Bitcoin meno amico dell'ambiente dopo il ban in Cina: emissioni aumentate del 17%

Bitcoin meno amico dell'ambiente dopo il ban in Cina: emissioni aumentate del 17%
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Il blocco del mining del Bitcoin imposto in Cina lo scorso anno ha sortito l’effetto opposto rispetto a quello sperato. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Joule, infatti, dal giro di vite della nazione asiatica le emissioni di anidride carbonica da Bitcoin sono aumentate del 17%.

Alex De Vries, l’autore principale dell’analisi, spiega che “il Bitcoin è meno green che mai”, un’affermazione che contrasta in maniera netta le ipotesi dei gruppi industriali. Il rapporto, nello specifico, mostra che il boom del Bitcoin sta diventando un problema sempre più serio nella strategia mondiale di eliminare l’inquinamento da combustibili fossili, e nemmeno il divieto di mining imposto da quello che in precedenza rappresentava oltre il 60% dell’hash power complessivo della rete è riuscito ad avere un impatto a riguardo.

Con i miner che si sono trasferiti in Stati Uniti, Russia e Kazakistan, non si è avverato ciò che avevano messo in preventivo gli esperti, ovvero che il Bitcoin sarebbe diventato più decentralizzato e green. Al contrario, il report mostra che la quantità di energia rinnovabile utilizzata per alimentare il mining di Bitcoin è passata dal 42% di Agosto 2022 al 25% di oggi.

Negli ultimi giorni, le donazioni in Ucraina di Bitcoin hanno superato quota 4 milioni.

Bitcoin meno amico dell'ambiente dopo il ban in Cina: emissioni aumentate del 17%