Batteri capaci di sopravvivere 100.000 anni senza cibo? La risposta è inquietante

Batteri capaci di sopravvivere 100.000 anni senza cibo? La risposta è inquietante
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I batteri sono microrganismi unicellulari procarioti, diffusi in ogni ambiente terrestre. Si tratta di organismi molto versatili, adattabili e notoriamente resistenti a condizioni estreme. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Indiana ha scoperto che alcuni batteri sopravvivono anche alla totale assenza di cibo.

Tra questi è possibile annoverare gli estremofili, una tipologia di microrganismi capace di resistere a condizioni estreme di temperatura e alcalinità.

I ricercatori, guidati dal professor Jay T. Lennon, hanno effettuato esperimenti, affamando diverse popolazioni di specie batteriche. I batteri sono stati inseriti in sistemi isolati e non sono stati nutriti per 1000 giorni. L’obiettivo dell’esperimento era quello di comprendere quanto tempo potessero sopravvivere in questa condizione.

Dai risultati preliminari è emerso che la maggioranza è sopravvissuta. In relazione a queste conclusioni, Lennon ha dichiarato "La domanda su come i batteri sopravvivono a lunghi periodi di limitazione energetica è rilevante per comprendere le infezioni croniche nell'uomo e in altri ospiti ed è correlata a come alcuni agenti patogeni tollerano farmaci come gli antibiotici".

Questi patogeni sono clienti rognosi a causa della resistenza che li caratterizza. Questa resistenza è dovuta alla tendenza, quando soggetti a condizioni sfavorevoli, ad entrare in uno stato dormiente, a consumo limitato di energia, noto come quiescenza. La permanenza in questo stato li rende più resistenti al trattamento farmacologico e antibiotico.

In questo stato dormiente, i ricercatori hanno ipotizzato che i batteri possano sopravvivere per l’incredibile arco temporale di 100.000 anni. Ciò sarebbe avvalorato dalla datazione dei microrganismi ritrovati e “resuscitati” da antichi reperti (uno dei quali venne auto-iniettato dal suo scopritore).

Secondo i ricercatori, sono diversi i meccanismi specifici che caratterizzano questi stati di minor dispendio energetico dei batteri. Inoltre, fanno notare che, a causa degli sconvolgimenti climatici in atto, potrebbe verificarsi l’eventualità di riportare alla luce antichi microrganismi “congelati nel tempo”.