Quella volta che una bomba nucleare divise un'isola in due

Quella volta che una bomba nucleare divise un'isola in due
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Gli anni successivi alla detonazione della prima bomba nucleare, oltre ad infondere un profondo senso di inquietudine, suscitarono in tutto il mondo grande interesse per i dispositivi atomici. Insomma, ogni nazione iniziò una corsa per armarsi e produrre una propria versione del potere scoperto e a rimetterci è stato l’ambiente.

Uno dei test più controversi e deplorevoli fu quello condotto dagli Stati uniti nel 1971: il Progetto Cannikin. Tanti furono i progressi scientifici ottenuti, ma il prezzo pagato si fa sentire ancora oggi. Per la precisione, era il 6 novembre 1971 e gli USA avevano intenzione di condurre in Alaska, sull’Isola di Amchitka, degli esperimenti per testare un dispositivo termonucleare a 5 megatroni a più di 1.500 metri di profondità nel sottosuolo. Lo strumento era circa 250 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima ed è stato il test nucleare sotterrano più grande mai realizzato dagli Stati Uniti.

Le autorità volevano studiare gli effetti di un’esplosione ad alto rendimento in un ambiente sotterraneo. Siffatto interesse per il sottosuolo è alimentato dal fatto che i test atmosferici sono vietati dagli accordi internazionali; inoltre, si sperava che questo si rivelasse un metodo più sicuro per condurre esperimenti nucleari.

L’isola di Amchitka subì gravi danni e la questione dell’inquinamento radioattivo rimane controversa.