntgen, che ha preso parte alle ricerche. “Abbiamo scoperto che i periodi di siccità registrati nei dati biochimici degli anelli degli alberi coincidevano con un'intensificazione delle incursioni nella regione”.

Sulla base di questi risultati, i ricercatori scrivono che “la violenza, apparentemente inspiegabile, degli Unni potrebbe essere stata una strategia per far fronte ai problemi climatici” dell’Europa centrale.