Avatar digitali aiutano le persone affette da psicosi a trovare pace con se stessi
Esiste una terapia, attualmente utilizzata in Scozia, che utilizza avatar digitali per rappresentare le voci che le persone affette da psicosi sentono. Lo studio si chiama Avatar2 e nasce per aiutare le persone che vivono allucinazioni uditive.
La terapia, grazie alla tecnologia digitale, consente un vero e proprio dialogo faccia a faccia, o meglio, faccia a voce, riproducendo esattamente la voce del paziente. Quest'ultimo, trovandosi come a parlare con se stesso e quindi con le voci che sente, riesce a concentrarsi maggiormente sulla terapia e sul controllo della propria voce.
Lo studio si basa su uno precedente chiamato, semplicemente, Avatar1. A cura dei ricercatori del King's College londinese, e da quelli del South London and Maudsley NHS Trust, grazie allo studio è stato possibile rivelare un rapido abbassamento dell'angoscia (che provano persino i polpi) nei pazienti affetti da psicosi utilizzando il trattamento proposto piuttosto che la sola normale consulenza da un anno.
Il professor Andrew Gumley, alla guida del gruppo di ricerca dell'Università di Glasgow, ha così detto: "Il mio team è stato in prima linea nello sviluppo di nuove terapie per le persone affette da psicosi e allucinazioni uditive. Avatar è una nuova terapia digitale che può aiutare le persone a cambiare il loro rapporto con le allucinazioni uditive angoscianti."
La sperimentazione mira d'altronde a testare due forme di terapie per scoprire quale tra loro potrebbe essere più utile, in questo modo sarà possibile massimizzare l'aiuto per i pazienti affetti da psicosi e dare loro sollievo. Dando un esito completamente positivo, la terapia potrebbe essere del tutto erogata al servizio pubblico clinico.
"Da quando non sto bene ho provato molte terapie psicologiche" ha detto una paziente identificata come Jane "posso onestamente dire che la terapia avatar è quella che mi ha aiutata di più. Essere faccia a faccia con l'avatar è stato molto difficile per me, all'inizio, soprattutto la prima sessione, ma dopo un po' è stato più semplice per me rispondere all'avatar."
Jane non ha nascosto che molte volte è stato impegnativo tuttavia ha riferito di aver ricevuto il solido supporto dei medici in quei momenti di sconforto. "Penso che sia difficile per le persone come me provare nuove terapie, eppure questa mi ha aiutato moltissimo nel mio recupero."
FONTE: sciencefocus
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